Guinea Equatoriale
Stato dell’Africa occidentale, composto da una parte insulare e da una parte continentale. Fra i più piccoli e meno popolati dell’Africa, unico ufficialmente ispanofono, abitato da gruppi di lingua bantu (i fang sono predominanti dai primi del 19° sec.) e discendenti di comunità creole (anglofone e lusofone) sulle isole, conobbe presenze europee dal sec. 15°. La regione fu a lungo teatro di commercio di schiavi e di sfruttamento forestale e di piantagione. Gli spagnoli acquistarono l’od. G.E. dal Portogallo nel 1778. Nel 19° sec. gli inglesi cercarono di acquisire l’isola di Fernando Pó come base contro la tratta negriera, ma dal 1844 la Spagna consolidò la propria presenza. Tuttavia la sezione continentale della colonia fu interessata da una reale presenza coloniale solo in epoca franchista. Nel 1963 fu avviato un processo di autonomia, fino all’indipendenza nel 1968. Il presidente F. Macias Nguema instaurò un regime autoritario e violento (partito unico nel 1970, presidenza a vita nel 1972). Rovesciato da un golpe militare e giustiziato (1979), gli successe il nipote colonnello T. Obiang Nguema Mbasogo, dando il via a un nuovo regime. Il ritorno al multipartitismo (1991) rimase di fatto inatteso e Obiang Nguema fu rieletto nel 2002, 2004 e 2008. A lungo Paese poverissimo, dagli ultimi anni del 20° sec. la G.E. ha conosciuto una crescita sensazionale come produttore petrolifero; tuttavia l’estrema concentrazione della ricchezza ha fatto sì che la massa della popolazione sia rimasta in situazione di povertà.