GUINEA BISSAU
(App. IV, II, p. 125)
Stime demografiche del 1990 attribuivano al paese una popolazione di circa 966.000 ab. (erano 767.739 al censimento del 1979), corrispondenti a una densità media di 27 ab./km2. Dal punto di vista amministrativo il paese (di 36.125 km2) è suddiviso in nove regioni; la capitale Bissau nel 1988 contava 125.000 abitanti. Il coefficiente di accrescimento medio annuo della popolazione è del 2,1%; la popolazione ha una speranza di vita alla nascita di 42 anni per i maschi e 45 per le femmine; il 44% ha meno di 15 anni di età.
La composizione etnica della popolazione è piuttosto eterogenea; il gruppo più numeroso sono i Balante (25%), cui seguono i Fulbe (20%), i Malinké (12%) e altre etnie meno importanti. Gli animisti prevalgono sui musulmani, mentre 7 abitanti su 10 sono ancora analfabeti.
Il paese versa in condizioni di grave arretratezza: stime del 1990 valutano in circa 180 dollari il reddito pro capite annuo. Il 70% della popolazione pratica una stentata agricoltura di sussistenza e il settore primario contribuisce con circa il 60% alla formazione del prodotto interno lordo. Oltre alle colture destinate al consumo interno (riso, mais, cassava, ortaggi) si coltivano alcuni prodotti da destinare all'esportazione (arachidi, cotone, noci di cocco); circa il 70% del valore esportato è costituito da beni agricoli. Il 30% della superficie del paese è ricoperto da boschi e da foreste, un altro 30% circa da prati e pascoli permanenti, e solo il 9% viene utilizzato come arativo. L'allevamento conta 340.000 bovini, 400.000 fra ovini e caprini, 290.000 suini.
L'industria è limitata a modesti impianti di trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca. Nei pressi della capitale sono ubicati complessi agroindustriali per la lavorazione del riso e delle arachidi, oltre a un piccolo impianto per la raffinazione della canna da zucchero. Proseguono le ricerche per valutare le potenzialità del sottosuolo: sono stati rinvenuti giacimenti di bauxite, di fosfati (le cui riserve sono stimate a circa 100 milioni di t) e di petrolio; prosegue l'attività di prospezione. Uno dei maggiori problemi della G.B. è rappresentato dalle comunicazioni interne (solo una percentuale modesta delle strade è bitumata e consente il traffico lungo tutto l'arco dell'anno); una gran parte degli spostamenti avviene ancora per via d'acqua.
Il porto di Bissau è in fase di risistemazione. In progetto la costruzione di una diga sul fiume Corrubal con annessa centrale idroelettrica. Un aeroporto internazionale è a Bissau.
Storia. - La G. B. fu il primo dei possedimenti portoghesi a raggiungere l'indipendenza (1974). Era stata all'avanguardia nella lotta di liberazione contro il Portogallo, ma la morte di A. Cabral prima dell'indipendenza e le scarse risorse economiche l'avevano drasticamente ridimensionata. A differenza dalle altre ex colonie portoghesi, la G. B. evitò la terminologia marxista mantenendosi nell'ambito di una ''rivoluzione democratica e nazionale''. Le molte crisi attraverso cui è passata dopo l'indipendenza sono avvenute tutte all'interno del PAIGC (Partido Africano da Independencia da Guiné e Cabo Verde), che aveva diretto la guerra anticoloniale e che divenne il partito unico con L. Cabral, fratellastro di Amilcar, alla presidenza. La più grave di queste crisi risale al novembre 1980, quando il primo ministro J. B. Vieira rovesciò L. Cabral istituendo un nuovo organo di governo di 9 membri, 6 dei quali militari. Lo stesso Vieira aveva un passato di militare e durante la guerra era noto come il ''comandante'' Nino.
Per il resto, il colpo di stato era di difficile decifrazione sotto il profilo ideologico o di schieramento. Si parlò di interferenze cubane o sovietiche, ma senza riscontri attendibili. La politica della G. B. non subì mutamenti di rilievo. La normalizzazione con il Portogallo era già avvenuta con uno scambio di visite fra i rispettivi capi di Stato nel 1978 e 1979. I tentativi di rianimare un regime ispirato alla rivoluzione africana e al socialismo non ebbero successo; i continui rimpasti di governo erano la conferma di un orientamento incerto. Netta fu però la rottura con Capo Verde, che aveva mantenuto la sua individualità e che dopo il trauma del 1980 si distaccò definitivamente dall'ex territorio fratello rivendicando per sé la vera eredità di A. Cabral.
In parte, Vieira interpretava la rivincita dei neri guineiani sui meticci capoverdiani, che avevano avuto un ruolo preponderante nel partito e nell'amministrazione. Un accordo di cooperazione bilaterale fra i due paesi è stato firmato nel febbraio 1988, ponendo fine alle polemiche e alle contese. Il nuovo regime trovò la sua istituzionalizzazione nel 1984: fu eletta un'assemblea e varata una nuova costituzione; Vieira assunse le funzioni di capo dello Stato, capo del governo, comandante in capo delle forze armate e segretario del PAIGC (che conserva la vecchia sigla e dizione). Un'altra congiura fu sventata nel 1985: alcuni cospiratori morirono in carcere e 6 alti ufficiali, fra cui l'ex numero due del regime, col. P. Correia, furono giustiziati.
Il 4° Congresso del PAIGC (novembre 1986) ha avviato un più marcato processo di liberalizzazione economica e di apertura ai capitali stranieri. Nel 1987 il governo ha stipulato un accordo di aggiustamento con la Banca Mondiale, che prevede una riduzione del settore statale, una svalutazione della moneta e un rilancio della produzione agricola. Nel 1989 Vieira è stato confermato presidente con L. Camara come vice ed è stata eletta l'Assemblea nazionale, composta tutta da esponenti scelti dal PAIGC.
Le pressioni popolari hanno costretto, nel maggio 1990, il Presidente ad avviare un processo di democratizzazione, che ha portato all'introduzione del sistema multipartitico e a fissare per la fine del 1992 le elezioni presidenziali e legislative.
Bibl.: J. Cl. Andreini, M. L. Lambert, La Guinée-Bissau, Parigi 1978; P. Chabal, Amilcar Cabral: revolutionary leadership and people's war, Cambridge 1983; L. Cabral, Cronica da libertaçao, Lisbona 1984; IPALMO, Amilcar Cabral e l'indipendenza dell'Africa, Milano 1984; C. Lopes, Etnia, stato e rapporti di potere in Guinea-Bissau, Bologna 1984; R. Galli, D. Jones, Guinea-Bissau: politics, economics and society, Londra 1987.