Scrittore spagnolo (Siviglia 1413 - Segovia 1474 circa); gravitò nell'orbita di Don Álvaro de Luna e alla morte di questo passò al servizio dell'arcivescovo di Toledo Carrillo. È autore di un Decir sobre el amor, nel quale imita Dante, e di composizioni di carattere politico-morale (Decires contra la pobreza, Del día del juicio, Siete pecados mortales, Querella de la gobernación). Il tema medievale della danza della morte ispira il Discurso de los doce estados del mundo, ma la sua opera migliore è Los siete salmos penitenciales trovados, censurata dall'Inquisizione che la soppresse dal Cancionero general. È anche autore del più antico rimario castigliano, La Gaya de Segovia o Silva copiosísima de consonantes para alivio de trovadores, conservato manoscritto nella Biblioteca Nazionale di Madrid.