MARCILLAT, Guillaume de Pierre de
Pittore e maestro di vetri, nato nel castello di La Châtre nel Bourbonnais circa l'anno 1470, morto in Arezzo il 13 aprile 1529.
Compromesso come autore, o complice, in un omicidio, si fece frate continuando la sua arte di pittore di vetrate. Chiamato a Roma da altro pittore francese, che, sotto il pontificato di Giulio II, attendeva alla fattura delle finestre del Vaticano, gli fu d'aiuto in un primo tempo in quel lavoro, dedicandosi poi per suo conto all'esecuzione di vetrate per altre chiese ed edifici di Roma.
A Roma s'ispirò alla maniera italiana e, resosi padrone del disegno e della prospettiva, creò grandi scene nelle sue vetrate, nelle quali, avendo perfezionato la tecnica avanzata e tradizionale della sua nazione ed avendovi introdotto nuovi e originalissimi sistemi (ben descritti da Giorgio Vasari, che ebbe il M. per suo primo maestro), ottenne effetti e risultati giudicati nel suo tempo, e anche oggi, insuperabili.
Da Cortona, dove compì varie opere, passò in Arezzo, dove finì con lo stabilirsi continuando a lavorare per quella città e per altri luoghi. Attendendo anche ad opere a olio e a fresco, gli vennero allogate le pitture delle vòlte del duomo d'Arezzo, di cui egli compì le prime tre, riuscite mediocri; e fu grave danno che egli, per quel lavoro, tralasciasse d'eseguire per molto tempo le sue mirabili vetrate.
Di queste, a Roma restano solo quelle di S. Maria del Popolo (quelle del Vaticano vennero distrutte dai lanzi tedeschi, durante il sacco di Roma, per utilizzare il piombo, con cui erano intessute, per palle di fucile); anche le altre eseguite per Cortona non esistono più o emigrarono all'estero. Per fortuna quelle della cattedrale e delle altre chiese d'Arezzo sono bene conservate e formano un gruppo artistico di importanza unica.
Bibl.: G. Mancini, G. de M., Firenze 1909; A. Del Vita, Il duomo di Arezzo, Milano 1914, p. 69 segg.; G. Mancini, Cinque vite di G. Vasari annotate, Firenze 1914, pp. 86-104; M. Salmi, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XV; A. Del Vita, Le vetrate di G. de M., in Le vie d'Italia, dicembre 1926; A. Venturi, St. dell'arte it., VII, ii, p. 414 e segg.