COLLETET, Guillaume
Scrittore francese, nato a Parigi il 12 marzo 1598, morto il 10 febbraio 1659. Fu avvocato al parlamento parigino, collaboratore letterario del cardinale di Richelieu, e membro dell'Accademia. Poeta fecondo sebbene men che mediocre, caldo ammiratore di Ronsard e di Du Bellay, ha un suo posto nella storia della precettistica di quel tempo per i trattatelli varî più tardi riuniti nell'Art poétique (1658). Ma merita d'essere ricordato soprattutto come infaticabile erudito. Impiegò i suoi ultimi anni a scrivere le Vies des poètes français, preziosa miniera di documenti per la storia letteraria del '500 francese e dei regni d'Enrico IV e di Luigi XIII: pubblicate sono soltanto singole vite, fra cui quella di Rabelais (Ginevra 1867) e dei tre Marot (Parigi 1871), le Vies des poètes gascons (Parigi 1866) e le Vies des poètes bordelais (Bordeaux 1874). Il C. fu anche traduttore, e recò in francese, fra l'altro, il De officiis di monsignor della Casa (Les devoirs mutuels des grands seigneurs et de ceux qui les servent..., Parigi 1648) e il De partu Virginis del Sannazaro (Les couches sacrées de la Vierge, Parigi 1634 e 1646). A lui e alla sua terza moglie, Claudine Le Hain, si riferiscono alcuni noti versi del La Fontaine: invece il poveretto Colletet "crotté jusqu'à l'échine", di cui si parla nella satira prima del Boileau, è suo figlio François (1628-1680), anch'egli autore di versi e di prose, ma di scarso interesse.
Bibl.: Pellisson, Hist. de l'Acad. franç., ed. Livet, Parigi 1858; Goujet, Bibl. franç., Parigi 1740-56; Th. Gautier, Les Grotesques, Parigi 1844.