Matematico e fisico (Pesaro 1545 - ivi 1607). In gioventù fu compagno di studî del futuro duca di Urbino Francesco Maria della Rovere e del Tasso. Studiò poi all'univ. di Padova (1564) e in seguito, tornato a Pesaro, fu allievo di F. Commandino (del quale pubblicò, 1588, la traduzione latina con commento delle Collezioni matematiche di Pappo) ed ebbe a sua volta come alunno B. Baldi. Amico e corrispondente di Galilei, lo incoraggiò, come Galilei stesso ricorda, a proseguire nelle sue ricerche sulla gravità dei solidi. Fra le sue opere: Mechanicorum liber (1577), nel quale, ignaro degli scritti di Leonardo, giunse indipendentemente a risultati che in qualche modo anticipano il principio dei lavori virtuali; Planisphaeriorum universalium theorica (1578); Perspectivae libri VI (1600), in cui, tra l'altro, introduce il concetto esatto di punto di fuga, da lui denominato punctum concursus; Problematum astronomicorum libri VII (1609) e De cochlea libri IV (1615), pubblicati postumi a cura del figlio Orazio. Gli si deve anche l'invenzione di alcuni strumenti scientifici; collaborò, per incarico di Gregorio XIII, alla correzione del calendario.