THUN, Guidobaldo
THUN (Thunn, Thun-Hohenstein), Guidobaldo (Guidobald). – Appartenente alla linea Thun-Boemia, nacque il 19 dicembre 1616 nel castello di Castelfondo, in Valle di Non, odierna provincia di Trento. Era il secondogenito del conte Giovanni Sigismondo, signore di Castelfondo, e di Barbara Thun, della linea di Castel Caldes.
Destinato a carriera ecclesiastica, iniziò gli studi presso il Collegio germanico di Roma. All’età di 14 anni, nel 1630, la sua vita conobbe un radicale cambiamento: tutta la sua famiglia, composta dal nonno Giovanni Cipriano, dal padre Giovanni Sigismondo, dalla matrigna Anna Margherita von Wolkenstein-Trostburg (la madre era morta nel 1618), da due sorelle e due fratelli, si trasferì in Boemia per prendere possesso dei feudi acquistati negli anni precedenti dallo zio di Guidobaldo, Cristoforo Simone Thun (v. la voce in questo Dizionario). L’anno prima, l’intera dinastia dei Thun aveva acquisito il titolo di conti dell’Impero (Reichsgrafen) e il cognome comitale von Hohenstein.
La mutata collocazione geografica apriva prospettive nuove anche sulle strategie familiari. A 17 anni Guidobaldo guadagnò un canonicato nel capitolo del duomo di Salisburgo, al quale aveva rinunciato un altro nobile tirolese, Georg Ulrich von Wolkenstein. Successivamente fece un lungo viaggio formativo (Kavaliertour) verso corti e città della Spagna, della Francia e dell’Inghilterra.
Dedicò gli anni Quaranta alla costruzione del cursus honorum ecclesiastico, tutto interno al Principato arcivescovile di Salisburgo. Nel 1640 al suo canonicato fu associato il diritto di seggio e di voto; nel 1644 fu eletto decano del capitolo del duomo; nel 1645 fu consacrato sacerdote e divenne vicario generale della diocesi di Salisburgo; infine, il 3 febbraio 1654 fu eletto principe arcivescovo di Salisburgo, succedendo al grande predecessore Paride Lodron (Lodrone), rimasto in carica fin dal 1619 e onorato con l’appellativo di ‘padre della patria’ per aver garantito a Salisburgo pace e relativa prosperità nel mezzo della guerra dei Trent’anni.
Anch’egli di origine trentina (era nato a Castel Noarna presso Rovereto), Lodron attesta gli stretti legami intercorsi per tutta l’età moderna tra il Principato arcivescovile di Salisburgo e la regione trentina, che sempre fornì alla Chiesa salisburghese studiosi, canonici e vescovi provenienti da famiglie aristocratiche come i Khuen-Belasi, i Lichtenstein, i Firmian, oltre ai Thun e ai Lodron. Un fratellastro di Guidobaldo, Giovanni Ernesto (1643-1709), figlio di Giovanni Sigismondo e della terza moglie Margarethe Anna von Öttingen, fu arcivescovo di Salisburgo dal 1687 al 1709; un altro fratellastro, Venceslao (1629-1673), figlio di secondo letto (e dunque di Anna Margherita von Wolkenstein-Trostburg) fu invece tra il 1664 e il 1673 vescovo di Passau, altra sede episcopale di grande interesse per la famiglia.
Favorito da una certa ripresa economica dopo la fine della guerra, Thun promosse la sistemazione architettonica in senso barocco della città, in particolare del duomo, cui furono aggiunti i campanili, e della relativa piazza, che assunse allora la sua monumentalità. Sostenne inoltre l’Università con l’istituzione di una cattedra di medicina. Rimasero invece irrisolte alcune questioni inerenti alla giurisdizione vescovile, in particolare l’organizzazione della burocrazia statale e diocesana e l’equilibrio nei rapporti tra principe arcivescovo e corpi intermedi, in primis il capitolo del duomo, che designava il presule imponendo onerosi patti elettorali. Benché orientato verso prospettive di ‘assolutismo vescovile’, Thun finì per trascurare questi aspetti, anche perché dal 1662 rimase spesso assente dalla città, essendo stato nominato da Leopoldo I come suo rappresentante permanente presso la Dieta imperiale perpetua (Immerwährender Reichstag) di Ratisbona, fondata nel 1663 per dare rappresentanza stabile ai ceti imperiali.
Questa posizione diede a Guidobaldo ulteriore visibilità e centralità nello scacchiere politico e diplomatico della Chiesa imperiale. Nel 1666, alla morte del vescovo Adam Lorenz von Törring, Thun fu eletto nuovo vescovo di Ratisbona. Nello stesso anno, per intervento diretto di Leopoldo I, fu creato cardinale da papa Alessandro VII: la proclamazione avvenne nel duomo di Ratisbona, ma Thun non riuscì mai a recarsi a Roma per ricevere la porpora dal pontefice. Ottenne pure il titolo onorifico di primate di Germania, formalmente legato al soglio episcopale di Magdeburgo, città da tempo passata al protestantesimo. Nel 1667 si candidò al soglio vescovile di Trento, dove fu sconfitto per un solo voto dal cugino Sigismondo Alfonso Thun (v. la voce in questo Dizionario): in questa occasione, tuttavia, Guidobaldo rappresentava il partito pansalisburghese e filowittelsbachiano della Chiesa imperiale, essendosi forse allentati i suoi legami con Casa d’Austria dopo il deludente esito delle trattative da lui condotte a Ratisbona sul dossier relativo alla politica francese nei confronti dei Paesi Bassi spagnoli.
Personalità piuttosto mondana, amante di feste, cerimonie e apparati, splendido ospite dei principi che passavano da Salisburgo, curò e promosse anche le sorti della sua famiglia, impegnata in quei decenni a radicarsi e realizzarsi nel nuovo contesto boemo.
Morì il 1° giugno 1668, per un’infezione conseguente a una caduta e a una ferita da chiodo nel parco di Hellbrunn. Fu sepolto nel duomo di Salisburgo.
Fonti e Bibl.: Litomerice, Státní oblastní archiv, Pobočka Decin, Archivio Thun; Regensburg, Bischöfliches Zentralarchiv; Salisburgo, Salzburger Landesarchiv, Historisches Archiv.
C. Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Österreichs, XLV, Wien 1882, pp. 35 s.; Geschichte Salzburgs. Stadt und Land, II, 1, a cura di H. Dopsch - H. Spatzenegger, Salzburg 1988, pp. 221-227; F. Ortner, Thun, Guidobald Reichsfreiherr (seit 1629 Reichsgraf) von (1616-1668), in Die Bischöfe des Heiligen Römischen Reiches 1648 bis 1803, a cura di E. Gatz, Berlin 1990, pp. 503 s.; G. Stadler, Salisburgo e il Trentino, Trento 1994, pp. 58-61; F. Ortner, Salzburgs Bischöfe in der Geschichte des Landes (626-2005), Frankfurt a.M. 2005, pp. 231-234; R. Juffinger et al., Erzbischof Guidobald Graf von Thun 1654-1668. Ein Bauherr für die Zukunft, Salzburg 2008.