MATTEI GENTILI, Guido
– Nacque a Torricella (attualmente frazione di Novafeltria, nelle Marche) il 19 maggio 1881 da Giuseppe e da Rosa Latini Ripa. Sia la famiglia paterna sia quella materna annoverano antenati di rilievo, fra cui L.A. Gentili, storico e filologo, e B. Latini Ripa, grecista ed erudito poligrafo.
Rimasto orfano del padre all’età di quattro anni, il M. venne mandato per i primi studi nel collegio di Strada (Castel San Nicolò), in Casentino, retto dai gesuiti, che negli stessi anni era frequentato anche dal cugino Paolo Mattei Gentili. Ottenne quindi la maturità classica ad Arezzo. Seguendo il cugino Paolo, si trasferì a Roma, dove cominciò a prendere lezioni di pianoforte da C. Bordoni (padre della sua futura moglie, Giuseppina, dalla quale ebbe poi cinque figli, due dei quali morti in tenerissima età), presso il quale si stabilì affittando nel 1904-05 una stanza con pianoforte. Studiò musica e composizione sotto la direzione di P. Mascagni, al quale rimase sempre affezionato e che spesso, in seguito, visitava all’hotel Plaza in corso Umberto. Parallelamente il M. approfondì lo studio dell’organo, prestando anche collaborazione presso la segreteria dell’Accademia filarmonica romana.
Il 31 luglio 1912 vinse il concorso bandito dal liceo musicale di S. Cecilia, divenendo poi vicesegretario e in breve tempo anche conservatore e distributore della biblioteca; furono queste prime esperienze professionali a segnare marcatamente la sua passione per l’indagine filologica e storico-musicale. Nel 1914 si licenziò per approdare, in capo a qualche anno e dopo altri impieghi di minor rilievo, al Pontificio Istituto di musica sacra con l’incarico di bibliotecario e presto anche di segretario; la sua posizione gli permise di avviare contatti e corrispondenze con numerose personalità nel campo della musica, dell’arte, della religione. Fin dal suo arrivo a Roma aveva prestato servizio in qualità di organista presso alcune chiese: S. Marco, S. Ignazio, S. Alfonso de’ Liguori. Da ultimo ricoprì l’incarico di organista titolare a S. Maria Maggiore.
Nel 1935 si iscrisse alla Società italiana degli autori ed editori come editore, dando così il via a una serie amplissima di pubblicazioni musicali, proprie e di altri autori. Nel ricco catalogo delle edizioni Nova et vetera trovarono posto nomi illustri di contemporanei e di classici: L. Refice, B. Somma, C. Dobici, M. Asola, Orlando di Lasso, A. de’ Liguori. Intraprese quindi nel 1938 un progetto molto impegnativo di collaborazione con l’olandese Algemene Maatchappij voor gewijde muziek (Società generale di musica sacra) per l’incisione in dischi sonori di composizioni stampate dalla sua casa editrice. Nel 1937 pubblicò a Roma «Membra disiecta» dell’archivio musicale di S. Spirito in Sassia, tentando con successo una puntuale ricostruzione, su basi documentarie, del disperso patrimonio codicologico e librario dell’archivio musicale della basilica e dell’archiospedale di S. Spirito in Saxia. Il lavoro risultava ancora validissimo dopo tre decadi se L. Feininger volle continuare sulle orme del M. pubblicando a Trento Membra disjecta reperta (1964) e Membra disjecta conjuncta (1966) a conclusione del lavoro di indagine sul patrimonio di S. Spirito.
La produzione di compositore del M. fu poliedrica e varia, e nacque sotto buoni auspici se fu annoverato, insieme con personalità ben più note come R. Casimiri, L. Perosi, E. Bottigliero, tra i «nuovi adepti» ceciliani mossi da «vivissimo ardore» L. Refice, Musica religiosa contemporanea, in Leonianum Anagninum, XVII [1926], 3, p. 27). Nel 1925 arrivò finalista nel concorso indetto per la scelta dell’inno per l’anno santo, e nel 1934 un suo salmo, Laetatus sum a tre voci miste e accompagnamento d’organo, entrò nel repertorio della cappella musicale della basilica di Loreto. Pubblicò suoi lavori per organo sulla Biblioteca Ceciliana, a partire dal 1935. Sua è una delle più note armonizzazioni del celebre Tu scendi dalle stelle.
Numerosissime e ancora non tutte note le sue composizioni: affrontò ogni genere di repertorio, da quello sacro-devozionale (Psalmus 50. Miserere, ad chorum trium vocum aequalium, Torino 1914; Sacrae nugae vel modulationes liturgicae, Roma 1931; Canzonette spirituali trascritte quali le cantava s. Alfonso Maria de’ Liguori, ibid. 1933; Ave Maria, a tre voci dispari sole, ibid. 1934), a quello profano (Girigogolo, minuetto per pianoforte, ibid. 1938; Roma, Biblioteca nazionale, Mss. musicali, 168: Fior del pensiero: strofette, La luce di questi occhi, I gelsomini, La neve, Pianto, Nel cuore umano) e civile (Risveglio, inno per i soldati d’Italia, ibid. 1935; Arte e lavoro!, inno per gli alunni del Ritrovo educativo di S. Andrea al Quirinale, ibid. s.d.).
Il M. fu anche collezionista e lavorò per incrementare la già cospicua biblioteca di famiglia, specie nella sezione musicale, ma si prestò anche in più occasioni a fare da mediatore tra il mercato antiquario e il Vaticano, specie per codici musicali, come documentato da corrispondenze con alti funzionari della Biblioteca apostolica Vaticana. Nel 1942 lasciò Roma e si ritirò a Torricella, nella villa di famiglia. Fu questo l’inizio di un periodo fruttuoso: la tranquillità della sua residenza gli permise di riordinare il materiale di studio raccolto nei decenni precedenti e di porre mano a una sistemazione definitiva della grande biblioteca privata.
Dedicò inoltre alcuni studi soprattutto al natio Montefeltro (Cronistoria parrocchiale di Torricella in diocesi di Montefeltro, ibid. 1942) e diede alle stampe l’esito di alcune ricerche in campo glottologico (Montfepehtru, San Marino 1950), frutto di un interesse tardivo per lingue estinte quali l’etrusco. Non da ultimo fu autore di opuscoli satirico-politici e devozionali, pubblicati anonimamente, e di articoli di storia e folclore feretrano (Castello di Torricella di Montefeltro, in Latina Gens, XII [1934], 5, pp. 159-165; Fragmenta, in Note d’archivio per la storia musicale, 1940, n. 1-2; Da una leggenda a un mito. Divagazioni a proposito de «La tomba di Sveva», in La Pié. Rass. mensile d’illustrazione romagnola, XVIII [1948], 3-4, pp. 58 s.).
Tra il marzo 1944 e il giugno 1945 mise a disposizione la sua residenza per accogliere, al fine di sottrarlo al rischio della devastazione bellica, il materiale di maggior pregio della Biblioteca Gambalunga e dei musei riminesi. Per tale azione meritoria la città di Rimini anche in tempi recenti gli ha dedicato lapidi commemorative e giornate di studio (la documentazione relativa all’impegno profuso dal M. nella salvaguardia delle opere d’arte riminesi durante il periodo bellico è conservata nell’Archivio del Comune di Rimini, depositato presso l’Archivio di Stato di Rimini, nelle cartelle di corrispondenza degli anni 1944-45).
Il M. morì l’11 giugno 1956 a Sant’Arcangelo di Romagna.
La Biblioteca civica Gambalunga di Rimini custodisce la gran mole di materiale cartaceo acquistata dagli eredi del M. negli anni immediatamente seguenti il suo decesso, con il contributo del Comune di Rimini, della Cassa di risparmio di Rimini e del ministero della Pubblica Istruzione. Esso consta di un fondo librario, di un fondo musicale e di un fondo documentario. Il primo contiene circa 1300 volumi, per un totale di 2700 unità bibliografiche, a cui vanno aggiunti 4 faldoni con 84 opuscoli antichi (ante 1830) e 20 faldoni con 1069 opuscoli moderni (post 1830). Il fondo musicale raccoglie 137 libretti, i cui estremi cronologici oscillano fra il 1642 e il 1933, e centinaia di opere a stampa e manoscritte non ancora inventariate, fatta eccezione per i manoscritti settecenteschi e per un piccolo nucleo di musiche bandistiche e operistiche. Il fondo documentario occupa 40 faldoni e contiene l’archivio della famiglia Mattei Gentili a partire dal XVI secolo, nonché una grande quantità di materiale utilizzato per la redazione delle pubblicazioni, i taccuini di studio, gli epistolari, le schedine di appunti, i carteggi e ogni sorta di materiale documentario sulla vita e sull’opera del Mattei. Nell’Archivio della Biblioteca civica Gambalunga si trova una biografia dattiloscritta del M. redatta dal figlio Giuseppe, senza data.
Fonti e Bibl.: C. Lucchesi, Gli istituti culturali del Comune di Rimini durante la seconda guerra mondiale, Forlì 1947, p. 8; A. Santini, Fondazione e sviluppo del Pontificio Ist. di musica sacra, in Boll. degli «Amici del Pontificio Istituto di musica sacra», XIII (1961), 1-4, pp. 17, 19; L. Feininger, Membra disjecta reperta, Trento 1964, pp. 7, 10 s.; Id., Membra disjecta conjuncta, Trento 1966, pp. 5 s.; O. Gregorio, «Tu scendi dalle stelle», in Boll. Ceciliano, LXII (1967), 1, p. 23; Guida degli Archivi lauretani, a cura di F. Grimaldi, Roma 1985, pp. 635, 692; Il repertorio musicale della cappella di Loreto, a cura di G. Luppino, Loreto 1985, pp. 11, 61; L. Inzaghi, Catalogo del fondo Mattei Gentili esistente alla Biblioteca Gambalunga di Rimini, in Amintore Galli musicista e musicologo, Milano 1988, pp. 177-182; M. Grossi, Manoscritti settecenteschi dei Mattei Gentili da Torricella nella Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, in Quaderni musicali marchigiani, V, a cura di G. Moroni, Urbino 2000, pp. 7-36; P. Delbianco, Il fondo Mattei Gentili, in La Biblioteca civica Gambalunga: l’edificio, la storia, le raccolte, a cura di P. Meldini, Rimini 2000, pp. 82 s.