GATTI, Guido Maggiorino (Guido Maria)
Nacque a Chieti il 30 maggio 1892 da Pierluigi e Giovanna Pelini. Trascorse l'infanzia in Piemonte (ad Alessandria e poi a Torino) e ritornò a Chieti nel 1907, alla morte del padre. Intraprese lo studio del violino all'età di sei anni e quello del pianoforte all'età di dodici. Conclusi gli studi liceali nella città natale, si trasferì nuovamente a Torino nel 1909, per iscriversi al corso di ingegneria industriale presso il Politecnico, dove si laureò nel 1914. Sebbene i primi articoli, scritti nell'autunno del 1909 come critico presso la Mostra internazionale d'arte a Venezia concernessero le arti figurative, la scoperta di R. Wagner, nel capoluogo piemontese, lo portò a rivolgersi più intensamente alla musica, alla quale dedicò, in veste di cronista, di storico, di musicologo e organizzatore, il resto della sua esistenza.
Dal 1914 al 1915 fu redattore capo del settimanale La Riforma musicale, fondato l'anno prima da C. Scaglia e C.E. Croce. Iniziativa pregevole fu quella di promuovere, accanto al settimanale, una collana di piccole monografie critiche, intitolata I grandi musicisti. La Riforma musicale fu sospesa durante il periodo bellico, e ripresa per brevissimo tempo nel 1918. Nel 1920 il G., in collaborazione con la Fabbrica italiana pianoforti, fondò la rivista mensile Il Pianoforte, pubblicata fino al 1927.
Sulle pagine di questa rivista si dibatterono problemi di grande attualità, quali la crisi dell'opera, l'atonalismo, la nuova musica francese, il ruolo della musica nella cultura italiana. Il Pianoforte fu inoltre tra i promotori del primo Congresso italiano di musica, tenutosi a Torino nell'ottobre 1921. La rivista continuò nel 1928 sotto il nuovo nome di La Rassegna musicale, e il G., sempre alla direzione, si avvalse della collaborazione di L. Ronga e, in seguito, di M. Mila. L'intento divulgativo che stava ancora alla base de La Riforma musicale e de Il Pianoforte fu in parte abbandonato per affrontare temi ideologicamente più impegnativi, quali problemi di estetica, questioni più schiettamente musicologiche, e la definizione del concetto di interpretazione. A questo proposito, fu proprio il G., sulle pagine della stessa rivista, a stimolare nel 1930 quella vivace polemica, che durò per oltre un decennio, tra coloro che consideravano l'interpretazione un mero atto esecutivo e coloro che ne ribadivano una dignità creativa pari all'atto compositivo. La rivista fu trasferita nel 1941 da Torino a Roma e le pubblicazioni, sospese dal 1944 al 1946 in seguito alle vicende belliche, ripresero nel gennaio del 1947 con periodicità trimestrale; alla fine del 1962 fu sostituita dai Quaderni della Rassegna musicale, che continuarono a intervalli liberi.
Nel 1972 il G. assunse la direzione della rivista Studi musicali, edita dall'Accademia nazionale di S. Cecilia. Diede poi un importante contributo, nel 1967, alla risorta Rivista musicale italiana con tre saggi su Torino musicale del passato. Diresse e ideò inoltre varie collane, tra cui, oltre la citata I grandi musicisti (Torino 1914-15), I maestri della musica (ibid. 1939-43), I grandi interpreti, e Symposium. Fu creatore de La Musica, Enciclopedia storica e Dizionario, insieme con A. Basso (1966-71), coordinatore della sezione musicale del Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi (1946-49) e del Dizionario degli autori (1956). Fu critico musicale del quotidiano XX Secolo e, dal 1951 al 1969, del settimanale Il Tempo di Milano. Collaborò inoltre in veste di librettista con G.F. Ghedini (Gringoire, da T. de Bamville, 1915) e con V. Davico (La dogaressa, 1920).
Non di minore importanza e intensità fu l'attività del G. organizzatore. Dal 1925 al 1931 fu sovrintendente al teatro di Torino, nato in un ambiente culturale che ruotava intorno ai nomi di L. Venturini, F. Casorati, G. Chessa, con il sostegno mecenatesco dell'industriale R. Gualino.
Qui promosse diverse prime rappresentazioni italiane, fra cui Ariannaa Nasso di R. Strauss, L'heure espagnole di M. Ravel, Sette canzoni di G.F. Malipiero, Madonna Imperia di F. Alfano, oltre che la ripresa de L'italiana in Algeri. Ospitò inoltre i più importanti registi stranieri, tra i quali A.J. Tairov, G. Pitoëff, J. Copeau. Nel 1933 il G. fu nominato segretario del primo Maggio musicale fiorentino e del primo Congresso internazionale di musica di Firenze, incarico, quest'ultimo, che ricoprì anche nelle due successive edizioni del 1935 e del 1936. Fu inoltre, dal 1934 al 1966, amministratore delegato della Lux film (fondata da R. Gualino) e invitò a collaborare alle colonne sonore musicisti quali G.F. Ghedini, I. Pizzetti, G. Petrassi, L. Dallapiccola.
Nel 1944 fondò la compagnia del Teatro di Roma, che portò in scena per la prima volta in Italia opere di J. Cocteau e J. Giraudoux e consentì l'esordio di L. Visconti come regista teatrale. Sempre nella capitale nel 1950 il G. promosse con alcuni amici l'associazione Anfiparnaso che, nella sua unica stagione, consentì la riesumazione de Il turco in Italia di G. Rossini (con Maria Callas, e G. Gavazzeni sul podio) e la rappresentazione di opere appositamente commissionate quali Morte dell'aria di G. Petrassi, Job di L. Dallapiccola, Il tenore sconfitto di V. Tommasini, Orfeo vedovo di A. Savinio.
Dal 1953 al 1955 fu presidente dell'Accademia filarmonica romana; dal 1969 al 1973 direttore artistico della Società aquilana dei concerti B. Barattelli; dal 1966 al 1972 vicepresidente dell'Accademia di S. Cecilia. Nel 1956 ricevette la medaglia d'oro per i benemeriti della cultura e dell'arte dal ministero della Pubblica Istruzione. Ebbe onorificenze anche da parte del governo francese: quella di cavaliere della Legion d'onore nel 1929 e Palme accademiche per l'attività svolta a vantaggio della musica francese in Italia.
Il G. morì a Grottaferrata, presso Roma, dove si era stabilito dal 1965, il 10 maggio 1973.
La vedova, Clelia Aldrovandi, fece dono della biblioteca musicale del marito all'Istituto di storia della musica dell'Università di Torino (facoltà di lettere).
L'attività e la figura del G. assumono grande rilievo nel panorama musicale italiano del Novecento. La sua formazione, pur poggiando sulle basi dell'idealismo crociano, non rinnegò apporti positivistici e si aprì anzi alle più svariate esperienze critiche. La sua opera di divulgatore e promotore contribuì, grazie anche alla collaborazione con varie riviste straniere, a diffondere in un contesto europeo e internazionale la produzione dei grandi protagonisti della musica italiana novecentesca: F. Busoni, G.F. Malipiero, A. Casella, I. Pizzetti e, successivamente, G. Petrassi e L. Dallapiccola.
Scritti: Guida storico-musicale sul mistero di "Giovanna d'Arco" di M.E. Bossi, Torino 1914; I Lieder di Schumann, ibid. 1914; Figure di musicisti francesi, ibid. 1915; G. Bizet, ibid. 1915; Musicisti moderni d'Italia e di fuori, Bologna 1920; "Debora e Jaele" di Pizzetti, Milano 1922; "Le barbier de Séville" de Rossini, Paris 1925; Dizionario di musica (in collab. con A. Della Corte), Torino 1925; I. Pizzetti, ibid. 1943; V. de Sabata, Milano 1958; A. Casella (in collab. con F. D'Amico), ibid. 1958. Il G. curò, in collab. con L. Dallapiccola, Scritti e pensieri sulla musica di F. Busoni, Firenze 1941.
Tra i contributi a periodici e riviste si ricordano: C. Debussy e la scuola impressionista moderna, in Piemonte, settembre 1911; Il cavaliere Cristoforo Gluck, in Varietas, 1914; La prima rappresentazione di "Madame Sans-Gêne" di U. Giordano, in Orfeo, aprile 1915; A. Casella, in La Nuova Musica, marzo 1916; Déodat de Séverac, in L'Arte pianistica, febbraio 1917; Le espressioni drammatiche di G.F. Malipiero, in Rivista musicale ital., XXVI (1919); Il "Socrate" di E. Satie, in Musica d'oggi, novembre 1920; L'opera pianistica di C. Debussy, in Riv. musicale ital., XXVII (1920); Ernest Bloch, in The Musical Quarterly, gennaio 1921; Pizzetti critico, in Il Pianoforte, agosto 1921; "La leggenda di Sakuntala" di F. Alfano, in La Revue musicale, febbraio 1922; L'Accademia di S. Cecilia e l'Augusteo di Roma, in The Musical Quarterly, luglio 1922; F. Alfano, ibid., ottobre 1922; Due "Macbeth": Verdi e Bloch, in La Cultura musicale, 1922; Schoenberg, Casella e un "nuovo stile musicale italiano", in L'Esame, aprile 1924; G. D'Annunzio and the Italian opera composer, in The Musical Quarterly, aprile 1924; Il "Nerone" di Boito, ibid., ottobre 1924; Four Composers of present-day Italy, ibid., luglio 1926; Gli scritti di Debussy, in Il Pianoforte, aprile 1927; Rileggendo le opere di Puccini, ibid., agosto 1927; The works of G. Puccini, in The Musical Quarterly, gennaio 1928; Aspetti della situazione musicale in Italia, in La Rass. musicale, gennaio 1932; Nuovi epistolari wagneriani, in Pegaso, settembre 1932; Pizzetti, Musiche nuove a Venezia, ibid., ottobre 1932; De Falla e il suo "Retablo", in Domus, novembre 1932; L'ultima leva musicale in Italia, in Modern Music, dicembre 1933; Nuovi aspetti della situazione musicale in Italia, in La Rassegna musicale, gennaio 1934; Malipiero operista, in Comoedia, gennaio 1934; Il "Servizio sacro" di E. Bloch, in Pan, maggio 1934; Il "Rossini" di Francis Toye, ibid., luglio 1934; The stage works of F. Busoni, in The Musical Quarterly, luglio 1934; Rossini fuor del romanticismo, in Comoedia, settembre 1934; A. Boito nelle sue critiche e nelle sue lettere, in Monthly Musical Record, dicembre 1934; Malipiero romantico e classico, ibid., febbraio 1935; Orseolo di Pizzetti, in Pan, giugno 1935; "Giulio Cesare" di Malipiero, in Modern Music, marzo 1936; G. Petrassi, in Monthly Musical Record, settembre 1936; L. Dallapiccola, ibid., febbraio 1937; Musiche nuove al V Festival intern. di musica contemporanea a Venezia, in Nuova Antologia, 1° ott. 1937; Due opere nuove: R.W. Williams e R. Strauss, in La Rassegna musicale, settembre 1938; Le ultime composizioni di Pizzetti, ibid., settembre-ottobre 1940; Due opere d'oggi a Roma (Malipiero e Berg), in Nuova Antologia, 1° dic. 1942; Lettere musicali parigine, in Il Secolo XX, 1946; Lettera ad A. Toscanini sul miglior modo di onorare Verdi, in La Rassegna musicale, XIX (luglio 1949); O. Messian: l'itinerario del musicista, in La Fiera letteraria, maggio 1950; Opere e operisti italiani del XX secolo, in Opera Annual, 1955; A. Toscanini, note e ricordi, in Nuova Antologia, marzo 1957; Il dramma di Bloch, in La Rassegna musicale, XXIX (1959); Il teatro di Pizzetti, in Opera Annual, 1960; La musique italienne au XXème siècle e G. Puccini, in Encyclopédie de la Pléiade: Histoire de la musique, II, Paris 1963; Grandezza e decadenza dei festivals italiani di musica contemporanea, in L'Osservatore politico-letterario, dicembre 1964; Ricordo di M. Castelnuovo-Tedesco, in Annuario dell'Acc. nazionale di S. Cecilia, 1969.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Tempo, 12 maggio 1973, p. 10; A. Casella, Lettera a G.M. G., in La Rassegna musicale, XVI (1943), pp. 200 s.; G. Graziosi, L'interpretazione musicale, Torino 1952, pp. 25 s., 48; F. D'Amico, I casi della musica, Milano 1962, pp. 114 s.; E. Fubini, L'estetica musicale dal Settecento ad oggi, Torino 1964, pp. 216, 218, 222; L. Pestalozza, La Rassegna musicale: antologia, Milano 1966, pp. IX s.; A. Basso, G.M. G., in Studi musicali, II (1973), 1, pp. 3 s.; Testimonianze, studi e ricerche in onore di G.M. G. (1892-1973), in Quadrivium, XIV (1973): comprende G. Vecchi, G.M. G.: in memoria, pp. 9 s.; Id., La produzione critica di G.M. G., pp. 15 s.; M. Pincherle - A. Parente, Testimonianze a G.M. G., pp. 27 s.; V. Gui, Ricordo di G.M. G., pp. 31 s.; F. Fano, Di una corrispondenza di G.M. G. con G.A. Fano con notizie e considerazioni connesse, pp. 45 s.; E. Fubini, Musica e linguaggio nell'estetica contemporanea, Torino 1973, pp. 10-13, 28, 31, 86; M. Mila, L'opera di G.M. G. nella cultura musicale italiana, in Studi piemontesi, III (1974), pp. 121 s.; F. Nicolodi, Musica e musicisti nel ventennio fascista, Fiesole 1984, ad indicem; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 602; Enc. dello spettacolo, V, coll. 965 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, pp. 132 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, pp. 184 s.