GRANDI, Guido
Nacque a Vigevano il 3 marzo 1886 da Giuseppe, di famiglia bolognese, e da Elisabetta Mainardi. Era ancora nei primi anni dell'infanzia quando suo padre, ufficiale di carriera, per trasferimento rientrò con la famiglia a Bologna, dove il G. compì gli studi e nel 1910 conseguì la laurea in scienze naturali.
Nello stesso anno lasciò Bologna, perché nominato assistente presso il laboratorio di zoologia generale e agraria del R. Istituto superiore agrario di Portici, allora diretto dall'entomologo F. Silvestri. Nel 1913 si unì in matrimonio con Valentina Rondanini di famiglia romana e nel 1914 nacque l'unica figlia, Giuliana. Nel 1921 conseguì la libera docenza e nel 1923 ritornò a Bologna come professore incaricato di entomologia presso il R. Istituto superiore agrario (divenuto in seguito facoltà di agraria dell'Università di Bologna). Nel 1925 vinse il concorso a cattedra e fu chiamato presso l'ateneo bolognese. Nel 1926 fondò l'istituto di entomologia, che sotto la sua direzione divenne un centro di studi rinomato in tutto il mondo.
Proseguì gli studi anche dopo aver lasciato la cattedra nel 1956 per limiti di età, fino alla morte, avvenuta in Bologna per collasso cardiaco il 10 dic. 1970.
La vocazione per gli studi naturalistici si era rivelata in lui fin dall'infanzia e la passione e l'entusiasmo con cui si accostava alle prime indagini sarebbero rimaste come una nota dominante della sua lunga vita di scienziato (agli approcci con la sistematica lo aiutarono i consigli che soleva chiedere a un naturalista della sua città, Andrea Fiori). Rivolse i primi interessi ai Coleotteri e nel 1904, ancora studente liceale, pubblicò il primo lavoro su Le forme italiane del gen. Attelabus (in Riv. di coleotterologia italiana, II [1904], pp. 165-171, in collab. con M. Gortani); seguirono altri lavori, sempre su Coleotteri, tra cui quelli sulla tassonomia e geonemia di Cicindelidi italiani (Sulla Cicindele lunulata F. ed aulica Dej. e sulla loro varietà e distribuzione in Italia, ibid., IV [1906], pp. 85-107).
Intanto il suo orizzonte scientifico si andava allargando, anche per influenza prima del maestro C. Emery e, dopo il trasferimento a Portici, di Silvestri. Tra i nomi dei suoi maestri egli poneva anche quello di G.B. Grassi, che avvicinò soprattutto durante il soggiorno a Roma per il servizio militare. Ma la personalità scientifica del G. si affermò rapidamente e si delineò oltre a quella che poteva essere l'influenza di una scuola. Egli conservò per tutta la vita un atteggiamento di pensiero volutamente freddo e alieno da speculazioni astratte non ancorate a una rigorosa sperimentazione.
Sono tre i filoni principali delle sue ricerche. Il primo fu quello degli Imenotteri Terebranti Calcidoidei viventi entro i ricettacoli o urne (i cosiddetti siconi) delle Moracee del genere Ficus di tutta la terra, che con la pianta ospite contraggono intricate e impegnative simbiosi mutualistiche e antagoniste. A questo tema sono dedicate una sessantina di memorie: la prima è del 1916 (in realtà questi studi furono iniziati antecedentemente, ma vennero poi interrotti dal primo conflitto mondiale, cui il G. partecipò come ufficiale di artiglieria e di aviazione, ottenendo una decorazione al valore militare), l'ultima del 1967. Su tali Insetti non si avevano che notizie scarse e frammentarie. Morfologo nel senso più ampio del termine, utilizzò l'indagine morfologica non solo come strumento tassonomico (nella sesta edizione del suo Catalogo ragionato degli Agaonidi del mondo registrò quanto era conosciuto a quella data in campo sistematico-ecologico su questo gruppo: delle centosettanta specie ricordate, la metà circa era stata scoperta e descritta da lui: Catalogo ragionato degli Agaonidi del mondo descritti fino ad oggi. 57° Contributo alla conoscenza degli Insetti dei Fichi (Hymenoptera Chalcidoidea), in Boll. dell'Istituto di entomologia dell'Università di Bologna, XXVI [1963], pp. 319-373), ma anche come mezzo per realizzare un mirabile lavoro di comparazione e interpretazione delle straordinarie modificazioni somatiche subite da questi Insetti durante la loro singolare evoluzione e in rapporto con il sistema di vita confinato entro l'urna dei fichi. Fu infine il G. che mise in luce lo svolgimento, e i mirabili processi e meccanismi che lo permettono, della simbiosi a tre simbionti tra le uniche due specie di Calcidoidei dei fichi viventi in Italia, l'Agaonide Blastophaga psenes e il Torimide Philotrypesis caricae, e una forma del Ficus carica, il Caprifico. I suoi reperti hanno avuto in seguito all'estero una completa conferma.
Nel 1924 iniziò un secondo filone di ricerche, condotte prevalentemente in campagna durante i mesi estivi, quelle sugli Imenotteri Aculeati. Sono in tutto più di trenta memorie: la prima porta la data del 1925, l'ultima uscì postuma nel 1971. Le letture giovanili delle opere di J.-H. Fabre avevano certamente stimolato l'interesse del G. verso questi Insetti dallo psichismo altamente evoluto. La modalità con cui vengono costruiti i nidi pedotrofici, la paralizzazione delle vittime, la localizzazione dell'uovo, l'approvvigionamento cumulativo o frazionato, la chiusura provvisoria del nido e il suo ritrovamento ci illustrano comportamenti istintivi altamente evoluti, non immutabili né infallibili ma suscettibili di essere corretti in dipendenza di necessità contingenti. I risultati di tali ricerche sono esposti, coordinati e discussi in un bel volume di circa 650 pagine, uscito nel 1961 a Bologna con il titolo Studi di un entomologo sugli Imenotteri superiori: vi sono riferiti i comportamenti etologici di più di 220 specie, con descrizione della conformazione delle larve e indicazioni dei simbionti.
Infine, quanto egli aveva scoperto negli Insetti dei fichi sull'annoso problema tuttora aperto dell'"adattamento morfologico" lo spinse a dedicarsi a un terzo filone di ricerche, quello sulla morfologia ed etologia comparate di Insetti a regime specializzato. Il primo importante contributo (La morfologia comparata di alcuni stati larvali di 20 Microlepidotteri minatori, in Bollettino del Laboratorio di entomologia del R. Istituto superiore agrario di Bologna, IV [1931], pp. 233-337) cominciò una serie di memorie conclusasi nel 1960 con la ventitreesima, in cui furono però inserite memorie antecedenti. Si tratta di indagini morfologiche condotte su di un vastissimo materiale riguardante Insetti con larve endofite, Insetti ipermetaboli, stadi preimmaginali di Insetti sociali, conformazioni addominali particolari (solenogastria e pseudosolenogastria), che prospettano le modificazioni della forma in funzione dell'attività esplicata e dell'ambiente.
Le conclusioni furono esposte e discusse in due voluminose memorie, la prima presentata nel 1955 ai Lincei, la seconda pubblicata in inglese nel 1959 nelle Smithsonian Miscellaneous Collections. Esse ci forniscono una base assai valida e obiettiva per la comprensione globale del fenomeno dell'"adattamento morfologico" e introducono alla interpretazione dei comportamenti evolutivi.
L'ammirevole armonica capacità di sintesi del G. si rivela in pieno nei trattati Introduzione allo studio dell'entomologia (due volumi di oltre 2300 pagine, Bologna 1951) e Istituzioni di entomologia generale (ibid. 1966), un compendio di 655 pagine in cui il G. volle inserire quanto di nuovo era stato messo in luce durante il quindicennio seguito all'uscita del primo trattato, anni in cui, in tutto il mondo, la ricerca nel campo entomologico era stata intensissima e, per qualche capitolo, addirittura rivoluzionaria, anche grazie al suo vastissimo patrimonio di conoscenze.
Per quanto riguarda l'entomologia agraria, oltre ai riferimenti ai vari problemi del suo primo trattato, abbiamo contributi originali e infine, di importanza fondamentale, la serie dei suoi interventi, a incominciare dalla fine degli anni Quaranta, quando ancora l'argomento non era di attualità, sul gravissimo problema delle conseguenze secondarie deleterie della lotta chimica indiscriminata sugli equilibri biologici degli esseri viventi.
In numerosi altri suoi scritti (necrologi, discorsi e dissertazioni su vari argomenti, recensioni ecc.) risaltano sempre le doti di obiettività e di chiarezza e la capacità di cogliere in ogni questione il punto focale. La sua opera di divulgatore scientifico si manifesta in maniera particolare in un volumetto di 163 pagine, dove, con prosa composta e chiara, racconta le avventure meravigliose di Un mondo occulto di dominatori, gli Insetti, Bologna 1968.
Tra le realizzazioni del G. ricordiamo nel 1928 la fondazione di una rivista, il Bollettino del Laboratorio di entomologia del R. Istituto sup. agrario di Bologna (dal 1935 al 1983, Bollettino dell'Istituto di entomologia dell'Università di Bologna; dal 1984 Bollettino dell'Istituto di entomologia G. Grandi dell'Università di Bologna) che raccoglie la maggior parte della produzione scientifica dell'istituto stesso, diffusa in tutto il mondo; sotto la sua direzione furono pubblicati ventotto volumi. Fondò e diresse, in collaborazione con lo zoologo M. Salfi, la collana Fauna d'Italia, opera patrocinata dall'Accademia nazionale italiana di entomologia e dall'Unione zoologica italiana.
Alla sua scuola si formarono numerosi allievi, molti dei quali raggiunsero la cattedra universitaria. Fu chiamato sovente a profondere la sua attività fuori dell'istituto e gli furono affidati incarichi di prestigio, quali la presidenza a vita dell'Accademia nazionale italiana di entomologia, di cui fu uno dei soci fondatori. Molti furono anche gli alti riconoscimenti e gli onori tributatigli dal mondo scientifico: fu socio nazionale dei Lincei e di numerose altre accademie, membro honoris causa delle principali società entomologiche straniere e gli fu conferita la laurea honoris causa in scienze agrarie dall'Università di Torino.
Il G. dette alle stampe 255 pubblicazioni, il cui elenco completo si trova in M.M. Principi, G. G. e la sua opera (1971). Qui sono ricordate alcune delle più significative: Studio morfologico e biologico della Blastophaga psenes (L.), in Boll. del Laboratorio di zoologia generale e agraria della R. Scuola superiore d'agricoltura di Portici, XIV (1920), pp. 63-204; Monografia del gen. Philotrypesis Först (32° Contributo alla conoscenza degli Insetti dei fichi), in Boll. del Laboratorio di entomologia del R. Ist. superiore agrario di Bologna, III (1930), pp. 1-181; Morfologia ed etologia comparate degli Insetti a regime specializzato. XII. Macrosiagon ferrugineum flabellatum F., in Boll. dell'Ist. di entomologia della R. Università di Bologna, IX (1936), pp. 33-64; intervento in occasione del IV Convegno tecnico nazionale della bieticoltura, … 1949, Bologna 1949, ad indicem; Gli Insetti a regime specializzato ed i loro "adattamenti morfologici" (XIX Contributo alla loro conoscenza), in Memorie dell'Accademia naz. dei Lincei, cl. di scienze fìsiche, matematiche e naturali, s. 8, V (1955), pp. 1-599; The problems of "morphological adaptation" in Insects (XXII contributo alla conoscenza degli Insetti a regime specializzato), in Studies in Invertebrate Morphology, in Smithsonian Miscellaneous Collections, CXXXVII (1959), 4350, pp. 203-230; The Hymenopterous Insects of the superfamily Chalcidoidea developing within the receptacles of figs. Their life-history, symbioses and morphological adaptations, in Boll. dell'Ist. di entomologia dell'Università di Bologna, XXIV (1961), pp. I-XIII; Les instincts et leurs manifestations chez les Hyménoptères supérieurs, in Scientia, s. 6, XLVII (1962), pp. 209-216; Gli insetti e loro fattori di mortalità, gli equilibri biologici e le conseguenze su questi dell'intervento dell'uomo, in Atti del Convegno sul tema: Equilibri biologici e insetticidi (… 1962), Roma 1962, pp. 7-22; Le società degli Insetti. Riepilogo della loro struttura, del loro comportamento e della loro fondazione, in Scientia, s. 7, V (1970), pp. 280-292.
Fonti e Bibl.: M.M. Principi, G. G e la sua opera, in Rendiconti dell'Accademia dell'Ist. di Bologna, cl. di scienze fisiche, s. 12, VIII (1971), pp. 180-190, e in Boll. dell'Ist. di entomologia dell'Università di Bologna, XXX (1971), pp. 1-24 (con bibl.); A. Goidanich, Uno scienziato, un maestro, un uomo: G. G., in Rendiconti dell'Accademia naz. italiana di entomologia, XIX (1972), pp. 5-40 (con bibl.), e in Mem. della Società entomologica italiana, CII (1973), pp. 5-34; P. Pasquini, G. G., in Accademia nazionale dei Lincei, Celebrazioni lincee, CXV (1972), pp. 3-25 (con bibl.); B. Baccetti, Riflessioni sulla figura di G. G. a dieci anni dalla sua scomparsa, in Atti del XII Congr. naz. italiano di entomologia, Roma 1980, pp. 67-98, e in Mem. della Società entomologica italiana, CXI (1982), pp. 69-97; E. Mellini, G. G. nel decennale della sua scomparsa, in Rend. dell'Accademia naz. italiana di entomologia, XXVIII-XXIX (1981), pp. 83-109, e in Boll. dell'Ist. di entomologia dell'Università di Bologna, XXXVI (1981), pp. 1-26; Mem. della Società entomologica italiana, CXI B (1982), volume supplementare in onore del G.; M.M. Principi, G. G., in Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, cl. di scienze fisiche, Figure di maestri che hanno operato nel corso del IX centenario dell'Università di Bologna, 1990, pp. 273-279.