FAVA (o Faba), Guido
Maestro di grammatica e dettatore del secolo XIII, di cui si hanno poche e incerte notizie. Nacque prima del 1190, morì poco dopo il 1243. Insegnò a Bologna, e forse a Siena. Nella storia dei dettatori occupa un posto notevole per le molte opere che produsse, sia teoriche, come la Summa dictaminis (1229) sia pratiche, come i Dictamina rhetorica (1226-27), contenenti esordî e formularî di lettere e discorsi. Maggiore interesse suscita oggi la Doctrina ad inveniendas, incipiendas et formandas materias (1237?), perché contiene alcuni esempî di lettere in volgare bolognese, che sono i più antichi saggi di prosa letteraria italiana, e che si trovano nei codici raccolti anche a parte col titolo Gemma purpurea. Per la stessa ragione è da menzionarsi la raccolta assai più ampia di Parlamenta et epistole (1242-43), cioè lettere in latino (epistole) e discorsi in volgare (parlamenta).
Edizioni: La Summa dictaminis e i Dictamina rhetorica furono pubblicati da A. Gaudenzi, in Propugnatore, n. s., III e V-VI; la Doctrina ad inveniendas ecc. dal Röckinger, in Briefsteller u. Formelbücher des XI.-XIV. Jahrh., Monaco 1863; la Gemma purpurea da E. Monaci, Roma 1901; i Parlamenta et epistole da A. Gaudenzi, I suoni, le forme e le parole dell'odierno dialetto della città di Bologna, Bologna 1889, pp. 127-160. Altre opere di minore importanza sono inedite.
Bibl.: A. Gaudenzi, Sulla cronol. delle opere dei Dettatori bolognesi da Buoncompagno a Bene da Lucca, in Bull. dell'Ist. Stor. It., n. 14, Roma 1895, pp. 118-159; F. Torraca, Studi di storia letteraria, Firenze 1923, p. 30; E. Monaci, Su la Gemma Purpurea e altri scritti in volgare di Guido Fava, in Rend. R. Acc. dei Lincei, Classe scienze morali stor. e filol., IV, fasc. 12 (1888); A. Schiaffini, La tecnica della prosa rimata nel Medioevo latino in Guido Faba, Guittone e Dante, in Studj romanzi, XXI, pp. 1-115.