FASSI, Guido (Guido del Conte)
Figlio del capomastro Francesco e di Giulia Belesi, nacque a Carpi (Modena) il 5 dic. 1584 e fu battezzato nella collegiata dell'Assunta il giorno 7 dello stesso mese (Cabassi, 1784). Formatosi presso il padre (Tiraboschi, 1786, p. 396), lo dovette coadiuvare presso vari cantieri, come quello della collegiata di Carpi, in data successiva al 1612 (Garuti, 1987; ma, secondo Campori, 1855, fu il F. stesso a subentrare nella direzione dei lavori per l'abside dopo la morte di A. Federzoni, avvenuta nel 1612). Fra le sue opere architettoniche, tutte a Carpi, si ricorda "la vasta fabbrica dei Granai e Forni pubblici", risalente al 1615 (Tiraboschi, 1786, p. 398), rimaneggiata in epoca recente, soprattutto all'esterno, mentre si sono conservati l'ingresso con volta a crociera su peducci e i pilastri con arcate del cortile. Nel 1621, Su Suo progetto e su commissione della Confraternita della Madonna della Misericordia, il F. rifece a unica navata la chiesa di S. Giovanni Battista (demolita nel 1804).
Fra il 1625 e il 1637 fu costruita su suo disegno la torre dell'orologio al centro della facciata del castello dei Pio, reimpiegando come base il cassero fortificato dell'ingresso.
Il F. previde una struttura proiettata sulla grandiosa piazza antistante, con portale ad arco fiancheggiato da due semicolorme d'ordine tuscanico addossate al muro in bugnato rustico, sulle quali si imposta un architrave a triglifi; inglobato il superiore avancorpo del castello, il F. vi eresse una torretta per la mostra dipinta dell'orologio e quindi, sopra ancora, una cella campanaria quadrangolare traforata da quattro archetti, desinente in un cupolino rivestito di rame, sormontato da una sfera con la banderuola in ferro battuto. La torre, dalla sintassi propriamente manieristica, esemplata sui modelli del Vignola, è un autentico fulcro visivo nella lunghissima prospettiva dell'edificio e insieme costituisce una sorta d'arco trionfale con funzione di cerniera tra lo spazio aperto della piazza e quello concluso della corte interna.
Il F. ebbe anche una particolare attitudine all'ingegneria meccanica, che lo condusse a nentar cose che sembravano impossibili" (Tiraboschi, 1786, p. 398). La sua più nota e bizzarra idea in tale campo contemplava il trasferimento del campanile romanico dell'antica collegiata della "Sagra" accanto alla nuova collegiata dell'Assunta.
Riferiscono alcune fonti (Maggi, 1707) che il F., per dimostrare l'assoluta sicurezza di una tale operazione, si dichiarò disposto a far salire sulla torre un suo figlioletto durante il trasporto. Il progetto, rimasto inattuato per ragioni economiche e pratiche, fu presentato dal F., secondo il Tiraboschi (1786, p. 396), in una Esposizione..., che si esibisce per far seguire il trasporto della torre, già irreperibile al tempo dello storico modenese.
Dovette invece venir attuato - così ritenne il Tiraboschi sulla base del Maggi (1707) - lo spostamento di una torre colombaia, costruita su quattro colonne, da un luogo all'altro della proprietà Acquistapace (poi dei marchesi Cortesi, poi ancora dei nobili Cattani) "in luogo detto la Tintoria" presso Carpi. Nel 1634 sottopose alla Comunità carpigiana il progetto - non attuato - di un sistema di ripulitura del canale dei Mulini senza impiego di mano d'opera.
Ma il nome del F. è principalmente legato all'invenzione della scagliola, o "mischia", gesso colorato imitante il marmo. Le più precoci applicazioni di tale tecnica dovettero essere alcune tavole (disperse) inviate dal F. tra il 1615 e il 1619 al pittore carpigiano Carlo Francesco Gibertoni, a Lucca, che le dipingeva ad olio (Cabassi [1784], 1986, pp. 95 s.; Cremaschi, 1977, p. 43); una di esse, descritta dal Tiraboschi (1786, p. 398), raffigurava i Ss. Cecilia e Valeriano e recava sul retro una scritta che la diceva acquistata il 15 giugno 1615 - Una "cornice finta a marmo di Porto Venere" (Cremaschi, 1977) fu apposta a un quadro della Vergine collocato nella parrocchiale di Panzano il 7 giugno 1717 (cfr. memoria del parroco in Tiraboschi, 1786, pp. 398 s.).
È chiaro che con la scagliola il F. intendeva surrogare la sostanza marmorea sotto il profilo sia estetico sia tecnico, e ovviamente con ben minore impegno economico; ciò risulta soprattutto evidente nella realizzazione in scagliola delle pilastrate e delle colonne della citata chiesa di S. Giovanni Battista (1621; ibid., p. 399).
Un'ancona lavorata dal F. a scagliola (1629; Garuti, 1987, p. 73) si trova nell'absidiola destra della cattedrale di Carpi già dedicata all'Assunta (ora all'Addolorata); è una maestosa struttura di matrice tardomanieristica, con coppia di colonne libere e complesso gioco di frontoni spezzati e sovrapposti.
Del 1633 è l'ancona dell'Immacolata Concezione in S. Nicolò: realizzata su committenza della nobile casa Brusati, è imponente architettura tardorinascimentale che si articola in paraste e colonne su cui s'imposta un timpano spezzato con vasi, festoni e cartelle; è ritenuta il capolavoro del F. (Cfr. Gartiti, 1992, pp. 29, 152). Il relativo paliotto nonché quello dell'altare dell'Assunta, in passato erroneamente accostati al F. (tra gli altri dal Tiraboschi, 1786, p. 399), sono stati invece attribuiti dalla più recente storiografia (cfr. Garuti, 1992, p. 152), sulla base di riscontri storici e stilistici, al nipote di lui, Annibale Griffoni, che il Cabassi ([1784] 1986, p. 98) dice "primo suo allievo".
Probabilmente appartiene al F. l'ancona sopraelevata, in scagliola policroma, che racchiude l'affresco con la Madonna dei Ponticelli, nell'omonimo santuario presso Carpi. Datata al 1631, l'ancona presenta un sobrio disegno classicheggiante (Garuti-Colli, 1990, p. 392).
Il F. morì a Carpi il 21 sett. 1649 e fu sepolto nella chiesa di S. Nicolò (Cabassi [1784], 1986, p. 57).
II ritratto ideale dipinto da Antonio Montanari detto il Postetta (1782 C., Carpi, Museo civico) offre una pittoresca rappresentazione di tale poliedrico artefice, compendiando figurativamente i tratti della memoria storica e popolare legati al suo personaggio; è infatti raffigurato con in mano e sul tavolo vicino strumenti di ingegneria e di misurazione, tra le colonne dell'ancona dell'Assunta, mentre da una finestra aperta si vede la scena del trasporto, su un carro tirato da buoi, della torre colombaia degli Acquistapace. In una scritta si legge: "Guido Fassi da Carpi, inventore dei lavori in scagliola colorita e machinista 1616" (cfr. A. Garuti, Mostra opere d'arte restaurate del Mus. civ. di Carpi [catal.], Carpi 1976, pp. 133 s.).
Fonti e Bibl.: Carpi, Museo civico, Arch. Guaitoli, filza 183: G. Pozzuoli, Cronica di Carpi... [1624], p. 170; G. Maggi, Mem. historiche della città di Carpi, Carpi 1707, p. 186; E. Cabassi, Notizie degli artisti carpigiani... [1784], a cura di A. Garuti, Modena 1986, pp. 57, 95 s., 98, 197 (nn. 121 s.); G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, VI, Modena 1786, pp. 395-400; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia [1808], a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 219; G. Ticozzi, Diz. degli architetti, scultori, pittori, Milano 1830, I, p. 355; G. Campori, Gli artisti ital. e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, p. 197; Mem. storiche e documenti sulle città... di Carpi, VI, P. Guaitoli, Carteggio tra l'ab. G. Tiraboschi e l'avv. E. Cabassi, Carpi 1894-95, pp. 13, 20 s., 61, 70, 125, 152-155, 157, 168, 315, 318, 501, 562; C. Contini, La scagliola carpigiana (catal.), Carpi 1967, pp. 3 s., 6-9, 12-16, 18; Prima mostra naz. della scagliola carpigiana (catal.), a cura di C. Contini, Carpi 1967, p. 2 n. 18; A. Barbieri, Carpigiani illustri, Carpi 1973, p. 39; A. Garuti, Mostra dei dipinti restaurati della chiesa di S. Nicolò in Carpi (catal.), Carpi 1975, pp. 24-28; R. Cremaschi, L'arte della scagliola carpigiana nei secoli XVII, XVIII e XIX, Mantova 1977, pp. 43 s., 50 s.; G. Manni, Mille mobili emiliani, Modena 1980, p. 167; A. Garuti, Il palazzo dei Pio di Savoia nel "castello" di Carpi, Modena 1983, pp. 27 s.; F. Bocchi, Atlante storico delle città ital. Emilia Romagna. Carpi, Bologna 1986, pp. 38, 40; G. Manni, Mobili in Emilia, Modena 1986, p. 234; A. Garuti, in A. Garuti - D. Colli -E. Pelloni, Un tempio degno di Roma. La cattedrale di Carpi, Modena 1987, pp. 22, 73; A. Garuti, Vedute urbane di Carpi (catal.), Carpi 1987, p. 10; Id., Carpi. Museo Civico. I dipinti, Bologna 1990, pp. 6, 89, 91; A. Garuti - D. Colli, Carpi. Guida storico-artistica, Carpi 1990, pp. 51, 98, 143, 198, 225, 392; A. Garuti, in San Nicolò in Carpi, Modena 1992, pp. 29, 149, 152; G. Manni, Le scagliole, in Atlante dei beni culturali dell'Emilia Romagna. I beni degli artigianati storici, Milano 1993, pp. 274 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, VII, pp. 329 s. (sub voce Conte, Guido del).