GUIDO di Lusignano, re di Cipro e di Gerusalemme
Appare a Gerusalemme alla corte di Baldovino IV solo verso il 1178: evidentemente aveva seguito il fratello Amalrico (v. amalrico ii) già connestabile del regno. Nel 1180 sposò Sibilla d'Angiò, sorella del re e vedova di Guglielmo di Monferrato detto Lungaspada; allora ebbe in feudo la contea di Giaffa e di Ascalona. I suoi rapporti con il re Baldovino IV erano assai tesi; solo forzato dalle cattive condizioni di salute, Baldovino acconsentì a dare al cognato il governo del regno. L'incapacità dimostrata da G. costrinse ben presto Baldovino a riprendere la direzione del governo e a far incoronare come futuro re il piccolo Baldovino, figlio di Sibilla e di Guglielmo Lungaspada. Allora scoppiò guerra aperta fra Baldovino IV e G.; questi si rifugiò in Ascalona dove il re lo assediò, ma senza risultato. Baldovino però, per impedire al nemico di arrivare al trono, diede la tutela del nipote ed erede a Raimondo di Tripoli e a Ioscellino III di Courtenay e stabilì che se il successore fosse morto senza eredi l'elezione del nuovo re spettasse al papa e ai re di Francia, d'Inghilterra, di Germania. Tuttavia, morto Baldovino V (1186), G. ottenne di essere riconosciuto re per i diritii spettanti alla consorte.
L'anno seguente (1187) toccò a G. di parare i colpi del Saladino, che aveva proclamato la guerra santa contro i Latini; ma fu sconfitto il 4 luglio a Ḥiṭṭīn e fatto prigioniero. Il Saladino accolse cortesemente il re prigioniero; poi lo condusse con sé all'occupazione delle varie città della Palestina. Soltanto nel luglio del 1188 G. ottenne la liberazione, a patto di giurare che avrebbe abbandonato per sempre la Siria: egli giurò, ma appena liberato protestò contro il giuramento estortogli e organizzò l'assedio di S. Giovanni d'Acri, con i numerosi crociati venuti dall'Europa all'annunzio del disastro di Hittīn. Nel 1190, morta Sibilla moglie di G., questi si vide disputato il trono da Corrado di Monferrato, che sposò a tal uopo la sorella di Sibilla, Isabella, costringendola a lasciare il legittimo marito Unfredo di Toron. La controversia fu regolata attribuendo la corona a G. e la successione a Corrado; ma, quando quest'ultimo fu ucciso dagli Assassini, fu riconosciuto re Enrico di Champagne e G. fu consolato della detronizzazione con la cessione dell'isola di Cipro fattagli da Riccardo Cuordileone (maggio 1192). Morì nell'aprile del 1194, lasciando l'isola al fratello Amalrico.
Bibl.: L. de Mas Latrie, Histoire de l'Île de Chypre, Parigi 1852-61; R. Röhricht, Geschichte d. Königreichs Jerusalem, Innsbruck 1898.