GUIDO da Pisa
Diacono vissuto nel sec. XII a Pisa, dove svolse attività di copista e di ordinatore di testi di carattere storico-geografico, redigendo una Notizia sul terremoto che nel 1117 colpì numerose regioni del Nord e Centro Italia.
Forse è da identificarsi con quel Guido "levita" che prese parte alla spedizione dei Pisani contro i Saraceni nelle isole Baleari nel 1113-15, elogiato nel Liber Maiorichinus come uomo di lettere ("His inerat clarus cum consule Vido Dodone, / ordine levita, trivii ratione peritus": vv. 529-530) e ritratto nell'esortare l'esercito cristiano (vv. 642-677). Il suo nome compare, inoltre, in tre documenti pisani compresi tra il 1115 e il 1116, dove figura un Guido "diaconus" che partecipò all'impresa balearica (Pisa, Arch. capitolare, n. 355, 1115 nov. 6; Arch. di Stato di Pisa, Diplomatico di S. Michele in Borgo, 1116, genn. 5; Pisa, Arch. arcivescovile, n. 247, 1116, febbr. 5), e in due permute (1113, apr. 14) e una enfiteusi (1118, ott. 1°) dell'Archivio capitolare di Pisa.
Le raccolte di testi storici approntate da G. sono due. Una è tradita dal codice Vat. lat. 11564 conservato presso la Biblioteca apostolica Vaticana, copia cartacea della metà del sec. XV di un esemplare del sec. XII, in cui figurano insieme con note annalistiche: Isidoro di Siviglia, Chronica maiora (cc. 14r-23v) ed excerpta (cc. 9r-14r); Paolo Orosio, Historiae adversus paganos libri I-VII (cc. 25v-182v); notizia del terremoto del 1117 (c. 184), da cui è stato abraso il suo nome nel titolo che lo accompagnava. Il manoscritto è chiuso da un colophon metrico costituito da 4 esametri parzialmente leggibili, attribuibili con ogni verosimiglianza a G., in cui l'autore si vanta di aver restituito alla sua patria il testo di Orosio: "Ipse tibi patriaeque suae post bina / Reddidit Orosium doctrinae luce reffertum / Conclusitque simul longo quaesito labore" (c. 184v).
L'altra raccolta è affidata, invece, all'Egerton 818, conservato a Londra presso la British Library, del sec. XII ineunte - codice un tempo appartenente alla biblioteca di Coluccio Salutati (c. 50v: "liber Colucii Cancellarii Florentini") e coevo a G. - contenente Solino, Collectanea rerum memorabilium (cc. 1r-50v) e il De septem miraculis mundi (cc. 50v-51r). Nel colophon, sei esametri esemplati alternativamente in rosso e nero, l'autore si presenta: "Me Guido collegit studiose meque pergit / Hic est. Solinus describere gesta peritus / Post hunc ex astris sequitur doctrinaque grandis / Discere captandi nec abest. Ars enumerandi / Invenies tandem metiendi qui cupis artem / Conclusitque simul. Longo quesita labore" (c. 52r).
Un colophon simile si legge al termine di un'estesa compilazione storico-geografica scritta da G., che conosce nel ms. 3897-3919, conservato a Bruxelles, presso la Bibliothèque royale Albert Ier, del sec. XII, il testimone più antico e completo. L'opera, che va sotto il nome di Guidonis Geographica, si articola in più libri (cc. 2r-59v). Nel primo libro (cc. 3r-38v), eminentemente geografico, la raffigurazione della Terra è centrata su Roma e sull'area su cui si stendeva il suo Impero, con brani dall'Anonimo Ravennate, da Paolo Diacono e Solino; il secondo, con ampie citazioni dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia, illustra gli usi civili e militari dei Romani (cc. 39r-41r); nel terzo, dedicato alla divisione della Terra (cc. 46r-59v), si leggono in prevalenza Isidoro e l'Anonimo Ravennate; nel quarto, infine, che rappresenta la sezione prettamente storica, campeggiano la storia leggendaria di Alessandro Magno dello Pseudo Callistene e il De excidio Troiae historia di Darete Frigio. Le cc. 63r-65v sono occupate da un carme sull'impresa contro i Saraceni del 1117, difficilmente attribuibile a G., e da ascrivere piuttosto a un anonimo contemporaneo. Il testo di G. segue spesso quello del cosmografo ravennate, non solo nelle liste di luoghi, ma anche nella fraseologia. Accompagna i testi un folto apparato illustrativo, con disegni a penna e miniature recanti raffigurazioni di Roma e di imperatori romani. Il nome G. si evince dal prologo ("Unde ego Guido inductus pro scentia mea et viribus statui in humani generi societatem et vite communionem operum et studiorum meorum quandam confferre particulam longo conquisitam labore": ed. Schnetz, p. 113, linee 46-51); lo si ritrova anche nei distici al termine dell'indice del dell'opera, dove si legge: "Ex quibus hec Guido documenta decora reliquit" (ibid., p. 114, linee 33-34), e una data ("anno ab incarn. eius millesimo centesimo XIX, Indictione XII", ibid., p. 114, linee 38-40), da considerarsi compresa tra il 1° o 24 sett. 1118 e il 24 marzo 1119, e con molto probabilità riferita al temine di composizione dell'opera.
L'opera di G. è stata edita da M. Pinder - G. Parthey, Ravennatis Anonymi Cosmographia et Guidonis Geographica, Berolini 1860, pp. 447-456 e in Itineraria Romana, II, Ravennatis Anonymi Cosmographiaet Guidonis Geographica, a cura di J. Schnetz, ed. anastatica, Stuttgart 1990, pp. 111-142.
Fonti e Bibl.: Liber Maiorichinus de gestis Pisanorum illustribus, a cura di C. Calisse, in Fonti per la storia d'Italia [Medio Evo], XXIX, Roma 1904, vv. 529 s., 642-677; J. Marchal, Catalogue des manuscrits de la Bibliothèque royale des ducs de Bourgogne, Bruxelles-Leipzig 1842, I, pp. 78 s.; II, pp. 85, 408, 416; C.P. Bock, Lettres à monsieur L. Belthmann sur un manuscrit de la Bibliothèque de Bourgogne, intitulé: Liber Guidonis, in Annuaire de la Bibliothèque royale de Belgique, XII (1851), pp. 41-212; J. Van Den Gheyn, Catalogue des manuscrits de la Bibliothèque royale de Belgique, V, (Histoire-Hagiographie), Bruxelles 1905, pp. 27-30; H.I. Bell, A Solinus manuscript from the library of Coluccio Salutati, in Speculum, IV (1929), pp. 451-461; M. Manitius, Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, III, München 1931, pp. 616-620; W. Smidt, Guido von Monte Cassino und die "Fortsetzung" der Chronik Leos durch Petrus Diaconus, in Festschrift Albert Brackmann, Weimar 1931, p. 298; G. Scalia, Oliverius e Rolandus nel "Liber Maiorichinus", in Studi mediolatini e volgari, IV (1956), p. 299 n. 41; J. Ruysschaert, Codices Vaticani Latini. Codices 11414-11709, Città del Vaticano 1959, pp. 311-315; J.M. Bately - D.J.A. Ross, A check-list of manuscripts of Orosius "Historiarum adversos paganos libri septem", in Scriptorium, XV (1961), p. 333; A. De Smet, G. de Bruxelles ou Guide de Pise. À propos de l'auteur d'un manuscrit du XIIe siècle, in Cahiers Bruxellois, VI (1961), pp. 159-170; Le piante di Roma, a cura di A.P. Frutaz, I, Roma 1962, pp. 47 s. n. 5; G. Scalia, Epigraphica Pisana. Testi latini sulla spedizione contro le Baleari del 1113-15 e su altre imprese antisaracene del secolo XI, in Miscellanea di studi ispanici, Pisa 1963, pp. 283-286; B.L. Ullman, The humanism of Coluccio Salutati, Padova 1963, pp. 198 s.; M. Tirelli Carli, Carte dell'Archivio capitolare di Pisa, 4, (1101-1120), Roma 1969, pp. 138-142, 196-198; G. Scalia, Il carme pisano sull'impresa contro i Saraceni del 1087, in Studi di filologia romanza offerti a Silvio Pellegrini, Padova 1971, pp. 565-627; Id., "Romanitas" pisana tra XI e XII secolo. Le iscrizioni romane del duomo e la statua del console Rodolfo, in Studi medievali, s. 3, XIII (1972), pp. 810 s.; Id., "Arnus" - "Sarnus". Dante, Boccaccio e un abbaglio orosiano, ibid., XX (1979), pp. 635 s.; Rep. font. hist. Medii Aevi, V, p. 283.