FOGLIANO (de Foliano), Guido da
Nobile reggiano, concordemente indicato dagli studiosi come il primo esponente di questa consorteria con sicuri riferimenti documentari, del F. non si conoscono, tuttavia, né la paternità, né l'anno di nascita; possiamo comunque supporre che egli sia nato intorno agli anni Sessanta del XII secolo. Sposo di Verde, figlia di Ugo Fieschi e sorella di Sinibaldo Fieschi (poi papa Innocenzo IV), il F. non ebbe., come generalmente sostenuto, sei figli (Bonifacio, Guglielmo, Guido, Matteo, Tommaso e Ugolino), ma fu padre del solo Matteo, in quanto dalle nostre ricerche è emerso che Bonifacio, Guglielmo, Guido e Ugolino sono figli di quell'Ugolino da Fogliano morto nel 1226 nelle lotte intestine alla città di Reggio, mentre Tommaso è probabilmente figlio di Guglielmo da Fogliano, fratello di Ugolino.
Il nome del F. compare per la prima volta, nella documentazione a noi pervenuta, nell'investitura che l'imperatore Federico I Barbarossa (a Reggio nel 1185) concesse a Guido da Canossa dei castelli di Canossa, Bianello e Gesso. Alla cerimonia il F. presenziò assieme a "multis aliis militibus" e nel documento il suo nome ricorre dopo quelli dei vescovi di Reggio e di Parma e quelli di Alberto da Baiso (podestà di Reggio nel 1180 e rettore della città nel dicembre 1182), Rodolfo da Panzano e Iacopo da Saviola, persone di primo piano nella vita politica reggiana. Il F. faceva dunque parte, a pieno titolo, della cerchia dei "milites" legati al vescovo di Reggio. Un documento dell'anno 1190, afferma che le decime della corte e del plebanato di Fogliano - località pedemontana del territorio reggiano -, con quelle relative alle cappelle dipendenti dalla pieve (Gaio, Caselle, Gavasseto, Roncadella e Sabbione), spettavano alla canonica reggiana, fatta eccezione per quelle che il F. "habet ab episcopio dicto per feudum. in Foliano". Proprio a Fogliano e nei territori limitrofi (Albinea, Rivalta, Casagrande, Querciola) la canonica e l'episcopio reggiano detenevano da lunga data vasti possedimenti e sempre in quell'area il vescovo reclutava, fin dall'epoca canossana, il maggior numero dei suoi sostenitori.
Con la pace di Costanza (1183) e il riconoscimento del Comune, anche a Reggio si assistette a un'accelerazione nella progressiva sottomissione del contado e dei feudatari ivi dimoranti, nonostante alcune formali resistenze: tra coloro che nel 1188 giurarono fedeltà al Comune di Reggio, per esempio, Gualtierino da Dallo, esponente dell'omonima consorteria, escludeva ogni sua diretta partecipazione ad azioni rivolte contro l'imperatore, contro Gerardo da Carpineti, contro Iacopo da Saviola e contro il Fogliano.
Ancora nel maggio 1190, il F. concedeva a Boso, arciprete di Campiliola, nove biolche di terra "cum tota decima" poste "ad Vadum Nucis": a quella data il F. risiedeva stabilmente "in castro Foliani", dove ogni anno, al giorno di s. Stefano, l'arciprete e i suoi successori dovevano portare l'annuo censo di due soldi imperiali per ogni biolca. Solo nell'ottobre 1197 il F., insieme ad altri esponenti della consorteria dei da Baiso ai quali era legato da vincoli patrimoniali e di parentela, giurò fedeltà e sottomissione al Comune di Reggio con tutti i suoi castelli, rocche, uomini, proprietà.
Agli inizi del Duecento egli era direttamente partecipe della vita politica del Comune reggiano: forse nel 1207, e sicuramente nel 1210, fu console della città, in anni in cui il consolato (dopo la rivolta a sfondo sociale dei popolari contro i nobili nel 1199, soffocata già nell'anno seguente) si confermava come una magistratura di esclusivo appannaggio dei membri dell'aristocrazia.
Solo l'elezione nel 1210 è attestata dalle coeve fonti reggiane, mentre il consolato del 1207 è riferito nel resoconto cronistico dell'annalista reggiano cinquecentesco Pietro Melli, ripreso poi e accettato acriticamente, nel XVIII secolo, dal Crispi e dal Tacoli: con tutta probabilità la notizia è da ricusare. Sempre secondo il Melli, nel settembre 1209, il F. avrebbe ospitato nel suo castello di Salvaterra (tra Reggio e Modena, nella zona pedecollinare), Ottone IV di Brunswick, di passaggio per il territorio reggiano e diretto a Roma per essere incoronato imperatore. Anche in relazione a questa notizia la cautela è d'obbligo: le cronache reggiane di età medievale e gli storiografi locali cinquecenteschi, come Guido Panciroli, non fanno alcuna menzione del F., ma riferiscono genericamente del passaggio nel Reggiano del futuro imperatore.
Personalità di primo piano, il F., insieme alla moglie, nell'anno 1209, edificò a Reggio Emilia una chiesa, con annesso ospedale, dedicata a sant'Antonio abate, eretta in prossimità della via Emilia, non molto distante dalla principale piazza cittadina. Sempre con la consorte il F., nel 1214, donò alla badessa del monastero reggiano di S. Tommaso "pro remedio animaruni eorum et eorum antecessorum" una terra posta "in Bazoarola", fuori della città.
Per quanto ci consta dopo questa data non si hanno più attestazioni documentarie riguardanti il Fogliano. Il Litta indica nell'anno 1230 la data della sua morte: certamente essa dovette essere anteriore al giugno 1231, quando all'atto della stipulazione in Reggio della pace tra i Fogliano e i Dalla Palude e altre famiglie reggiane, il nome del F. non compare tra quelli dei membri della consorteria.
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