CHIGI SARACINI (Chigi degli Useppi Saracini Lucherini), Guido
Nato a Masse (Siena) l'8 marzo del 1880 da Antonio e da Giulia Griccioli, di antica famiglia patrizia nella quale erano state sempre vive le attitudini musicali (Claudio Saracini era stato allievo di Monteverdi, Celio Saracini aveva inventato uno strumento a corde denominato chitarrino, Scipione Chigi era stato concertista di canto e di cetarone), iniziò i suoi studi musicali al conservatorio "L. Cherubini" di Firenze (violino). Vicende familiari, che obbligarono il C. ad occuparsi della amministrazione di un cospicuo patrimonio, gli fecero abbandonare gli studi, non senza, tuttavia, che egli si dedicasse a più riprese alla composizione di liriche per canto e pianoforte e di piccole pagine pianistiche. Ma la sua grande passione fu la promozione di istituzioni musicali, l'organizzazione della vita concertistica nella sua città, alla quale fu sempre attaccatissimo e che volle allineare, con iniziative culturali, ai maggiori centri italiani ed europei.
La prima iniziativa fu la promozione, nel 1908, di un Quintetto senese per archi e pianoforte, il cui primo violino era Piero Baglioni, per molto tempo, in seguito, stimato collaboratore del Chigi. Questo complesso, sostenuto economicamente da alcuni soci, costituiva il primo esempio della formula chigiana dell'arte al servizio della beneficenza: il conte, "impresario a perdita", finanziava i concerti, i cui incassi erano destinati a enti benefici.
L'impegno a fare di Siena un centro musicale di rilievo indusse il C. a stringere amicizie e rapporti di collaborazione con i più illustri musicisti dell'epoca. Arrigo Boito fu suo consigliere in occasione del primo centenario della nascita di Verdi (1913), celebrato con l'esecuzione della Messa di requiem, che E. Mascheroni diresse nella chiesa di S. Francesco. In quella occasione fu pubblicato un fascicolo di studi verdiani.
Dopo la guerra il C. dette inizio ai lavori di restauro e trasformazione del palazzo Chigi-Saracini, già Marescotti, sotto la guida del pittore e architetto senese A. Viligiardi. Nell'edificio, in particolare, veniva ricavata una sala da concerti che nel 1923 s'inaugurava contemporaneamente all'istituzione concertistica che si intitolò al motto della famiglia Chigi: "Micat in vertice".
Nonostante il suo scarso interesse per la musica contemporanea, il C. accolse la proposta di A. Casella di ospitare nel 1928 a Siena, a palazzo Chigi, il VI festival della Società per la musica contemporanea (S.I.M.C.). In quella occasione furono eseguite, in prima assoluta, musiche di Prokofiev, De Falla, Walton, Casella, Ravel, Webern, Hindemith.
Nel 1932, con appena ventidue iscritti, nasceva l'Accademia musicale Chigiana, "una scuola per giovani - scrisse il fondatore - che dia la garanzia di un collaudo, la forza di un incitamento, l'entusiasmo della realizzazione di un sogno..." (cfr. D. Verzili, p. XIII). Tra i primi docenti nei vari corsi si ricordano A. Guarnieri (direzione d'orchestra), V. Frazzi (composizione), G. Bellincioni (scena lirica), A. Casella (pianoforte), F. Germani (organo), A. Serato (violino), A. Bonucci (violoncello).
"Dalla Settimana musicale festivaliana del 1928 - confessò più tardi il C. (in Ricordanze..., p. 41) - io trassi l'idea delle Settimane settembrine": a conclusione dei corsi estivi di perfezionamento musicale, che si accrescevano di nuovi insegnamenti e di docenti illustri, nacquero nel 1939 le Settimane musicali senesi.
La prima, ideata da A. Bruers e organizzata da Casella, fu interamente dedicata a Vivaldi, del quale furono riprese numerose composizioni sacre e concertistiche, fino ad allora rimaste manoscritte nel Fondo Foà-Giordano della Biblioteca naz. di Torino. Fu il recupero di una grande figura di musicista dimenticata nei secoli; ed anche le successive edizioni del festival senese furono rivolte a riprese di musiche di autori italiani del passato: Scarlatti, Pergolesi, Galuppi, Caldara e altri del Settecento e dell'Ottocento.
Nell'ambito dell'Accademia nascevano - risultato dell'impegno degli allievi chigianisti - complessi da camera destinati a larga fama: nel 1939 il Quintetto chigiano, nel 1942 il Quartetto italiano, nel 1950 i Madrigalisti dell'Accademia Chigiana; né si possono dimenticare i grandi artisti internazionali presenti nelle stagioni della "Micat in vertice", da Gieseking a Kempff, a Rubinstein a Horowitz a Cortot; da Hubermann a Milstein, dalla De Vito ad Accardo, da Cassadò a Mainardi, da Casals a Navarra, dalla Landowska a Segovia, dalla Danco alla Schwarzkopf.
Nel 1958 l'Accademia musicale voluta dal C. veniva eretta in Fondazione, grazie a un accordo intervenuto con il Monte dei Paschi di Siena che assicurava la vita all'istituzione ereditando l'iniziativa dell'"ultimo e più eroico dei mecenati italiani" come fu definito da B. Barilli (cfr. Ricordanze ... , p. 5).
Il C. morì a Siena l'8 nov. 1965.
Oltre che organizzatore musicale il C. fu promotore di ricerche e studi: per iniziativa dello storico S. A. Luciani nacquero i Quaderni dell'Accademia Chigiana, e, in occasione delle Settimane senesi, i Numeri unici, che dal 1964 si sono fusi nella rassegna annuale di studi musicologici dal titolo di Chigiana. Il Bollettino della Accademia documentava l'attività dei chigianisti ed ospitava studi ed articoli d'arte.
Palazzo Chigi Saracini accoglie preziose raccolte di pitture (Simone Martini, Botticelli, Pinturicchio, Sassetta, Lorenzetti), di strumenti musicali (buccine romane, liuti, Stradivari, Guarneri, Amati), di manoscritti (Cimarosa, Frescobaldi, Pacini, Spontini, Donizetti, Rossini, Verdi, Boito, Gounod). Inoltre, gli originali di musiche dedicate al Chigi, fra cui si ricordano in particolare la Laude per la Natività del Signore e la Suite "della tabacchiera" di Ottorino Respighi.
Tra le composizioni si ricordano: numerose liriche per canto e pianoforte su testi di Trilussa, D'Annunzio, Russo; un Andantino e Pensando per pianoforte, una Lauda per la Madonna. Tra gli scritti: Azzolino Bernardino Della Ciaia, in Bull. dell'Acc. music. Chigiana, III (1950), pp. 1-11 e IV (1951), pp. 1-10; Ricordanze di Guido Chigi Saracini, a cura di O. Rudge, Siena 1958 (contiene pagine su A. Serato, G. Bellincioni, S. A. Luciani, A. Casella, G. Enesco e sul Requiem di Verdi).
Fonti e Bibl.: A. Vannini, L'Accad. musicale Chigiana. Note storiche, Siena 1951; M. Miserocchi. Chigiana, in La Scala, VI (1954), pp. 29-31; E. Respighi, O. Respighi, Milano 1954, pp. 181, 236 s.; M. Bontempelli, Passione incompiuta, Milano 1958, pp. 376, 379, 381; A. Casella, a cura di F. D'Amico-G. M. Gotto, Milano 1958, pp. 137, 142, 164; M. Fabbri, A colloquio con G. C. S., in Le celebrazioni del 1963, Siena 1963, pp. VII-X; D. Verzili, Le grandi creature musicali di G. C. S., in Chigiana, III (1966), pp. VII-XXI; G. B. [Barblan], G. C. S., in Rivista italiana di musicologia, I(1966), 1, pp. 154 ss.; E. Respighi, Cinquant'anni di vita nella musica, Padova 1975, pp. 237 s.; D. Verzili-L. Alberti-A. Raselli, G. C. S. In memoria, Siena 1975; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XIII, sub voce Siena; La Musica. Diz., I, p. 397; Enc. della musica Ricordi-Rizzoli, I, p. 10, sub voce Accademia musicale Chigiana; Enc. della musica Garzanti, p. 117.