GUICCIARDI, Diego, conte
Uomo politico, nato a Lugano il 26 febbraio 1756 da una famiglia patrizia di Tresivio in Valtellina, morto nel 1837. Percorso il curriculum delle magistrature sotto il dominio dei Grigioni, il G. fu nominato nel 1785 cancelliere della valle nativa. Nel 1787 fu inviato a Vienna per patrocinare i privilegi garantiti alla Valtellina dai trattati. Nel 1797 si manifestò fautore dell'unione alla Repubblica Cisalpina e sin dal 20 novembre di quell'anno fu chiamato dal generale Bonaparte a far parte del Comitato di costituzione. Nominato membro del Consiglio dei seniori, non accettò la carica. Dall'aprile al luglio 1798 fu ministro di Polizia, dal luglio 1798 al gennaio 1799 ministro dell'Interno. Deputato del dipartimento del Lario alla Consulta di Lione, fu designato dal Bonaparte a segretario di stato della Repubblica Italiana, ma si dimise dopo sei mesi per dissensi col vice-presidente Francesco Melzi e fu trasferito alla Consulta di stato, rimanendovi anche nella trasformazione di quel corpo in Consiglio di stato. Ascritto al Senato il 19 febbraio 1809, ne divenne cancelliere ed ebbe gran parte nei tragici avvenimenti dell'aprile 1814, quando contrastò la candidatura del principe Eugenio a re, e, delegato dal Senato al quartiere generale delle potenze, tornò da Mantova a Milano, non appena ebbe notizie dell'avvenuta rivoluzione. Il 29 aprile 1814 presentò una memoria giustificativa alla reggenza di Milano e un'altra anche a nome del presidente del Senato al maresciallo austriaco A. Sommariva; ma falsamente gli fu attribuita la memoria storica scritta da L. Armaroli. Adopratosi con fortuna a ottenere dal congresso di Vienna il riconoscimento dell'unione della Valtellina alla Lombardia, fu dal 1818 al 1826 vice-presidente del governo di Lombardia.
Bibl.: R. Bonfadini, Mezzo secolo di patriottismo, Milano 1886.