GUIANA.
– Demografia e geografia economica. Storia.
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato dell’America Meridionale. La densità media della popolazione (3,7 ab./km2, secondo una stima del 2014) ha poco significato, in quanto il 90% degli abitanti (803.667, secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economicand Social Affairs, del 2014) vive concentrato sulla costa (10% della superficie totale) e nella capitale Georgetown (240.000 ab. nel 2013). L’economia si basa sull’esportazione di prodotti agricoli e minerari, ma dipende in larga parte dal capitale straniero. Negli ultimi anni la crescita è stata positiva (+4,8% nel 2012, stesso risultato nel 2013 e +3,3% nel 2014), l’inflazione sotto controllo e la moneta locale, il dollaro della G., stabile. La scoperta di petrolio off-shore, con riserve stimate attorno a 3,8 miliardi di barili, ha determinato una crescita degli investimenti e stimolato il settore delle costruzioni.
Storia di Samuele Dominioni. – Nonostante il clima di tensione dei mesi precedenti la tornata elettorale, le elezioni dell’agosto 2006 furono complessivamente libere, corrette e tra le più pacifiche della storia della Guiana. Il People’s progressive party-civic (PPP-C) rimase prima forza del Paese con il 54,6% dei voti e il suo leader Bharrat Jagdeo fu confermato presidente; il People’s national congress-Reform (PNC-R) conquistò invece il 34% dei voti.
Pur colpita dagli effetti della crisi globale, l’economia della G. fece registrare risultati complessivamente positivi e il PIL mantenne un buon ritmo di crescita; permanevano tuttavia problemi quali la radicata povertà, la criminalità diffusa e le difficoltà nel controllo dei traffici di droga. Nelle elezioni del novembre 2011, il PPP-C rimase prima forza politica del Paese, ma non riuscì a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi dell’Assemblea nazionale, fermandosi a 32 su 65. In virtù del limite di due mandati che non consentiva a Jagdeo di accedere nuovamente alla presidenza, l’incarico fu assunto da Donald Ramotar. Le opposizioni, forti di un seggio in più rispetto al partito di governo, poterono così bloccare diversi provvedimenti sostenuti dal governo. Nel novembre 2014, Ramotar decise di sospendere il Parlamento per evitare un voto di sfiducia, venendo accusato dagli oppositori di mettere a rischio la democrazia nel Paese. Nelle elezioni anticipate di maggio 2015, furono le principali forze di opposizione a conquistare la maggioranza parlamentare: riunite nella coalizione APNU (A Partnership for National Unity) - Alliance for change, esse conquistarono 33 seggi contro i 32 del PPP-C e David Granger, già candidato alla presidenza nel 2011, divenne capo dello Stato.