GUGLIELMO
. Scultore. Lavorò a Pisa dal 1159 al 1162 il pergamo della cattedrale, poi donato a Cagliari quando fu sostituito dal pergamo di Giovanni Pisano; e di quell'opera è ricordato autore fin nell'epigrafe della sua sepoltura presso il duomo di Pisa, del quale è dubbio s'egli sia stato anche architetto. Sembra poi senza fondamento, e non antica, la tradizione di un G. da Innsbruck supposto architetto del duomo, identificato anche con lo scultore. Nel pergamo pisano, poi spartito in due pulpiti nel duomo di Cagliari, l'arte di G. ha qualche rapporto con la scultura lombarda ma è in più stretta relazione con quella provenzale, cui erano per avvicinarsi anche altri lombardi, ricercando effetti pittorici più che compattezza plastica come gli scultori di Saint-Gilles e di Arles. A questo scopo, G. adoprò in modo originale sfondi niellati di ornamenti, traendone forse l'idea dalla vicina scultura fiorentina. Egli ebbe largo seguito di discepoli nella scultura a Pisa per tutto il sec. XII: tra altri, lo scultore del David all'esterno del duomo; il decoratore del primo ordine della facciata; lo stesso Gruamonte (v.).
Bibl.: I. B. Supino, Arte pisana, Firenze 1904; D. Scano, L'antico pulpito della cattedrale di Cagliari scolpito da G. d'Innsbruck, Cagliari 1905; K. Frey, in G. Vasari, Le vite, Monaco 1911, p. 523; P. Toesca, Storia dell'arte it., Torino 1927 (1923 della pubbl. periodica), I, p. 808; A. Kingsley Porter, Romanesque Sculture, Boston 1923, I, p. 160; M. Salmi, La scultura romanica in Toscana, Firenze 1928, pp. 77-81.