NEGRI, Guglielmo
NEGRI, Guglielmo. – Nacque a Roma il 5 luglio 1926, primogenito di Mario, medico, e di Anna Maria Romegialli.
Frequentò il liceo classico Tasso di Roma e nel 1949 si laureò in giurisprudenza all’Università La Sapienza discutendo, su indirizzo di Ugo La Malfa e sotto la direzione di Giuseppe Ugo Papi, una tesi in economia politica dal titolo «Alcuni aspetti della cooperazione economica internazionale: il Piano Marshall e gli accordi intergovernativi».
Negli anni universitari influirono sulla sua formazione Vittorio Emanuele Orlando, Tomaso Perassi, Arturo Carlo Jemolo, Carlo Esposito, Giuseppe Capograssi, Gaspare Ambrosini. Di quest’ultimo divenne assistente alla cattedra di diritto costituzionale dopo aver svolto un periodo di volontariato presso la facoltà di scienze politiche con Riccardo Monaco, internazionalista e consigliere di Stato che ricopriva anche l’incarico di diritto amministrativo. Ebbe fin da allora come modello Gaetano Mosca, la cui «lezione geniale, demistificatoria, onesta e realistica» (Gaetano Mosca e il diritto costituzionale, in Studi parlamentari e di politica costituzionale, 1991, vol. 24, n. 92-93, p. 11) considerò essenziale per mantenere vigile la sensibilità degli studiosi di teoria costituzionale e di scienza politica.
Partecipò fin da giovanissimo alla vita politica italiana, prima vicino alle posizioni del Partito d’azione e successivamente a quelle del Partito repubblicano, collaborando con Giovanni Conti, Oronzo Reale e Ugo La Malfa. Già in quegli anni aveva maturato l’idea che «l’Italia di minoranza» fosse «il lievito della crescita civile» del paese e che una laicità aperta e non ideologica dovesse ispirare «l’Italia della ragione» (Testimone di mezzo secolo. Tra S. Pietro e Montecitorio 1934-1972, Bologna 1986, p. 75).
Si specializzò in diritto pubblico comparato a Oxford nel 1950 e a Harvard nel biennio 1951-52, fruendo di una borsa di studio del programma Fulbright. Il suo soggiorno americano fu particolarmente stimolante: frequentò Gaetano Salvemini, già conosciuto a Firenze, e profittò dell’insegnamento di Henry Kissinger, che in quell’università dirigeva il seminario di politica internazionale, John Kenneth Galbraith, Paul Samuelson, Joseph Schumpeter, Franco Modigliani, Hans Kelsen. Incontrò anche John Fitzgerald Kennedy, allora candidato al Senato per il Massachusetts, interessato ad avere notizie e ragguagli sulla situazione politica italiana. Negli Stati Uniti approfondì il pensiero politico di Alexander Hamilton e di James Madison, e affinò le sue conoscenze sul sistema istituzionale americano, specializzandosi in un filone di studi che caratterizzò una parte significativa della sua successiva produzione scientifica e lo portò a fondare, divenendone poi presidente, il Centro di studi americani.
Conseguita nel 1953 una seconda laurea in scienze politiche alla Sapienza, ebbe una lunga e intensa consuetudine con la facoltà di scienze politiche Cesare Alfieri di Firenze, instaurando con i suoi docenti, in particolare con Giuseppe Maranini, un legame mantenutosi stabile nei decenni successivi anche grazie alla sua attiva partecipazione al seminario di studi parlamentari intitolato a Silvano Tosi.
L’itinerario professionale di Negri iniziò nel 1952, presso l’Ufficio estero della Società Olivetti, dove lavorò fino al superamento del concorso per funzionario parlamentare alla Camera dei deputati. Visse intensamente il clima culturale da cui nacque il movimento di Comunità e vide in Adriano Olivetti l’esempio di uno straordinario impegno di studio, ideazione e comunicazione, considerando quell’esperienza «una delle pagine più avvincenti e positive della storia politica e culturale del nostro paese» (Testimone di mezzo secolo..., cit., p. 125).
Divenuto funzionario parlamentare nel novembre 1956, fu capo di gabinetto di Rinaldo Del Bo, ministro dei Rapporti con il Parlamento nel dicastero presieduto da Adone Zoli e confermato nello stesso incarico l’anno successivo nel secondo governo Fanfani.
Nel 1957 sposò Marina Fraccacreta. Dal matrimonio nacquero due figli: Maria Barbara (1958) e Rodolfo (1959).
Segretario nella commissione Difesa e in quella Affari esteri della Camera, divenne nel 1969 capo del Servizio studi, legislazione ed inchieste parlamentari. In questo incarico, tenuto per dieci anni, si impegnò per dotare i lavori parlamentari della documentazione più aggiornata e imparziale possibile. Promosso nel 1979 vicesegretario generale vicario, svolse questa sua funzione fino al 1985, anno in cui fu nominato consigliere di Stato e assegnato alla terza sezione consultiva.
All’attività di commis d’État associò sempre l’impegno accademico. Professore di diritto pubblico alla facoltà di magistero di Roma, di diritto pubblico comparato presso la sede di Firenze della Syracuse University e di diritto costituzionale alla LUISS Guido Carli di Roma, intrecciò continuamente ricerca scientifica ed esperienza istituzionale denunciando «prassi distorte e modificazioni tacite della Costituzione» (Un anno con Dini: Diario di un governo eccezionale, Bologna 1996, p. 355).
Collaboratore di due presidenti della Repubblica, Sandro Pertini e Francesco Cossiga, dispiegò le sue notevoli capacità di studioso e di organizzatore culturale anche nella rivista Studi parlamentari e di politica costituzionale – da lui ideata – che rinnovò la vecchia testata Montecitorio.
La poliedricità dei suoi interessi si rivelò altresì nelle collaborazioni al Corriere della Sera e al Messaggero, e come autore di romanzi di successo quali La Gabbia(1973), col quale vinse il Premio Forte dei Marmi per la satira politica, Parigi 1939, un ricordo (1975), Microdissea (1979), nonché dell’opera teatrale Catilina (1977).
Nel 1994 il presidente del Consiglio dei ministri Carlo Azeglio Ciampi lo nominò direttore della Scuola superiore della pubblica amministrazione, alla cui guida rimase fino al 1998, con un anno di interruzione durante il governo Dini che lo vide impegnato in qualità di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dal 18 gennaio 1995 al 16 maggio 1996. Svolse questa delicata funzione governativa con grande equilibrio, grazie alla sua naturale capacità di mantenere sempre aperte le ragioni del dialogo, anche nei momenti di aspra contrapposizione politica e parlamentare.
Negli anni della sua direzione alla Scuola superiore affrontò una delle più importanti sfide per la formazione pubblica, attivando il concorso per l’accesso diretto alla dirigenza di centinaia di giovani selezionati per i diversi settori delle politiche pubbliche, convinto che l’apporto di giovani dirigenti così reclutati potesse ammodernare l’amministrazione italiana e renderla più efficiente e competitiva nella dimensione europea e in quella della globalizzazione.
Membro della direzione nazionale, venne eletto presidente del Partito repubblicano nel 1995 e riconfermato nell’incarico all’indomani del 41° congresso di Chianciano, nel gennaio 2000, quale riconoscimento del suo itinerario al servizio delle istituzioni e del suo impegno intellettuale ispirato ai valori della tradizione risorgimentale e mazziniana.
L’ultimo incarico istituzionale – dopo quello di commissario straordinario alla Federazione italiana nuoto, ricoperto nel primo semestre del 1999 – fu la consulenza culturale al ministero degli Affari esteri per l’allora ministro Lamberto Dini, soprattutto in tema di riforma dell’organizzazione interna del ministero e di revisione del modello di concorso per l’accesso alla carriera diplomatica.
Morì a Roma il 18 ottobre 2000.
Opere: oltre ai libri citati si segnalano: Sul Congresso degli Stati Uniti, Napoli 1953; appendice in Il Federalista. Commento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America, introduzione di G. Ambrosini, Pisa 1955; Quattro tesi sull’America, Milano 1955; Il leader del partito anglosassone. Osservazioni sulle tendenze monocratiche nei sistemi britannico e statunitense, ibid. 1958; LeCostituzioni italiane (a cura di), con A. Aquarone - M. D’Addio, ibid. 1958; Verso la Quinta Repubblica. L’evoluzione costituzionale contemporanea in Francia, Pisa 1958; Raccolta degli statuti dei partiti politici in Italia, con M. D’Antonio, Milano 1958; Il diritto costituzionale degli Stati Uniti d’America, Pisa 1960; Profili dell’evoluzione costituzionale delle Colonie americane (1606-1776), ibid. 1961; edizione di F.S. Nitti, L’inquiétude du monde. La disgregazione dell’Europa, Bari 1962; La vita dei partiti, in collaborazione con P. Ungari, Milano 1962; La direzione della politica estera nelle grandi democrazie, ibid. 1964; Three essays on comparative politics, ibid. 1964; Il sistema politico degli Stati Unitid’America. Le istituzioni costituzionali, Pisa 1969; Alcuni aspetti del neo-barocco politico in Italia, Roma 1971; Il risveglio, ibid. 1972; Tra storia e diritto. Letture e saggi, Firenze 1975; Profilo storico del PRI, Roma 1976; L’occhio sulla Repubblica, Milano 1979; Il Federalista (a cura di), con M. D’Addio, Bologna 1980; L’Italia negli anni Settanta. Diario di una crisi politica, con C. Pappagallo, Roma 1981; La parabola costituzionale del fascismo, ibid. 1982; Il partito politico di fronte allo Stato, di fronte a se stesso (a cura di), con M. D’Antonio, Milano 1983; Il Quadro costituzionale. Tempi ed istituti della libertà, ibid. 1984; Cultura urbanistica, politica e diritto nell’età dell’assemblea costituente, ibid. 1984; Ricordo di tre maestri: Tomaso Perassi, Giuseppe Capograssi, Gaspare Ambrosini, Roma 1987; Il Federalista 200 anni dopo (a cura di), Bologna 1988; Democraticamente. Corso di educazione civica, Novara 1988; Giolitti e la nascita della Banca d’Italianel 1893 (a cura di), Roma-Bari 1989; Lo statuto albertino e i lavori preparatori (a cura di), con S. Simoni, Roma 1992; Storia politica italiana dall’Unità alla Repubblica, Milano 1994; Il quindicennio cruciale 1972-1987, Milano-Trento 1999; Istituzioni e politica. Governo, Parlamento e magistrature nell’Italia repubblicana, Firenze 1999; La transizione incompiuta, 1987-1996, Milano-Trento 2000.
Fonti e Bibl.: Un fondo di circa 500 volumi appartenuti a Negri è conservato presso la Fondazione Ugo La Malfa di Roma; necr., S. Folli, Un mazziniano che voleva convincere senza prevaricare, in Il Corriere della sera, 20 ottobre 2000; L. Tivelli, Il professore con le istituzioni nel sangue, in Il Messaggero, 20 ottobre 2000; C. Dell’Acqua, G. N., testimone e difensore di una vera etica pubblica, in Il Mattino, 20 ottobre 2000; G. N. fra cultura e politica, in Nuova Antologia, CXXXV (2000), 2216, pp. 255-267; Studi in onore di G. N., Roma 2002; G. Zanfarino, La lezione di G. N., in Nuova Antologia, CXL (2005), 2236, pp. 175-182; G. N., Roma, Circolo Montecitorio, 2011.