MASCI, Guglielmo
– Nacque a Napoli il 18 nov. 1889 da Filippo, professore di filosofia morale nell’Università di Napoli, e da Giuseppina Tattoni.
Il M. frequentò l’Università a Napoli, dove si laureò in giurisprudenza il 13 luglio 1911 discutendo la tesi La dottrina del valore di concorrenza: vecchie e nuove teorie (Napoli 1912) con A. Graziani, l’economista che lo guidò nella sua formazione e nel successivo percorso accademico. Dopo questa prima monografia, il M. continuò ad approfondire tematiche altrettanto impegnative, come quella sul concetto di reddito (Il concetto e la definizione del reddito, ibid. 1913) o quella sulla rendita idraulica (La rendita idraulica: sue basi naturali, sue leggi, Milano 1914).
La monografia sulla dottrina del valore in concorrenza presenta un confronto critico tra la «teoria del costo di produzione» (teoria economica classica) e la «teoria dell’utilità finale» (scuola marginalista): il M., secondo l’indirizzo scientifico definito da A. Marshall, mette in evidenza come tra le due teorie non vi sia assoluta incompatibilità, mostrando, tuttavia, di propendere per il marginalismo nella versione della scuola austriaca; nella stessa opera egli svolge diverse argomentazioni di filosofia della scienza sempre collegate alla teoria del valore, criticando in particolare l’interpretazione di V. Pareto, da lui definita «matematico-meccanica». Il successivo volume, sul concetto di reddito, costituisce una delle prime reazioni all’originale definizione del reddito imponibile teorizzata da L. Einaudi nel saggio Intorno al concetto di reddito imponibile e di un sistema di imposte sul reddito consumato (Torino 1912): il M. vi sostiene una posizione decisamente contraria alla teoria einaudiana, ritenendo che la nozione tradizionale di reddito doveva essere considerata fondamentalmente esatta. La terza monografia, sulla rendita idraulica, presenta un’interessante, e all’epoca innovativa, estensione delle teorie tradizionali sulla rendita, di solito limitate alla rendita fondiaria e a quelle edilizia e mineraria.
Nel gennaio 1915, il M. conseguì la libera docenza in economia politica, iniziando a insegnare, dal 1918 e fino al gennaio 1923, dapprima diritto finanziario e scienza delle finanze e poi economia politica, nell’Università di Perugia; in questi anni si dedicò principalmente a studi di scienza delle finanze e di economia.
Nel primo ambito, particolarmente rilevante è il volume Le imposte sui valori mobiliari (Roma 1920), nel quale auspica, tra l’altro, un sistema di accordi internazionali che, livellando gli oneri dei titoli industriali e commerciali nei vari Paesi, faccia in modo che gli spostamenti internazionali dei capitali e gli investimenti produttivi siano liberi di seguire la «sola dinamica delle leggi strettamente economiche». Si concentra sull’economia il saggio Le leggi delle trasformazioni industriali (Perugia 1922), riguardante un tema molto attuale negli anni della prima guerra mondiale e del dopoguerra; secondo il M., «normalmente», «la trasformazione di una industria in un’altra trae con sé la trasformazione delle industrie concernenti il capitale tecnico delle prime» (p. 189), con l’avvertenza che «la probabilità della trasformazione sarà inversamente proporzionale alla durata del periodo di trasformazione, il quale, man mano che cresce, allontana la realizzazione dei maggiori proventi, e la sottopone quindi ad un coefficiente di svalutazione» (p. 192).
In seguito a concorso bandito nel 1922 dall’Università di Sassari, il M. fu chiamato, a partire dal gennaio 1923, alla cattedra di economia politica. Tuttavia, alla fine dell’anno seguente, si trasferì alla cattedra di economia dell’Università di Palermo, dando inizio, nel contempo, a un’intensa attività pubblicistica: collaborò soprattutto al periodico Echi e commenti su temi di attualità economica, e in particolare di carattere monetario: gli scritti più rilevanti di quel periodo sono raccolti nel volume Scritti monetari (Aquila 1926).
Chiamato dall’Università di Napoli, dal 1° nov. 1931, alla cattedra di statistica della facoltà di giurisprudenza, dal novembre 1934 passò alla cattedra di economia politica della stessa facoltà.
In quel periodo, oltre alla stampa delle lezioni (Lezioni di statistica, Napoli 1933, e Lezioni di economia politica, ibid. 1935), pubblicò i Saggi critici di teoria e metodologia economica (Catania 1934). Si tratta di una raccolta di scritti diversi, in parte già pubblicati, ma riveduti in modo da costituire un insieme coerente, in cui il M. riprende argomenti di metodologia già in parte trattati, approfondendo, tra l’altro, il tema dei metodi statistici in funzione dello studio dell’equilibrio dinamico e quello della determinazione statistica della curva di domanda. Seguirono, nella «Nuova collana di economisti stranieri e italiani» della UTET, Organizzazione industriale (Torino 1934), contenente un saggio su Alcuni aspetti odierni dell’organizzazione e delle trasformazioni industriali, che riprende argomentazioni presenti nel saggio del 1922 su Le leggi delle trasformazioni industriali; nonché Sul concetto di dinamica economica (Città di Castello 1936), nel quale la dinamica economica viene definita come «la teoria dei movimenti continui nel tempo dei fattori e delle quantità dell’equilibrio economico», secondo una linea che «non ammette» punti separati di equilibrio (p. 20).
Dall’inizio degli anni Trenta, il M. cominciò a occuparsi di economia corporativa, con impegno progressivamente crescente.
Nel 1932 aveva partecipato al II convegno di studi sindacali e corporativi con una relazione su Natura economica del contratto collettivo di lavoro e metodo di studio dei problemi corporativi (stampata fra i Saggi critici di teoria e metodologia economica, cit., pp. 139-179), nella quale evidenziava la «speciale organizzazione del mercato del lavoro» propria dell’ordinamento corporativo, con «un solo tipo di organizzazioni padronali ed operaie» (p. 159) in ciascun settore produttivo; in questo contesto, secondo il M., non prevaleva l’obiettivo di massimizzazione dell’utilità dei due gruppi, perché «il giudizio della magistratura del lavoro e, prima ancora di esso, le stesse trattative fra i rappresentanti delle parti, in quanto rappresentanti non solo dei meri interessi economici di categoria, ma anche di interessi economici più generali, possono realizzare l’equilibrio, sempre, beninteso, nella zona del contratto» (ibid.); nel 1934 pubblicò, in collaborazione con L. Amoroso, L’ordine corporativo, in Riv. internazionale di scienze sociali, XXXXII, 4, pp. 144-158. Ancora in tema di economia corporativa pubblicò Economia capitalistica ed economia corporativa (Roma 1935) ed Economia finanziaria ed economia corporativa (Modena 1937). Il tema di fondo di questi scritti è costituito dalla osservazione che la tendenza verso il processo di concentrazione industriale, già riconosciuta da M. Pantaleoni per il «crescente predominio del capitale fisso», rendeva non più operativi i meccanismi concorrenziali e richiedeva, pertanto, una regolamentazione da parte degli organismi corporativi. In tal modo, «l’economia corporativa, intesa come scienza, può forse intravedersi come una teoria generale del prezzo, o meglio dell’equilibrio, in regime di concorrenza fra monopolisti, o meglio ancora di concorrenza imperfetta» (p. 340). La stessa visione s’imponeva, secondo il M., nel campo della teoria finanziaria (cfr. Economia finanziaria ed economia corporativa, cit.).
Nel 1935 il M. fu chiamato dall’Università di Roma alla cattedra di scienza delle finanze presso la facoltà di economia e commercio, trasferendosi l’anno successivo a giurisprudenza, dapprima sulla cattedra di diritto finanziario e scienza delle finanze e poi, dal 1939, su quella di economia politica. Strettamente legata all’attività didattica è la pubblicazione del Corso di scienza delle finanze e diritto finanziario (Roma 1937-38), e del Corso di economia politica corporativa (I, ibid. 1940; II, ibid. 1941, postumo).
In questi anni, nel clima determinato dal regime che si ripercosse anche nel mondo universitario, l’impegno profuso dal M. nel campo dell’economia corporativa, dopo circa dieci anni di apparente indifferenza (la sua stessa iscrizione al Partito nazionale fascista risale al 29 ott. 1932), fu ritenuto tardivo e insincero. Nel dicembre del 1938 il prefetto di Torino inviava a G. Bottai, ministro dell’Educazione nazionale, il ritaglio di un articolo anonimo, apparso nel periodico Vent’anni, in cui si metteva in dubbio la sincerità dell’adesione del M. ai valori del corporativismo fascista; lo stesso M. rispose scrivendo a Bottai (26 dic. 1938), per sostenere la sua buona fede e l’autentica convinzione della necessità di costruire «una vera e propria scienza economica corporativa»; non si ha notizia di altri strascichi polemici al riguardo.
Il M. morì a Roma il 13 genn. 1941.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione gen. Istruzione universitaria, Divisione prima, Fascicoli personali, ad nomen; Ibid., Arch. dell’Università degli studi «La Sapienza», Fascicoli personali, ad nomen; M. Fasiani, Fluttuazioni economiche ed economia corporativa, in Annali di statistica e di economia della R. Università di Genova, III (1935), pp. 1-70; M. De Luca, Scienze economiche e sociali: 1915-1938, in Un secolo di progresso scientifico italiano (1839-1939), VI, Roma 1939, pp. 289-294; F. Chessa, In memoria di F. Coletti e di G. M., in Annali di statistica e di economia della R. Università di Genova, 1940, vol. 7-8, pp. 291-295; F. Villani, G. M., Roma 1941 (estr. da Giurisprudenza e dottrina bancaria); G.U. Papi, G. M., in Giorn. degli economisti e Annali di economia, III (1941), 3-4, pp. 219-231; Studi in memoria di G. M., I-II, Milano 1943 (con elenco completo delle opere, pp. V-XI); F. Caffè, Il tempo nel pensiero di G. M., in Giorn. degli economisti e Annali di economia, 1974, n. 9-10, pp. 679-683; R. Realfonzo, Gli economisti napoletani del ventennio fascista, in Napoli e la Campania nel Novecento. Diario di un secolo, a cura di A. Croce - F. Tessitore - D. Conte, Napoli 2002, III, pp. 137-158; R. Cagiano de Azevedo, La facoltà di economia. Cento anni di storia (1906-2006), Soveria Mannelli 2006, pp. 383-385.