GUGLIELMO I re di Sicilia
Nato nel 1120, quarto figlio di Ruggiero II, per le morti successive dei fratelli maggiori divenne prima principe di Taranto e di Bari, poi anche principe di Capua e duca di Napoli, qual'era allorché sposò Margherita di Navarra, e in ultimo duca di Puglia e principe ereditario. Associato al trono paterno l'8 aprile 1151, morto tre anni dopo Ruggiero II, G. fu incoronato re il 4 aprile 1154. Ereditava un regno apparentemente in piena prosperità, ma minacciato fuori dalle pendenze coi due imperi e dentro dall'intolleranza dei baroni e delle città verso il forte accentramento stabilito dal fondatore della monarchia. Né di questo G. possedeva l'attività e l'applicazione agli affari, indolente eom'era di natura e dedito ai godimenti tanto sensuali quanto intellettuali. A torto è passato alla storia col nome di G. il Malo: in verità egli continuò la politica del genitore.
Datosi a cercare alleanze per isolare il Barbarossa, con cui cospiravano i suoi nemici interni, fece sì che i Tedeschi non potessero metter piede nel mezzogiorno d'Italia. Preparava una spedizione contro il dominio pontificio e faceva assediare Benevento, quando scoppiò la ribellione nel regno; i Greci, in rapporto con Adriano IV, coi ribelli e con Genova, ne occupavano la costa adriatica e il papa, percorsa la Campania, s'istallava a Benevento e anche Sfax insorgeva (1155-56). G., entrato di persona in campagna, domò i ribelli, inflisse ai Greci una grande sconfitta a Brindisi, ridusse il papa a firmare il trattato di Benevento, ottenendone l'investitura, si accordò con Genova. In Africa però la rivolta di Sfax, dilagando fra le altre popolazioni musulmane, prese tali proporzioni da produrre in fine il crollo del dominio siciliano colà (1160). Ma G. se ne compensò, domando nel regno una nuova ribellione, soccorsa da Bisanzio, inviando contro Bisanzio una flotta, che indusse alla pace Manuele Comneno (1158), alleandosi col papa contro il Barbarossa e (se può credersì a un cronista del tempo) ricevendone l'offerta della corona d'Italia. Certo è invece che l'elezione di Alessandro III fu dovuta al re di Sicilia. Grave perdita per lui fu quella del ministro Maione, ucciso da una congiura (10 novembre 1160), che imprigionò anche il re, poi liberato di fronte alla pubblica indignazione. Seguì un'altra insurrezione generale, onde nel 1161 parve in tutto abbattuta la regia autorità. Ma anche questa volta G. trionfò dei nemici interni e poté provvedere ai bisogni di Alessandro III, che coi suoi aiuti poté mettersi in salvo in Francia, ritornare in Italia e ristabilirsi a Roma. Ma questo fu l'ultimo successo di G., che, dopo aver dotato il regno di nuove savie leggi, di sontuosi edifici e di altre opere d'arte, spirò il 7 maggio 1166.
Bibl.: G. B. Siragusa, Il Regno di Guglielmo I, 2ª ed., Palermo 1929.