GOSIA, Guglielmo
Nacque probabilmente a Bologna tra il terzo e il quarto decennio del secolo XII da Martino, uno dei quattro dottori, allievi e successori di Irnerio. Ignoto è il nome della madre. Seguì l'insegnamento del padre e, nonostante i dubbi espressi in merito da Sarti e Savigny, svolse anche attività di professore nello Studio.
A essa fa espresso riferimento un suo studente che in un testo poetico (Gaudenzi, pp. 132-134), scritto in un anno di poco precedente il 1166, dopo aver ampiamente tessuto le lodi del padre Martino, dichiarava il G. ben degno di succedergli nel gruppo dei quattro dottori e addirittura di primeggiare tra essi. In verità la richiesta finale dell'anonimo studente-poeta di ottenere dal professore elogiato un sostanzioso prestito può indurre a nutrire qualche dubbio sulla attendibilità degli elogi e delle previsioni formulate a favore del G., ma costituisce anche una ulteriore conferma che, almeno in quegli anni, il G. effettivamente insegnava. Ampiamente diffusa era infatti l'abitudine dei professori di concedere ai propri studenti, a loro legati da un particolare rapporto di societas per il corso annuale, prestiti in denaro, a interessi solitamente molto elevati, anche se prudentemente celati.
L'attività di professore è confermata anche dal titolo di doctor legum attribuitogli in un documento dell'abbazia di Nonantola del giugno 1170. Questo documento lo attesta presente a una sentenza pronunciata da Guido, priore del monastero bolognese di S. Maria di Reno, giudice delegato dal papa in una controversia per la titolarità di un beneficio ecclesiastico. Come nel caso di documenti similari, che attestavano la presenza del padre Martino e degli altri tre dottori alla stesura di atti di giurisdizione, è molto probabile che la presenza a questa sentenza del G., insieme con quella di altri doctores legum, sia espressione di una effettiva attività di consulenza da essi prestata al giudice e genericamente ricordata nel dispositivo della sentenza stessa ("quorundam sapientum habito consilio"). A un effettivo insegnamento del G. è infine da ascrivere un suo parere, ricordato in un breve testo di Dissensiones dominorum (Sarti - Fattorini, p. 48 n. 1), nel quale egli riprende l'opinione già espressa in merito dal padre. Il G. sarebbe stato dunque anche un reale continuatore degli indirizzi della scuola paterna.
Quanto si sia prolungata la sua attività di professore non è noto. È stato reperito un solo documento che lo rivela presente nell'agosto del 1176, quale uno dei tanti testimoni, a un atto di transazione tra il Comune di Bologna e alcuni privati circa la proprietà di terre nel contado bolognese. Nel documento il nome del G. non è accompagnato dalla qualifica di doctor legum, ma ciò non significa necessariamente che egli avesse preso le distanze dallo Studio cittadino.
Boncompagno da Signa lo esaltò come esperto giurista e soprattutto quale esempio delle più elevate qualità umane; ma anche in questo caso si può legittimamente sospettare una dose non lieve di adulazione. Il giudizio è infatti formulato in un'opera che Boncompagno dedicava nel 1201 all'amico Ugolino, figlio del Gosia. Una base di verità nel giudizio espresso da Boncompagno doveva tuttavia esserci, in particolare là dove ricordava il singolare favore che verso il G. aveva mostrato l'imperatore Federico I. Ma in quali circostanze ciò si sia verificato e quali conseguenze gliene siano derivate non è stato possibile determinare.
Si ignora la data della sua morte, si sa solo che avvenne prima dell'inizio dell'anno 1194. Aveva sposato una Gisla, di casato non noto, dalla quale ebbe almeno tre figli: Ugolino, Maria e Guglielmo.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Comune-Governo, Registro Grosso, I, cc. 33-34; S. Agnese, b. +/5591, docc. 14, 15; Boncompagnus de Signa, Liber de obsidione Anconae, a cura di G.C. Zimolo, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., VI, 3, p. 4; G. Tiraboschi, Storia dell'augusta badia di S. Silvestro di Nonantola…, II, Modena 1785, pp. 294 s.; Chartularium Studii Bononiensis, II, a cura di A. Sorbelli, Bologna 1913, pp. 7 s.; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, IV, Bologna 1784, pp. 191-193; F.K. von Savigny, Storia del diritto romano nel Medioevo, Torino 1857, II, p. 78; M. Sarti - M. Fattorini, De claris Archigymnasii Bononiensis professoribus…, a cura di C. Albicini - C. Malagola, I, Bologna 1888, p. 48; A. Gaudenzi, Lo Studio di Bologna nei primi due secoli della sua esistenza, Bologna 1901, pp. 129-134.