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Nogaret, Guglielmo di

di Francesco Frascarelli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Nogaret, Guglielmo di

Francesco Frascarelli

Giurista, nato verso il 1260 a St. Felix de Caraman (Tolosa), fu dapprima professore di diritto a Montpellier; la sua capacità e la fedeltà a Filippo il Bello gli permisero una brillante carriera in seno alla Curia Regia dal 1296; fu creato quindi cavaliere, guardasigilli e barone; nel settembre del 1307 infine ricevette il titolo di vicecancelliere di Francia. Ispiratore e collaboratore del re nella politica antipapale, il suo nome è legato all'attentato di Anagni; infatti alla vigilia del giorno in cui doveva essere pubblicata la bolla di scomunica contro Filippo il Bello Super Petri Solio (7 settembre 1303), Guglielmo penetrò in Anagni con Sciarra Colonna alla testa di circa 800 armati; dopo aver superato una debole resistenza, gli assalitori si strinsero intorno al palazzo pontificio; di lì a poco tempo il pontefice cadeva prigioniero.

Anche D. riporta tale episodio (Pg XX 85-93); nei versi si avverte il suo sdegno contro quanti avevano osato oltraggiare non tanto la persona di Bonifacio VIII quanto il vicario di Cristo. In vero non tutti gli storici concordano circa gl'insulti, le offese e i maltrattamenti di cui sarebbe stato fatto oggetto il pontefice; secondo il Villani (VIII 63) Bonifacio VIII non avrebbe subito percosse; il Compagni (II 35) parla invece di una ferita alla testa, che sarebbe stata inferta al pontefice non ad Anagni bensì a Roma: " fu menato a Roma, ove fu ferito nella testa "; è anche possibile pertanto che D., alla luce dei suoi principi religiosi, abbia modificato l'episodio; è certo comunque che nell'oltraggio egli vide rinnovarsi la passione stessa, sì che tutto il racconto si snoda sul filo di un efficace paragone con quell'episodio: Filippo il Bello è il novo Pilato, Bonifacio VIII è il Cristo stesso che viene canto, deriso e anciso; unica differenza: Bonifacio muore prigioniero di ladroni che sopravvivono alla sua morte, vivi ladroni, mentre Cristo fu crocefisso assieme ai due ladroni. Ma chi sono dunque i vivi ladroni? Qualcuno ha voluto vedervi i cardinali Nicolò Boccasini e Pietro di Spagna che assistettero il pontefice durante i tre giorni della sua prigionia; la maggior parte dei critici riferisce l'espressione ai protagonisti dell'attentato Sciarra Colonna e lo stesso G.; risulta difficile stabilire se quest'ultimo meritasse proprio l'appellativo di ladrone; in effetti nella prima delle sue difese presentata all'ufficiale della Curia di Parigi il 7 settembre 1304, dichiarò di non aver assistito alla cattura di papa Bonifacio, perché lontano dal palazzo; d'altra parte la Cronaca di Orvieto narra che proprio il N. e Rinaldo di Supino trovarono il pontefice disteso su di un letto con una croce fra le mani. I nepoti di Bonifacio VIII, Francesco Caetani e Teobaldo da Anagni, nel processo intentato alla memoria del proprio zio indicarono nel N. il principale aggressore; secondo un'altra tradizione poi il N. avrebbe custodito il pontefice " cum magna societate infra cameram suam "; tra tanta ridda di notizie contrastanti, più o meno attendibili, risulta certo soltanto che il N. fu scomunicato da Benedetto XI e successivamente assolto " ad cautelam " da Clemente V con la bolla Ad certitudinem praesentium del 27 aprile 1311; circa due anni dopo veniva a morte.

Bibl. -L. Tosti, Storia di Bonifacio VIII e dei suoi tempi, Montecassino 1846, 433 ss.; E. Renan, Guillaume de N. légiste, in Histoire littéraire de la France, XXVII, Parigi 1877, 256 ss. (rist. in Études sur la politique religieuse du règne de Philippe le Bel, ibid. 1899, 1 ss.); R. Holtzmann, Wilhelm von N. - Rat und Grossiegelbewahrer Philipps des Schönen von Frankreich, Friburgo in B. 1898; P. Fedele, Per la storia dell'attentato di Anagni, in " Bull. Ist. Stor. " XLI (1921) 195-222; N. Zingarelli, Il c. XX del Purgatorio, in Lect. Fiorentina 29-30; F. Ulivi, Il canto XX del Purgatorio, in Lect. Scaligera II 775-776.

Vedi anche
Filippo IV il Bello re di Francia Filippo IV il Bello (fr. Philippe le Bel) re di Francia. - Figlio (Fontainebleau 1268 - ivi 1314) di Filippo III l'Ardito e di Isabella d'Aragona. A lui si deve la trasformazione dello stato in una monarchia nazionale accentrata. Fu in contrasto con il papa Bonifacio VIII, per la decisione di chiedere ... Sciarra Colónna Colónna, Sciarra (propr. Giacomo Colonna). - Figlio (1270 circa -1328) del senatore Giovanni; partecipò attivamente alla ribellione contro il pontefice Bonifacio VIII, rendendosi famoso soprattutto per la partecipazione all'attentato di Anagni (7 settembre 1303). Più tardi, insieme con il fratello Stefano, ... Jacques de Molay Molay ‹molè›, Jacques de. - Ultimo gran maestro dell'ordine dei Templari (Molay, Giura, 1243 circa - Parigi 1314). Raggiunse (1298) la massima carica quando la potenza e l'autonomia dei Templari avevano determinato Filippo il Bello, d'accordo con Clemente V, a sopprimere l'ordine. Invitato a Parigi, ... Napoleone Orsini Ecclesiastico (n. Roma 1263 circa - m. Avignone 1342), figlio di Rinaldo, studiò a Parigi e (1288) fu nominato cardinale diacono di S. Adriano. Fautore della politica guelfa degli Orsini, fu da Bonifacio VIII mandato nel ducato di Spoleto e nella marca d'Ancona, e riuscì a riportare Gubbio all'obbedienza. ...
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    Dizionario di Storia (2010)
    Politico francese (n. Saint-Félix de Caraman 1260 ca.-m. 1313). Dopo essersi dedicato con successo alla vita militare e agli studi giuridici (nel 1291 già insegnava diritto a Montpellier), passò al servizio di Filippo il Bello. Sostenne la preminenza del potere regio contro le posizioni del pontefice ...
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  • NOGARET, Guillaume de
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Giuseppe Martini Politico francese. Si crede comunemente che il N. sia nato verso il 1260 a Saint-Félix de Caraman, nella diocesi di Tolosa. Si dedicò allo studio delle leggi, di cui fu professore a Montpellier a partire dal 1287. Nel 1294 fu creato "iudex maior" della senescallia di Beaucaire e Nîmes; ...
Vocabolario
guglièlmo
guglielmo guglièlmo s. m. – In numismatica, nome di monete d’oro dei Paesi Bassi che furono coniate fino al 1875, così dette dai sovrani di nome Guglielmo effigiati nel dritto.
guglielmita
guglielmita agg. e s. m. e f. (pl. m. -i). – Relativo o appartenente alla setta dei guglielmiti (sec. 13°-14°), seguaci di una Guglielma o Guglielmina Boema, che si diceva di stirpe regia, considerata come l’iniziatrice di una nuova era...
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