Domenicano (1215 circa - 1286), arcivescovo di Corinto dal 1278. Molto importante la sua vasta attività di traduttore di opere greche, specialmente di Aristotele e dei suoi commentatori, e di revisore di traduzioni già esistenti, svolta anche per incarico di Tommaso d'Aquino cui era legato da fraterna amicizia. Di Aristotele egli tradusse le Categoriae, il Peri hermeneias, il III e il IV libro del De coelo, i Meteorologica, i Parva naturalia, l'XI libro della Metaphysica (mancante nella traduzione fino allora in circolazione), la Poetica, la Politica, la Rhetorica, i Libri de animalibus, e rivide le versioni della Physica e del De anima di Giacomo Veneto, dei primi due libri del De coelo e dell'Ethica Nicomachea di Roberto Grossatesta, della Metaphysica (la cosiddetta "translatio media"). Particolare importanza ebbero anche, per lo sviluppo del pensiero e della scienza medievali, le sue traduzioni di alcune opere di Proclo (Elementatio theologica, De fato, De providentia, De malo, queste ultime tre perdute nel testo greco, il commento al Parmenide di Platone) e di numerosi scritti di matematica e di medicina.