GUGLIELMO di Moerbecke (Guilielmus de Moerbeka, Morbeha; o anche Guilielmus Brabantinus, essendo Moerbecke nel Brabante)
Domenicano, nato intorno il 1215, morto nel 1286. Fu penitenziere della sede apostolica sotto i papi Clemente IV e Gregorio X, che accompagnò al concilio di Lione; nel 1276 o '77 fu nominato arcivescovo di Corinto. Per incitamento di S. Tommaso d'Aquino, di cui fu il collaboratore filologico, tradusse dal testo greco in latino (talora rielaborando versioni già esistenti) un gran numero di opere filosofiche classiche, con un rigore letterale che, se rende stilisticamente astruso il suo latino, è talora di aiuto per la ricostruzione critica degli stessi testi originali.
Da ricordare in primo luogo sono le traduzioni aristoteliche, tra le quali sono edite quelle della Politica e della Retorica (a cura, rispettivamente, del Susemihl, Lipsia 1872, e dello Spengel, Lipsia 1867, in appendice ai testi originali), ancora inedite quelle della Metafisica, del De anima, degli scritti zoologici, ecc. Tradusse molti scritti dei commentatori di Aristotele (i commenti di Alessandro di Afrodisia sui Meteorologica e sul De sensu et sensibili, quello di Simplicio sulle Categorie e sul De caelo et mundo, quelli di Giovanni Filopono e di Temistio sul De anima, ecc.) e la Στοιχει0ωσις ϑεολογική (Elementatio theologica) di Proclo.
Bibl.: A. Jourdain, Recherches critiques sur l'âge et l'origine des traductions latines d'Aristote, 2ª ed., Parigi 1843, pp. 67-71; M. de Wulf, Histoire de la philosophie en Belgique, Bruxelles-Parigi 1910, pp. 47-51. Più ampia bibliografia in Ueberweg-Geyer, Grundriss d. Gesch. d. Philos., II, 11ª ed., Berlino 1928, p. 728 e presso Lauchert, in Allg. Deutsche Biogr., XLIII, pp. 226-27.