DALLA VIGNA, Guglielmo (Guillelmus, Guillinus, Willelmus De Vinea, De Vineis, Dallavigna, Della Vigna, Dellavigna, De la Vigne, e anche De Normannis)
Nacque intorno alla metà del sec. XIV, ignoriamo esattamente dove per la contraddittorietà dei dati. A Roma, comunque, si trasferì giovanissimo.
Indubbia pare l'origine normanna della ua famiglia: sia che appartenesse, come vogliono alcune fonti, alla nobile casata romana dei De Normannis (cfr. Ughelli-Coleti, I, col. 1354, n. 40, n. 1; L. von Pastor, St. dei papi, VI,Roma 1963, p. 271), sia che fosse come vogliono altre, "de Normannis romanus" (E Ughelli, Italia sacra, I, Roma, 1644, col. 382 n. 28) o, più semplicemente, "natione normannus" (Theodoricus de Nieheim, p. LXIIIIr; A. Ciacconio-A. Oldoino, Vitae et res gestae pontif. Rom., II, Roma 1677, col. 757; E. Spondano, Annalium eccl. ... continuatio, I, Lugduni 1679, p. 700 n. 3). Diversi De Normandis o Normannis ricoprirono a Roma cariche pubbliche di rilievo proprio durante il pontificato di Bonifacio IX, il papa che volle accanto a sé il D.: cfr. A. Esch, Bonifaz IX. und der Kirchenstaat, Tübingen 1696, pp. 241, 614 s., 625, 636 s.
Tra i moderni, il Valois (III, p. 500 n. 2) asserisce che il D. era normanno, il vero cognome "de la Vigne". Dello stesso parere è il Katterbach (p. XXXIII), il quale, come già Mghelli-Coleti (I, col. 1354) e il Moroni (LXXVI, p. 232), precisa che era di Rouen (Rothomagensis). Il Salembier, infine (Deux conciles inconnus ..., in Hefele-Leclerq, VI, 2, App. III, p. 1534), lo dice en passant italiano.
Con il titolo di licenziato in legibus e di baccelliere in decretis, venne in tanta fama di giureconsulto da essere reputato un oracolo. Ciò gli valse la stima e la fiducia di quattro papi, che gli affidarono cariche importanti nella Curia romana, nella stessa famiglia e cappella pontificia, e missioni politico-religiose di grandissimo momento per la Chiesa universale. Tesoriere di Urbano VI e dei tre successori di questo pontefice, fu notaro apostolico sotto Bonifacio IX, referendario sotto Innocenzo VII e Gregorio XII; sacrista durante i pontificati di Bonifacio IX, di Innocenzo VII e di Gregorio XII; confessore di Innocenzo VII. Creato vescovo di Ancona il 6 febbr. 1386 e poi trasferito a Todi (1405-1407), fu quasi sempre trattenuto lontano dalle sue sedi episcopali sia dagli incarichi presso la corte pontificia, sia dai molteplici e difficili compiti che dovette svolgere nell'Europa settentrionale, dove Roma lo inviò più volte negli anni 1387-1407 - forse i più cruciali dello scisma d'Occidente - nel duplice tentativo di arginare o ridurre l'arca dell'obbedienza avignonese, e di riportare l'unità nella Chiesa. Così, il 12 maggio 1387, il D. fu nominato nunzio apostolico in Francia, Navarra, Lotaringia, Fiandra, Germania, Scandinavia e Boemia, missione poi limitata (bolla del 2 ag. 1388) alle diocesi di Cambrai, di Tournai e di Thiérouanne, che egli percorse come collettore e ispettore dei collettori pontifici. Analogo mandato aveva già avuto, con bolla del giugno 1388, per Reims, il Brabante e la Fiandra. Creato amministratore della diocesi di Tournai (1389). venne confermato in questo incarico nel 1392 e di nuovo nel 1393 (1° aprile) e nel 1394 (11 marzo).
La sua violenta predicazione antiavignonese gli procurò l'arresto a Gand e una breve detenzione nel castello dei duchi di Borgogna, a Belle-Motte (marzo 1390). Nel gennaio del 1391 predicava la pace a Liegi. Qui il 2 febbr. 1391 ricevette, da Bonifacio IX, facoltà di promulgare il giubileo in quella diocesi, a Malines, nel Brabante, nella Fiandra e a Cambrai, e di nuovo l'incarico di collettore nelle regioni di Reims, Liegi e Utrecht (bolla del 10 sett. 1391). Nel settembre del 1394, durante la breve vacanza della sede avignonese, si adoperò presso l'università di Parigi per accelerare i tempi dell'unione, ma invano, anche perché le sue lettere giunsero a destinazione quando già a Clemente VII era stato dato, come successore, Benedetto XIII (28 settembre 1394). Dopo aver compiuto nel 1394 una missione nella diocesi di Amiens, tornò in Italia. Nel 1404 era a Roma per l'intronizzazione di Innocenzo VII, che il 12 giugno del 1405 lo trasferì alla sede di Todi.
Nel 1407 il nuovo pontefice Gregorio XII lo inviò, con Antonio Correr, nipote del papa, e Antonio di Budrio, come ambasciatore presso il papa di Avignone per trattare l'unione. Ai primi di aprile il D. e i suoi compagni furono ricevuti, a Marsiglia, da Benedetto XIII; dopo ima serie di colloqui con i rappresentanti di quest'ultimo e grazie a laboriose trattative, si raggiunse un accordo di massima relativo all'epoca, al luogo e alle modalità in cui sarebbe avvenuto l'incontro dei due pontefici. Il D. prese quindi a percorrere la Francia, con il Budrio, annunciando l'ormai prossima fine dello scisma: a metà giugno giunsero a Parigi, dove furono ricevuti all'università e alla corte di Francia. Di ritorno dalla sua missione, si incontrò a Siena con Gregorio XII, che tuttavia lo ricevette in malo modo (Theodoricus de Nieheim, p. LXXv).
Deluso e amareggiato, il D., sincero fautore della fine dello scisma, si accostò negli ultimi tempi ai sostenitori della tesi conciliarista.
Morì a Siena il 28 ott. 1407.
Fonti e Bibl.: Arch. Segr. Vat., Reg. Vat. 119, c. 25r; 311, cc. 57r-58r, 59rv, 176r, 264r; 313, cc. 6r-mr, 22v-38v, 39v-41r; 314, cc. 95v-96v, 209rv, 243rv; 332, c. 10rv; 334, cc. 38v-39r; 335, c. 271rv; Reg. Lat. 12, c. 221r; 67, cc. 13r-15r; 72, c. 36rv; Reg. Aven. 269 (già LXV), cc. 456v-458v, 459v, 462r; Oblig. et Solut. 48, cc. 4r, 210v; Indici 477, Sched. Garampi, cc. 57r-58r; Indici 509, Id., c. 84rv; Bibl. Ap. Vat., Ottoboni 2356, c. 244r; Vat. lat. 12610, c. 33v; G. Sercambi, Chronicon de rebus gestis..., in L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., XVIII, Mediolani 1731, coll. 878-881; Ibid., III, 2, ibid. 1734, col. 803; Theodoricus de Nieheim, De schismate omnium longissimo..., Norimbergae 1532, pp. LXIV, LXV, LXX; O. Raynaldus, Annales eccl., XVII, Romae 1659, ad a. 1391 n. 4, 1407 nn. 3 s.; Fughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 336, 1354; L. D'Achery, Spicil., sive collectio veter. aliquot script. qui in Galliae bibliothecis delituerant, I, Parisiis 1723, p. 836; E. Martène-U. Durand, Thesaurus novus anedoctorum…, II, Lutetiae Parisiorum 1727, coll. 1314-1320 (col testo degli accordi di Marsiglia), 1347 s., 1353; C. Zantfliet, Chronicon ab an. MCCXXX ad MCCCCLXI, in A. Martène, - U. Durand, Veterum scriptorum et monumentorum... amplissima collectio, V, Parisiis 1729, col. 340; Statuta synodalia actaque plurima quae concilium Pisanum praecesserunt ac subsecuta sunt, ibid., VII, Parisiis 1733, coll. 430, 737, 745 s., 750 ss., 836-839; F. A. Maroni, De Eccl. et episcopis Ancon. commentarius..., Roma 1759, pp. 46 s.; F. A. Vitali, Mem. ist. de' tesorieri Pontifici, Napoli 1787, p. XVIII; G. D. Mansi, Sacrorum concil. nova et amplissima collectio..., XVI, Venetiis 1784, coll. 1203 s.; M. Gilliodts v. Severen, Inventaire des arch. de la ville de Bruges, Bruges 1875, III, pp. 234 s., 238 ss.; N. Valois, La France et le grand schisme, II, Paris 1896, pp. 239-244, 249 s., 262 ss.; III, ibid. 1901, pp. 38, 500 n. 2, 502 s., 509 s., 517, 528, 534, 544; IV, ibid. 1902, p. 517 (nelle note alle rispettive pagine dei tre volumi sono citate le fonti archivistiche francesi); Acta Urbani VI et Bonifacii IX pontificum Romanorum, a cura di C. Krofta, in Mon. Vat. res gestas Bohemicas illustrantza, V, 1,Pragae 1903, pp. 90 ss., nn. 140 ss.; L. J. Moltesen, Regesta dipl. hist. Danicae, Copenaghen 1904-1915, II, p. 22 n. 787; C. J. von Hefele-D. H. Leclerq, Hist. des conciles, VI,2, Paris 1915, pp. 1313, 1314, 1318 s.; L. Salembier, Deux conciles inconnus..., ibid., App. III, pp. 1513, 1526, 1528, 1534, 1538, 1541 s.; B. Katterbach, Referendarii utriusque signaturae..., Città del Vaticano 1931, p. XXXIII; C. Tellenbach, Repert. Germ., II, Berlin 1933, coll. 9 s., 20, 364, 690, 1225;F. Delaruelle-P. Ourliac-E. R. Labande, La Chiesa al tempo del grande scisma, in Storia della chiesa..., XIV, 1, Torino 1967, pp. 116, 185 s.;G. Moroni, Diz. di erud. storico-eccl., LXXIV, p. 277; LXXVI, pp. 232 s.; LXXXIII, p. 45; C. Eubel, Rierarchia cath., I, Monasterii 1913, pp. 88, 302, 351, 490, 502.