FOGLIANO (de Foliano), Guglielmo da
Nobile reggiano, figlio, secondo quanto segnalato dal Tiraboschi (1824) sulla base di un perduto documento del 1210, di Barnaba da Fogliano, nome peraltro non ricorrente nella famiglia, il F. dovette nascere intorno agli anni Novanta del XII secolo.
Nel 1215, insieme al fratello Ugolino, il F. è testimone nell'atto di giuramento di fedeltà al papa Innocenzo III di Salinguerra Torelli da Ferrara, infeudato dei beni facenti parte dell'eredità matildica nelle contee di Reggio e di Modena. Il F., il cui nome, tra i testimoni laici, è preceduto da quelli dei membri della consorteria dei da Sesso e di Manfredo Lupi, veniva quindi annoverato tra i personaggi più importanti e in vista nella vita politica reggiana di allora, segno dell'ormai consolidata posizione politico-sociale raggiunta dalla consorteria dei da Fogliano.
Nel 1221 il F., ancora insieme con il fratello Ugolino, viene annoverato tra i milites assoldati per la crociata: con lui sono ricordati anche Iacopo Della Palude, Fulcone da Campagnola, Matteo Novello da Correggio e Oldeprandino Pico.
Nel 1224 le cronache della città di Reggio ricordano con particolare attenzione la morte violenta di Iacopo Della Palude e la conseguente discordia sorta tra i Della Palude e i Fogliano, i quali non dovevano essere del tutto esenti da responsabilità per quel luttuoso fatto. Vittime probabilmente di una vendetta, legata alla morte del nobile reggiano, perirono due anni dopo Ugolino da Fogliano, fratello del F. e Guido da Baisio, esponente di una consorteria imparentata in anni precedenti con i da Fogliano. Le rivalità familiari reggiane si intrecciavano, in quegli anni con la ripresa dello scontro tra Papato e Impero, che, a Reggio, era stemperato dall'abile mediazione del vescovo Niccolò Maltraversi il quale, approfittando della pace momentaneamente raggiunta nel settembre 1230, riuscì nell'estate del 1231 a pacificare le famiglie reggiane in lotta. Con i da Fogliano erano schierati i da Correggio e i da Baisio; con i Della Palude, invece, i da Dallo, i Canossa e i da Bismantova.Dopo la morte del fratello Ugolino (1226), il, F. divenne l'esponente più in vista della consorteria: il suo nome e la sua persona diventarono riferimento obbligato nei preliminari che precedettero la firma della pace. L'importanza dell'accordo raggiunto nel 1231 fu tale che venne disposto il suo inserimento negli statuti del Comune di Reggio (compresi quelli sui quali si richiedeva il giuramento dei futuri podestà) e fu comminato il danno e la confisca dei beni a chi non lo avesse rispettato.
Nel luglio 1232 il F. venne nominato podestà di Cremona, e ricoprì questo incarico fino al 1233, in una città che presentava strettissimi legami con l'imperatore Federico II e dove le lotte intestine tra guelfi e ghibellini sfociarono nel corso della podesteria del F. in una sedizione e in un grave scontro armato.
La scena pubblica cremonese era allora dominata dalla figura di Cavalcabò Cavalcabò che controllava, anche con la nomina di podestà a lui legati da vincoli di parentela e amicizia, la locale vita politica. La scelta dei F., compiuta da uno schieramento non più compatto nei confronti di Cavalcabò. rappresentò un significativo mutamento nelle vicende cittadine: proprio il F. svolse infatti un ruolo di primo piano nel determinare la fine del tentativo operato dal Cavalcabò di rafforzare ulteriormente il suo dominio su Cremona e il territorio emiliano. Fu probabilmente il F., infatti, l'ispiratore di una richiesta avanzata dai Cremonesi a Federico II di nominare egli stesso un podestà per Cremona, liberando così la città dal "perfido nemico" (il Cavalcabò appunto), richiesta che l'imperatore esaudì, nominando, per il 1233, il conte di Acerra, Tommaso d'Aquino.
Nel 1234 il F. fu podestà a Foligno, nel 1235, a Viterbo. Sempre nel 1235 il F. seguì a Roma l'imperatore Federico II, accorso in aiuto di Gregorio IX, che voleva privare dei loro privilegi i senatori Luca Savelli e Oddo Frangipane, suoi oppositori nella città di Roma. In tale circostanza venne nominato dall'imperatore rettore e capitano generale del Patrimonio di San Pietro e dovette sostenere diversi scontri con le milizie romane.
Non si conosce la data di morte del F.: essa deve essere posta, tuttavia, in anni anteriori al 1248, quando compare come defunto. In quell'anno, infatti, il pontefice Innocenzo IV dispose che venisse concesso un beneficio prebendato a Guido da Fogliano, definito come figlio di un defunto Guglielmo da Fogliano, consanguineo del papa; quest'ultimo è, con tutta probabilità, da identificare col Fogliano. Da un documento inedito del 1231, apprendiamo che il F. fu anche padre di Tommaso, identificabile con quel Tommaso da Fogliano sposo di Traversara Traversari, poi nominato da Innocenzo IV rettore e conte di Romagna.
Sempre dalla documentazione esaminata risulta che il F. era zio di Alberto da Fogliano, figura di notevole posizione sociale già nel 1244, quando ricopriva l'incarico di tutore di Gandolfo del fu Gandolfo da Gonzaga, investito nel 1254 del territorio di Carpineti e statutario del Comune di Reggio nel 1266. E F. era anche zio di Guglielmo (II), il futuro vescovo di Reggio, dell'arcidiacono, Bonifacio, Guido (II) e Ugolino (II) da Fogliano.
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