Teologo (m. 1249), dal 1228 vescovo di Parigi. È uno dei primi maestri di Parigi a utilizzare ampiamente le nuove traduzioni delle opere di Aristotele, insieme però a quelle delle opere di Avicenna, sì che la sua maniera d'intendere l'aristotelismo si caratterizza per il tentativo di conciliare le dottrine peripatetiche con quelle agostiniane, facilitato in ciò dai commentarî di Avicenna che interpretavano Aristotele in chiave neoplatonica. Difensore degli ordini mendicanti, combatté il cumulo dei benefici ecclesiastici. Opera principale è il Magisterium divinale (diviso in: De primo principio, De universo creaturarum, De anima, Cur Deus homo, De fide et legibus, De sacramentis, De virtutibus et moribus); tra le altre opere: De immortalitate animae, Tractatus de bono et malo.