BOTTI, Guglielmo
Figlio di Vincenzo e di Gesualda Benvenuti, nacque a Pisa il 9 dic. 1829. Studiò pittura con Tommaso Gazzarrini e con Giuseppe Bezzuoli, rispettivamente a Pisa ed a Firenze. Fu fervido ammiratore dei primitivi ed acquistò fama come pittore su vetro; nel 1853 sperimentò una tecnica di pittura a fuoco che gli fece ritenere di avere riscoperto i procedimenti dei pittori tardogotici. Nel 1861, all'Esposizione di Firenze, conseguì il primo premio per una vetrata. Era quella un'epoca nella quale i pittori di vetrate ambivano emulare i dipinti a olio e a tempera, snaturando l'iniziale originalità di tale pittura.
Il B. accontentava il gusto dei contemporanei, ed eseguì vetrate in chiese di Pisa (S. Paolo, 1853), Livorno, Grosseto, Siena, Perugia (duomo: vedi Rotelli), Lucca, Padova. Si specializzò inoltre come restauratore di affreschi, ed anche in questo campo affermò di avere riscoperto l'arte dei primitivi, e fu ammirato perché i suoi restauri si confondevano con i lacerti originali. Nel 1856, nel Camposanto di Pisa, sperimentò un suo sistema per strappare dalla parete gli affreschi deperiti, restaurarli e rimetterli al posto originario (e infatti scrisse Sul metodo di restauro praticato sugli antichi affreschi del Camposanto di Pisa, Firenze 1858; ripubblicato a Pisa sullo Spettatore del 1864 con aggiunte: Sulla conservazione delle pitture del Camposanto di Pisa. Memorie e lettere).Nella sacrestia della chiesa pisana di S. Francesco restaurò (1870) gli affreschi di Taddeo di Bartolo, facendo ex novo tre grandi figure di Apostoli completamente obliterate. Nel novembre 1867, appena il comune di Padova era entrato in possesso della cappella degli Scrovegni, il sindaco scrisse al suo collega di Pisa per chiedere del B., che il 19 dicembre era già presente all'adunanza, nel municipio di Padova, della "Commissione conservatrice dei pubblici monumenti".
Il Prosdocimi dà un dettagliato resoconto dei lavori del B. a Padova, prolungatisi soprattutto per intralci burocratici. Certo è che un verbale (p. 46) del 19 febbr. 1872 dice che l'artista è stato sospeso dai lavori di restauro nella cappella Lupi di Soragna (oratorio di s. Giorgio) nella chiesa del Santo, perché metteva chiodi di ferro invece che di rame o di ottone: probabilmente presentava conti troppo alti; sta di fatto che il restauro fu poi eseguito da A. Bertolli (1872-74). D'altra parte anche alla critica moderna la tecnica dello stacco parziale e riattacco praticata dal B. appare esemplare; la tecnica a encausto che egli adoperava per far aderire il colore è ora bandita, ma il Prosdocimi mette in risalto la cura con la quale la commissione diretta da P. E. Selvatico e il restauratore procedettero al rilevamento dei danni esistenti e al restauro, e cita la dettagliata relazione (15 dic. 1870) del B. sullo stacco degli affreschi attuato, senza compromettere i ritocchi a tempera o altro, per permettere il restauro murario.
Intanto il B., a Padova, restaurava (1870) anche gli affreschi del Mantegna agli Eremitani.
Nel 1873 fu nominato ispettore delle Gallerie di Venezia; nel 1883 ne divenne direttore; nel 1887 fu promosso ispettore di prima classe della direzione delle Regie Gallerie e Musei; ma dopo un'ispezione di Adolfo Venturi e una (1894) di G. Cantalamessa fu trasferito a Torino per certa disinvoltura usata in restauri di opere d'arte. Dal 1874 al 1887 fu "accademico di merito, residente, professore di restauro e pittore" del collegio dell'Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 1891 pubblicò il primo Catalogo delle Gallerie di Venezia:dopo il trasferimento rimase "accademico di merito corrispondente" dello stesso istituto, e come tale lo troviamo ancora ricordato negli Atti dell'Accademia del 1905-1906.
Non si conoscono il luogo e la data della sua morte.
Fonti eBibl.: L. Rotelli, Delle invetriate dipinte da G. B. nel duomo di Perugia, Pisa 1868; G. Breda, Sul nuovo sistema per staccare gli affreschi, Mantova 1870; Memoria sulla mirabil arte del Sig. G. B. nel dipingere le invetriate, Assisi 1874; A. Rondani, Sul distacco e trasporto di un affresco di Antonio Allegri da Correggio... operato da G. B., Venezia 1876; M. Sernaggiotto, Il cav. G. B. di Pisa, Treviso 1879; D. Fadiga, Lettura del segretario,Atti dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, Venezia 1873, p. 41; L. Gaudenzio, Restauri e restauratori nella Padova dell'Ottocento, in Padova, IX, (1935), p. 37; S. Moschini Marconi, Gallerie dell'Accademia di Venezia, Roma 1955, p. XXIII; A. Prosdocimi, Il Comune di Padova e la cappella degli Scrovegni nell'Ottocento, in Boll. del Museo Civico di Padova, XLIX (1960), pp. 28-47, passim;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 414 (dà una data di morte errata).