ANSALDI, Guglielmo
Nacque a Cervere (Cuneo) il 4 sett. 1776 da Andrea e Clara Marino. Nel 1793 entrò nell'esercito sardo partecipando alle sue campagne sino a che, annesso il Piemonte alla Francia, passò nell'armata francese e combatté nelle guerre napoleoniche meritandosi la legion d'onore. Col grado di capitano fece, nel ricostruito esercito sardo, la campagna del 1815 sotto il generale Gifflenga; l'anno seguente riceveva la croce militare di Savoia in sostituzione della legion d'onore e nel luglio 1820 raggiungeva il grado di colonnello nella brigata "Savoia".
L'A., legato con gli elementi liberali fu tra i principali protagonisti dei moti del '21, soprattutto in Alessandria.
L'8 marzo si trovava a Torino alla riunione dei capi liberali in cui, di fronte alle esitazioni di Carlo Alberto, fu deciso d'iniziare subito la rivoluzione in Alessandria, ove si avevano maggiori speranze di successo. L'A. partì immediatamente per Alessandria e qui, la sera del 9 marzo, portò ai capi liberali riuniti in casa del conte L. Baronis l'ordine di agire. I presenti prestarono giuramento alla costituzione spagnola e s'impegnarono di riunire sotto un governo costituzionale tutta l'Italia. Nella notte l'A., impossessatosi delle chiavi della cittadella, arrestò il comandante, assicurandolo che il re aveva concesso la costituzione e che lo stesso Carlo Alberto stava per giungere ad Alessandria per proclamarla. Il mattino del 10 marzo, riuniti nella cittadella i dragoni del re e la brigata "Genova", proclamò la costituzione spagnola e il Regno d'Italia e fece inalberare per la prima volta il tricolore. Creata una giunta provvisoria di governo l'A. ne assunse la presidenza e l'11 marzo dichiarò lo stato di guerra con l'Austria e la mobilitazione dell'esercito "italiano".
Dopo gli scarsi successi della rivoluzione a Torino e nel resto del Piemonte, Santarosa e Lisio condussero in Alessandria (12 marzo), le truppe insorte, accolti trionfalmente dalla popolazione, mentre il governatore usciva dalla città con le forze rimastegli fedeli. Santarosa assunse il governo della città e l'A. il comando delle forze armate, pur continuando a tenere la presidenza della giunta provvisoria di governo. Quando per un momento il successo sembrò arridere alla rivoluzione, l'A. continuò a restare ad Alessandria, tutto dedito ai preparativi militari contro l'Austria e a riforme. Santarosa, creato ministro della Guerra, lo nominò comandante di Alessandria il 23 marzo e generale il 25 marzo.
Ma ormai la situazione precipitava. Allorché le truppe liberali guidate dal Regis si sbandarono nei pressi di Vercelli l'8 aprile, l'A. ebbe dapprima l'intenzione di rinchiudersi nella cittadella di Alessandria e di resistervi; ma la brigata "Genova" si rivoltò, altri defezionarono ed egli fuggì con pochi soldati alla volta di Genova, ultimo focolaio della rivoluzione. A Genova però non restò all'A., come a molti altri patrioti, che imbarcarsi al fine di sottrarsi alla condanna a morte, che fu poi pronunziata contro di lui in contumacia.
Da Genova l'A. si recò in Spagna, dove combatté a fianco dei liberali. Nel 1830 passò in Francia, a Parigi, Lione e Grenoble, continuando a cospirare attivamente per la libertà italiana. Nel 1842 ricorse a Carlo Alberto e, ottenuto l'indulto, poté rientrare in patria. Nel 1848 fu reintegrato nel grado di tenente colonnello e il 16 maggio 1848 collocato a riposo col grado di colonnello.
Morì a Savigliano (Cuneo) il 19 genn. 1851.
Fonti e Bibl.: Santorre di Santarosa, De la révolution piémontaise, Paris 1821, passim; Simple récit des événements arrivés en Piémont dans les mois de mars et d'avril 1821, Paris 1822, pp. 60, 63 s., 196; G. Zerboni di Sposetti, Relazione sulla repressione dei moti del '21 e sull'occupazione austriaca in Piemonte, Roma-Milano 1907, pp. 53 s., 59 s., 99; C. Torta, La rivoluzione piemontese del 1821, Roma 1908, pp. 88, 95-97, 99, 189; A. Segre, I profughi sardi del '21 in Ispagna. Appunti e documenti (1821-23), in Rassegna storica del Risorgimento, VIII (1921), pp. 180-185, 199, 204; L. Gasparolo, Il primo moto rivoluzionario in Alessandria, in Riv. di storia, arte e archeol. per la prov. di Alessandria,1 genn-30 luglio 1921; C. Bornate, L'insurrez. di Genova nel marzo 1821, in La rivoluz. piemontese dell'anno 1821, Torino 1923, pp. 380 s.; A. Colombo, La rivoluz. piemontese del 1821 secondo fonti austriache, Torino 1927; Diz. del Risorgimento naz., II, pp.79 s.; Encicl. Ital., III, p.423.