Vedi CAPESTRANO, Guerriero di dell'anno: 1959 - 1973
CAPESTRANO, Guerriero di (v. vol. ii, p. 320)
Recenti restauri sono stati occasione a qualche migliore lettura della statua, così come trovamenti intervenuti in questi ultimi tempi, ne hanno chiarito taluni significati.
C'è soprattutto da segnalare l'accertato errato complemento del copricapo nel quale il lophos, la cui altezza non è in alcun modo ipotizzabile, ricadeva posteriormente in una coda: il lophos stesso, per varie considerazioni, sarà da ritenere piuttosto formato da crini che da penne. In base a tali osservazioni sembra destinata a cadere la possibilità di identificare l'elemento con uno scudo e con essa cadrebbero le implicazioni rituali che se ne fecero derivare.
D'altra parte il gesto delle braccia della statua, chiamato a riprova del significato mortuario della rappresentazione, diversamente a quanto se ne è scritto, non è stato mai riscontrato nelle necropoli della zona, a cominciare da quella di Capestrano.
L'intuizione che fu del Moretti, della derivazione della statua dalla stele, ha trovato la conferma migliore in una serie di trovamenti - una stele antropomorfa pressoché integra proveniente da Guardiagrele; due frammenti di stele provenienti rispettivamente da Collelongo nella Marsica e da Loreto Aprutino in provincia di Pescara - i quali sembrano anche segnare le fasi del passaggio da quella classe di monumenti alla statua iconica a tutto tondo: sicché se ne potrebbe dedurre che l'evoluzione del tipo sia avvenuta nell'ambito di culture locali e che la innegabile conoscenza di quanto avveniva contemporaneamente altrove, abbia avuto significato di stimolo più che di vero e proprio insegnamento.
Bibl.: V. Cianfarani, in Boll. d'Arte, 1966, pp. 1-6; id., in Riv. Ist. Arch. St. Arte, XV, 1968, pp. 5-19; id., Antiche Civiltà d'Abruzzo (Catalogo Mostra 1969), Roma 1969, pp. 78-80.
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