GUERRA JUNQUEIRO, Abilio Manuel
Poeta portoghese, nato a Freixo-de-Espada-á-Cinta il 17 settembre 1850, morto a Lisbona il 7 luglio 1923. Laureatosi in diritto a Coimbra (1873), G. J. entrò nella vita politica, in cui fu appassionato e intransigente assertore degl'ideali liberali e rivoluzionarî. Deputato dal 1878 al 1890, dapprima monarchico, poi repubblicano, rappresentò a Berna, dopo il 1910, il nuovo governo. Ritornato a Lisbona, si ritirò dall'attività pubblica, non del tutto pago della nuova realtà politica, che non poteva rispondere al suo idealismo dottrinario.
Alle questioni d'interesse sociale il G. J. condizionò la sua attività poetica, che appunto perciò raramente trova il riposo della contemplazione lirica. Salvo le poesie dell'adolescenza (Duas paginas dos quatorze annos, 1864; Mysticae Nuptiae, 1866; Vozes sem Echo, 1867; Baptismo dn Amor, 1868), il resto della sua opera si determina entro la corrente politica: nel 1873 celebrava la repubblica spagnola (A Hespanha livre); durante la crisi del 1890, sotto la minaccia inglese, scriveva con sdegnosa veemenza un ciclo di poesie: Finis Patriae (1890); Canção de Odio; A Englaterra, e soprattutto il poema Patria (1896): composizione allegorica che rappresenta le antiche glorie della nazione. Ma il poeta s'era già rivelato nella sua inquieta e satirica fertilità fantastica con A morte de Dom João (1874), dove i significati umani del tradizionale tema sono capovolti e la figura dell'eroe è abbassata dall'esaltazione sentimentale a una realtà di mortificante, ironica e prosastica psicologia, che parve allora una condanna dell'estetica romantica e di questa conservava invece la tendenza all'interpretazione simbolica dei vecchi motivi letterarî. Al vieto lirismo il G. J. contrapponeva la sarcastica visione d' una vita senza luce ideale, assorbita dalle crude ombre di un naturalismo morale, sociale e artistico. Nella Velhice do Padre Eterno questo realismo denegatore diventava aspra satira anticattolica, troppo amara e violenta per non riuscire astratta e antipoetica, tanto che l'autore ripudiava in seguito l'opera. Ma vi si rivelano gli aspetti polemici e negativi di una pessimistica inquietudine, che si fa poesia e traduce le sue ansietà romantiche in Os simples (1892), il poema della giovinezza avida di sogni e di lotte. Un eguale anelito alla luce spirituale, ricercata di là dalle parvenze terrene, nella mistica esaltazione dello spirito, ferve nell'Oração ao Pão (1902) e nell'Oraçao a Luz (1903), di concezione panteistica con ritorni religiosi e con nostalgie mmantiche (v. anche la raccolta antologica di Poesias dispersas, 1921). Se complessivamente troppo empirici e caduchi sono gl'ideali rivoluzionarî, antitradizionalisti e progressisti che stanno a. base della dottrina del G. J., e superficiali e illusorî ne sono i presupposti filosofici e le conclusioni umanitaristiche e liberali, tuttavia tormentosa e feconda è la sua opera, che svecchiò e rinnovò il contenuto della letteratura portoghese.
Bibl.: J. Agostinho, G. J., Oporto 1909; F. de Figueiredo, Hist. da litt. realista, Lisbona 1914, pp. 84-100.