guerra di Secessione
Il Nord industriale contro il Sud agricolo e schiavista
La guerra di Secessione ebbe origine dalla decisione presa nel 1860 dagli Stati del Sud dell'Unione americana di fondare una confederazione separata. Negli Stati del Sud era in vigore l'istituto della schiavitù dei Neri e dominavano interessi economici divergenti da quelli degli Stati del Nord. Per la durezza dello scontro politico e ideologico, la vastità delle risorse umane e materiali messe in campo, le devastazioni del territorio, il numero dei morti, feriti e invalidi, la guerra di Secessione va considerata il primo dei grandi conflitti dell'età contemporanea
A metà Ottocento negli Stati Uniti era andato nettamente delineandosi il dualismo tra un Nord industriale in espansione ‒ interessato a proteggere dalla concorrenza estera le merci nazionali, guidato da un ceto capitalistico moderno e dove vigeva il lavoro libero ‒ e un Sud agrario, dominato da un'aristocrazia di grandi proprietari terrieri che traevano i loro profitti dall'esportazione di materie prime (cotone, tabacco e altre) e utilizzavano nelle piantagioni circa 3 milioni di schiavi neri. I sudisti intendevano allargare le aree aperte al lavoro degli schiavi, ma incontrarono sempre maggiori opposizioni. Ogni tentativo di accordo tra le due parti dell'Unione e tra il Partito democratico legato ai sudisti e il Partito repubblicano legato ai nordisti era andato frustrato, anche per gli effetti dell'agitazione degli abolizionisti, i quali nel Nord conducevano una crociata contro lo schiavismo. La situazione precipitò in seguito all'elezione alla presidenza nel 1860 del repubblicano Abraham Lincoln.
Nel dicembre 1860 la Carolina del Sud diede inizio alla secessione, cui aderirono altri dieci Stati, i quali formarono una Confederazione eleggendo come presidente Jefferson Davis. La sproporzione delle forze era notevole: il Nord poteva contare su una potente industria e una popolazione di 22 milioni di abitanti, mentre il Sud aveva scarse risorse industriali con cui produrre le armi e una popolazione di soli 5,5 milioni.
La guerra ebbe inizio quando i sudisti nell'aprile 1861 attaccarono Fort Sumter. Nel corso del conflitto le armate sudiste, guidate dal generale Robert Lee, opposero una straordinaria resistenza, ottenendo dapprima importanti vittorie, ma alla fine dovettero cedere. Nel 1863 Lincoln proclamò la liberazione degli schiavi degli Stati secessionisti (ma la schiavitù venne totalmente abolita solo nel 1865). Sempre nel 1863 il generale nordista Ulysses Grant tagliò in due la Confederazione, che subì una sconfitta a Gettysburg; nel 1864 il generale William Sherman mise in rotta Lee, il quale si arrese il 9 aprile 1865 ad Appotomax. La guerra era costata oltre 600 mila morti.
La totale sconfitta degli Stati del Sud e la scomparsa della schiavitù posero le premesse di una rifondazione della nazione americana sulla base della supremazia industriale del Nord e del rafforzamento del governo federale.
Lincon, che era stato rieletto presidente nel 1864, il 14 aprile 1865 venne assassinato da un fanatico sudista. Egli aveva mostrato verso il Sud sconfitto propositi di moderazione, che vennero seguiti dal suo successore Andrew Johnson. Questo indirizzo, che prevedeva una graduale integrazione politica dei Neri, venne rovesciato dalla maggioranza radicale del Congresso, la quale impose l'umiliazione dei Bianchi e diede un notevole potere ai Neri, non preparati a esercitarlo. L'esito fu da un lato il sorgere nel Sud di un'associazione segreta violentemente razzista come il Ku-Klux Klan, che iniziò a terrorizzare i Neri, dall'altro negli anni Settanta il sopravvento di un nuovo orientamento del governo federale. Venne lasciata mano libera permettendo che negli Stati del Sud si restaurasse una condizione non di schiavitù ma di permanente segregazione razziale e di emarginazione sociale, la quale avrebbe avuto fine soltanto un secolo dopo.