Scrittore islandese (Álftanes, Reykjavík, 1888 - Copenaghen 1945). Vissuto a lungo a Copenaghen, pubblicò in danese gran parte della sua opera. Dopo aver conquistato il successo con i drammi neoromantici d'ispirazione islandese Hadda Padda (1914) e Kongeglimen ("La lotta del re", 1915), si misurò con l'attualità polemizzando contro le istituzioni: la legislazione penale nel dramma Marmor ("Marmo", 1918) e nel romanzo Ragnar Finnsson (1922), il matrimonio nel cupo dramma strindberghiano Vi mördere ("Noi assassini", 1920); da ricordare anche la tetralogia Skálholt (1930-32), ambientata con scrupolosa fedeltà nell'Islanda del 1600, e il romanzo Jeg ser et stort skönt land ("Vedo un grande, bel paese", 1936), ispirato alla saga di Erik il Rosso e alla sua spedizione sulla costa americana.