GUATEMALA (XVIII, p. 34)
Confini (p. 34). - Nel marzo 1936 il Guatemala, il Salvador e l'Honduras, accettarono come punto d'incontro dei rispettivi confini la cima del Montecristo.
Condizioni demografiche ed economiche (p. 37). - Il censimento del 1w0 attribuisce al Guatemala una popolazione di 3.284.269 unità, con una densità media di 29,9 ab. per kmq. Secondo la valutazione del 1946 la popolazione sarebbe salita a 3.706.206 abitanti.
Fra le città, la capitale Guatemala la Nueva, ha 176,780 ab. (cens. 1940); altre città importanti sono: Quezaltenango (30.125 ab.), Coban (26.774ab.), Zacapa (18.094 ab.).
La coltura più estesa è quella del caffè: i territorî del versante pacifico offrono una produzione più abbondante (688.000 q. nel 1944-45), quelli del versante atlantico più scarsa, ma più pregiata. Nel 1943 lavoravano nelle piantagioni di caffè complessivamente 425.544 individui. Seguono per importanza la coltivazione della canna da zucchero (402.000 q. nel 1944-45) e del banano, questa in leggera diminuzione (2,3 milioni di q. esportati nel 1939 contro 1,9 nel 1945), a causa del diffondersi di malattie. Fino al 1935, i 4/5 della produzione bananiera provenivano dalla valle del Motagua e dalle bassure atlantiche: nel 1940 invece circa 3/5 delle piantagioni si trovavano nel versante pacifico, molto meno infestato dalle predette malattie. Il patrimonio zootecnico è costituito (1945) da 640.000 capi bovini, 365,900 ovini, 240.000 suini.
Dal 1944 al 1946 le merci importate hanno avuto rispettivamente un valore di 20,7, di 23,3 e di 36,2 milioni di quetzales e quelle esportate un valore di 23,8, di 30,4 e di 36,6 milioni. Il traffico marittimo si effettua attraverso Puerto Barrios e Livingston sull'Atlantico, San José e Champerico sul Pacifico.
Finanze (XVIII, p. 34; App. I, p. 699). - Si riportano qui di seguito le cifre dei bilanci dal 1939-40 al 1948-49 (esercizî dal 10 luglio al 30 giugno):
La situazione finanziaria e valutaria del paese durante la guerra e nel dopoguerra può definirsi particolarmente solida, come dimostrano i seguenti indici: rimborso negli anni 1944 e 1945 di tutto il debito pubblico interno ed estero; aumento delle riserve in oro e divise del paese nel periodo dicembre 1939-aprile 1948 da 11,4 a 55 milioni di quetzales; pratica abolizione del controllo dei cambî. Una riforma monetaria e bancaria è stata attuata con la collaborazione degli S. U. tra il dicembre 1945 e il dicembre 1946, con l'emanazione: a) di una legge monetaria, che ha unificato l'emissione, stabilito per il quetzal la stessa parità aurea del dollaro di 0,888671 gr. di fino (comunicata poi al Fondo Monetario internazionale), e predisposto norme per l'eventuale applicazione del controllo dei cambî; b) della legge organica del Banco de Guatemala, nuovo istituto di emissione, con capitale sottoscritto interamente dallo stato, che ha assorbito l'attività del Banco Centrale, con funzioni analoghe a quello del F. R. S. degli S. U.; c) di una legge bancaria, che ha ripartito le banche in: "commerciali", "ipotecarie" e "di capitalizzazione" e ha instaurato un complesso sistema di controllo del credito. Al 30 aprile 1948 la circolazione ammontava a 32,5 milioni (dicembre 1939: 9,3 milioni) e i depositi a vista presso le banche ascendevano a 22,9 milioni.
Storia (XVIII, p. 40). - Il fermento rivoluzionario seguito al ritiro di L. Chacón continuò nel 1931, finché si impadronì del potere, il 14 febbraio, il gen. Jorge Ubico. La questione suscitata dal riconoscimento del governo rivoluzionario del gen. M. H. Martínez nel Salvador da parte della Costa Rica, traendola a denunciare il trattato del 1923 tra le repubbliche dell'America centrale, portò alla riunione di una nuova conferenza, che si riunì in Guatemala città nell'aprile 1935, ma non giunse a conclusioni relativamente ai principali problemi. Nel giugno un plebiscito confermò in carica l'Ubico per il periodo 1937-43 e nel luglio venne modificata parzialmente la costituzione in vigore dal 1928.
Dopo aver risentito gli effetti della "grande depressione", il Guatemala vide migliorare la propria situazione economica, ma sofferse per le misure del Brasile riguardanti il commercio del caffè (principale prodotto di esportazione) fino all'accordo internazionale del novembre 1940, che gli concesse di esportare, negli Stati Uniti 535.000 sacchi di 60 kg. (contro 453.866 nel 1938).
Nell'aprile 1938 fu concluso il trattato per il regolamento dei confini con il Salvador e il 26 maggio divenne definitivo il ritiro del Guatemala dalla Società delle Nazioni. A partire dal 1939, si cominciarono a prendere misure contro le organizzazioni nazionalsocialiste e la propaganda tedesca, essendo in mani germaniche tra il 55 e il 60% delle piantagioni di caffè. Proclamata la propria neutralità allo scoppio della guerra in Europa, il Guatemala nel 1939 denunciò il trattato del 1859 con la Gran Bretagna per i confini con l'Honduras britannico, e rivendicò pertanto quel "territorio di Belize". La guerra interruppe anche i rapporti commerciali con la Germania, a ulteriore vantaggio degli Stati Uniti. Pertanto, riconfermato nuovamente in carica l'Ubico nel settembre 1941, per il periodo 1943-49, il Guatemala seguì una politica di piena cooperazione con gli Stati Uniti, dichiarando guerra nel dicembre al Giappone, alla Germania e all'Italia. Ma le difficoltà economiche inerenti alla guerra imposero di adottare misure restrittive che provocarono malcontento. Il 22 giugno 1944 l'Ubico, allegando un complotto nazifascista, sospese le libertà costituzionali. Lo sciopero generale che ne seguì costrinse l'Ubico (1° luglio) a dimettersi, dopo aver annunciato il riscatto dei debiti esteri in dollari e sterline. Il governo passò a una junta di 3 generali, tra cui il vicepresidente F. Ponce, eletto dall'assemblea, presidente provvisorio, il 4. Questi volle continuare la politica estera dell'Ubico, ma indisse le elezioni per il dicembre. Senonché le agitazioni continuarono dopo il ritorno dall'esilio dell'ex candidato J. J. Arévalo, soprattutto per il timore che il Ponce volesse annullare le elezioni e richiamare l'Ubico; il Ponce fu deposto ma lasciato partire tranquillamente per il Messico. La nuova junta (cap. F. Arbenz, magg. F. S. Araña e J. Toriello) condannò all'esilio l'Ubico (che morì il 15 giugno 1946), quindi sciolse l'assemblea legislativa e tenne le nuove elezioni da cui, nel dicembre, uscì presidente l'Arévalo.
Questi entrò in funzione il 15 marzo 1945, dopo che l'Assemblea costituente, riunitasi nel gennaio, ebbe approvata la nuova costituzione. Ma il nuovo regime dovette difendersi contro tenaci avversarî, ricorrendo allo stato d'assedio, nell'aprile, per 30 giorni e, nell'ottobre, per 60, arrestando ed esiliando i capi dell'opposizione. Nel gennaio 1945 furono rotte le relazioni diplomatiche con la Spagna, nell'aprile si strinsero con l'Unione Sovietica; nel settembre il Guatemala riconobbe il governo repubblicano spagnolo in esilio, nell'ottobre approvò il patto delle Nazioni Unite. Fin dal principio dell'anno migliorarono le relazioni con il Salvador, preludio all'eliminazione dei passaporti e all'abolizione delle barriere doganali tra i due paesi, concordate nel maggio 1946, invitando anche Nicaragua, Honduras e Costa Rica a fare lo stesso, come primo passo verso la ricostituzione della Federazione centro-americana.
Nell'interno, si restrinse l'ammissione degli stranieri alle attività economiche, e si cercò di limitare l'azione dei sindacati di operai e agricoltori; ma non vennero espropriate (anzi il proponente J. Toriello uscì dal ministero) le compagnie straniere: tra esse la nordamericana United Fruit (proprietaria delle più estese piantagioni di banane) ebbe a soffrire per un lungo sciopero nel 1946, fatto cessare dal governo mediante arbitrato, il 31 ottobre. Intanto si elaborava un vasto piano di riforme sociali, si scoprirono giacimenti di ferro, piombo, zinco, mica, quarzo e di petrolio.
Fin dal settembre 1945 il Guatemala aveva riaperto la discussione sulla questione dell'Honduras britannico. Nel gennaio seguente la Gran Bretagna dichiarò di essere disposta a sottoporre la disputa alla Corte internazionale di giustizia. Ma l'agitazione nazionalistica continuò, e il governo britannico spedì nel febbraio 1948 a Belize l'incrociatore Sheffield, seguito dal Devonshire. Il Guatemala protestò immediatamente presso le Nazioni Unite, provocando una vivace risposta di E. Bevin ai Comuni (3 marzo); il 3 aprile il Guatemala respingeva ogni proposta di arbitrato finché rimanessero forze militari britanniche in un "territorio che apparteneva al Guatemala". La questione venne discussa nella conferenza interamericana di Bogotá.