Guatemala
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'America Centrale, posto nella parte istmica. La popolazione, che al censimento del 2002 ammontava a 11.237.196 ab. (12.599.000 ab. a una stima del 2005) presenta un tasso di natalità elevato (34,1‰), una forte mortalità infantile e un'alta percentuale di analfabeti (30%). Il disagio economico (circa l'80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà), la disoccupazione (il tasso ufficiale è basso, ma si calcola che un terzo degli attivi lavori nel settore informale), la diffusione della criminalità organizzata e le ripetute violazioni dei diritti umani determinano intensi flussi migratori, soprattutto verso gli Stati Uniti.
Nei primi anni del 21° sec., la debolezza dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali e l'aumento del prezzo del petrolio hanno condizionato i risultati economici. Le esportazioni hanno risentito del rallentamento dell'economia statunitense e dell'accresciuta competitività dei prodotti asiatici. In particolare la crisi americana e l'introduzione di una tassa hanno colpito le maquiladoras, imprese di assemblaggio di prodotti intermedi importati a tariffa zero e riesportati come prodotti finiti, che, dopo l'espansione degli anni Novanta (occupavano oltre 80.000 lavoratori nel 1998), sono entrate in una fase recessiva. La struttura economica è arretrata e l'accordo di pace del 1996, con cui si chiudeva una guerra civile durata trentasei anni e che prevedeva tra l'altro la ripartizione delle terre, l'accesso ai servizi sociali e al credito, è rimasto inattuato. L'assetto fondiario è molto squilibrato e caratterizzato dall'accentramento di gran parte delle terre nelle mani di un ristretto numero di famiglie e dalla coesistenza del latifondo con il microfondo. I prodotti di piantagione (caffè, zucchero, banane) rappresentano circa il 70% del valore delle esportazioni; i principali scambi avvengono con gli Stati Uniti, i vicini Paesi istmici e il Giappone. Una fonte di valuta sono le rimesse degli emigrati: quelli provenienti dagli Stati Uniti nel 2005 hanno raggiunto i 2992 milioni di dollari.
Storia
di Emma Ansovini
I primi anni del 21° sec. non confermarono i segnali di sviluppo democratico che erano emersi nel quinquennio precedente, contrassegnati dall'accordo di pace (1996) con la formazione guerrigliera Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca (URNG) e dalla trasformazione (1998) di quest'ultima in partito politico. La partecipazione dei cittadini al voto rimase bassa: meno del 20% degli aventi diritto partecipò infatti al referendum costituzionale del maggio 1999 che sanciva la fine della guerra civile e circa il 40% alle elezioni di novembre dello stesso anno. Il confronto politico continuò peraltro a svolgersi tra gli stessi gruppi di potere che, con partiti dai nomi differenti, si erano sempre alternati al governo, mentre le condizioni di sicurezza dei cittadini continuavano a essere minacciate da una violenza diffusa, alimentata in molti casi da un esteso apparato paramilitare sviluppatosi negli anni della guerra civile per fiancheggiare la repressione della guerriglia. L'esercito rimaneva inoltre una presenza in grado di influenzare le scelte del governo e di proteggere, da un sistema giudiziario spesso irresoluto, un gran numero di responsabili di violazioni dei diritti umani.
Il nuovo governo di A. Portillo, leader del Frente Republicano Guatemalteco (FRG), eletto alla presidenza della Repubblica nel dicembre 1999, si presentò con un programma ambizioso di smilitarizzazione del governo, di concertazione con le parti sociali e di coinvolgimento delle amministrazioni locali e della società civile su sei questioni fondamentali: la sicurezza e i diritti, il decentramento e lo sviluppo rurale, la crescita della partecipazione democratica, l'educazione e lo sviluppo umano, il patto fiscale e il ruolo del governo nelle politiche di sviluppo economico. Questo programma si scontrò subito con l'opposizione dei gruppi di potere tradizionali ben rappresentati nel FRG, ma fu anche condizionato dall'atteggiamento sostanzialmente ambiguo dello stesso presidente, in una situazione contrassegnata anche dalla ripresa della violenza contro gli operatori delle organizzazioni umanitarie e gli oppositori politici. Il conflitto tra il governo e il Congresso nazionale, alla cui presidenza era stato peraltro eletto il generale E. Rios Montt - già autore del colpo di Stato del 1982 e protagonista in quegli anni dei più drammatici eccessi della repressione -, determinò una sostanziale paralisi dell'attività legislativa per tutto il 2001, mentre la credibilità di Portillo veniva fortemente messa in discussione dalle ricorrenti accuse di corruzione.
L'occupazione delle terre e le manifestazioni di protesta di oltre 30.000 contadini nell'ottobre 2002, con il blocco delle grandi vie di comunicazione e dei valichi di frontiera, riproposero con grande clamore la questione della riforma agraria. Nel novembre-dicembre del 2003 si svolsero le elezioni presidenziali, vinte al ballottaggio da O. Berger alla guida di una nuova coalizione di destra (Gran Alianza Nacional, GANA), che tuttavia non ottenne la maggioranza assoluta dei seggi nelle contemporanee consultazioni legislative. I primi due anni della presidenza Berger furono contrassegnati da elementi contrastanti: da un lato si registrarono segnali di un rafforzamento dello stato di diritto, dall'altro rimasero irrisolte le grandi questioni sociali. Anche se la magistratura assunse un atteggiamento più fermo - incriminazione (marzo 2004) di Rios Montt per cospirazione e omicidio e mandato di arresto per corruzione (luglio 2005) nei confronti di Portillo, fuggito all'estero nel febbraio 2004 - e il governo si impegnò con maggiore fermezza nel contrastare la violenza, il problema della terra e quello della discriminazione delle popolazioni indigene si riproposero con forza. Nel giugno 2004 si svolse, con grande successo, uno sciopero generale indetto dal Frente Maya Campesino con l'appoggio dei sindacati contro le scelte di politica economica del governo ancora decisamente legate alla difesa degli interessi dei grandi proprietari.