GUARANÍ
. Popolazione indigena dell'America Meridionale che fa parte del più vasto gruppo Tupí-Guaraní (v.). Si parla di una cultura Tupí-Guaraní, in opposizione, p. es., alle culture arawaka e caribica; la sua diffusione è meridionale rispetto a quelle, e, tranne l'area compatta dei popoli Ges e le disperse propaggini delle altre, occupa tutto il Brasile sud-amazzonico, penetrando nel Paraguay e nell'Argentina nord-orientale. Si distingue il settore nord-orientale, il centrale, l'orientale o costiero, e il meridionale. A quest'ultimo appartiene, in senso più stretto, il nome di Guaraní.
Dell'antica popolazione Guaraní rimangono soltanto poche tracce nello stato di S. Paulo e di Rio Grande do Sul nel Brasile, mentre essa costituisce la massa della popolazione attuale del Paraguay e del territorio argentino di Misiones. Grande è l'importanza dei Guaraní nella storia della colonizzazione europea del Paraguay, Brasile, Uruguay e Argentina, e specialmente nella storia delle missioni della Compagnia di Gesù (v. paraguay), ma è secondaria sotto l'aspetto etnologico. Infatti la cultura Guaraní è, in certo modo, atipica, e mal si porrebbe come esempio del patrimonio della famiglia Tupí-Guaraní nel suo insieme.
Ciò si nota nel ricostruire il quadro etnografico degli antichi Guaraní, servendosi delle testimonianze dei cronisti e degli elementi sopravvissuti, massime nelle tribù guaranizzate che vivono attualmente. Il villaggio constava di 3 0 4 grandi capanne rettangolari del tipo chiamato maloca, lunghe cento passi o più, atte ciascuna ad alloggiare una "gran famiglia" di circa 100 persone, costruite solidamente di grossi tronchi e coperte di paglia e stuoie, con le pareti intonacate di fango. Le capanne sono disposte fra loro a limitare un quadrato interno, che costituisce la piazzetta del villaggio. Al di fuori di questo insieme, vi sono uno o più recinti fatti di alte e robuste palizzate, a guisa di fortificazione.
Le amache di cotone sospese trasversalmente nelle capanne, ai due lati del corridoio longitudinale, e uno sgabello di legno, ne fanno il mobilio. Armi principali furono l'arco, spesso dipinto, le frecce e anche le mazze e gli scudi. Popolo agricoltore, coltivava, oltre il cotone, manioca, granturco, patate, fagioli, varie discoridi e arachidi, cucurbite, ananassi, tabacco e canna da zucchero. Il vasellame di terracotta è liscio e ornato a impressioni digitali o dipinto a disegni semplici. Per l'allestimento dei cibi, specie delle farine, adoperavano il setaccio e il mortaio di legno; conservavano il pesce e le carni riducendoli a farina. Dai succhi vegetali e dal miele silvestre ricavavano bevande fermentate, fumavano il tabacco foggiato a sigaro o nella pipa; da essi gli Spagnuoli appresero l'infusione dell'erba mate, che aveva in origine un uso puramente religioso.
I Guaraní antichi andavano quasi sempre nudi, benché taluni gruppi usassero talora il tipoy, una camiciuola di cotone, per le donne maritate (tuttavia furono esperti nell'arte del tessere). Paramento dei guerrieri e stregoni erano i variopinti lavori plumari: diademi, braccialetti, cinture e mantelli di piume di pappagallo, ecc. Era in uso la perforazione del labbro con inserzione di un tembetá di resina e un grande sviluppo della pittura del corpo, specie nelle donne, tatuaggi incisi nel braccio e gamba dei maschi in nero (carbone), nelle donne in azzurro (succhi vegetali). Unione monogamica, tranne che per i capi, spiccata indipendenza della tribù, ma elezione di capi generali preposti alle confederazioni guerresche; cannibalismo, naturalmente d'indole magica; trofeo del cranio del nemico, spesso ridotto a coppa per bere; sepoltura diretta in urne di terracotta: credenza in un essere supremo e negli spiriti; pratica della stregoneria. Ora, se molti di questi elementi appartengono alla cultura generale dei Tupí, sono da assegnare invece all'influenza andina le placche pettorali di metallo, l'accetta di rame, i vasi con corda di sospensione, il nastro frontale, il tamburo, il mortaio di pietra e la camicia. Quanto al manto di pelli, bolas, pelli per dormire, borsa di cuoio, frecce a tre piume impennate, e soprattutto la pipa, sono tutti elementi tratti dai patrimonî del Sud.
Alfredo Métraux ha nel 1927-28 confermato che i Guaraní, lungi dall'aver avuto la loro culla nel Paraguay, si trovano in quella regione in qualità d'invasori. I Guaraní sono dunque l'estrema propaggine australe del grande nucleo amazzonico. Essi hanno portato a contatto dei primi Europei, anche nel Rio della Plata, le cerimonie di cannibalismo, l'arte plumaria e i villaggi fortificati a palizzate, proprî delle genti amazzoniche.
Lingua. - Il guaraní o abañeême appartiene alla grande famiglia linguistica Tupí-Guaraní (v.); è parlato nel Paraguay e ha avuto una fortuna molto minore dell'affine tupí; infatti, mentre dei due dialetti del tupí antico o abañeênga, il dialetto settentrionale (o ñeêngatu) venne assunto dai missionarî e dai primi conquistatori come "lingua geral" del Brasile, il meridionale, o abañeême, rimase confinato nel Paraguay e nella provincia di Corrientes. Il guaraní moderno conserva abbastanza bene le forme fondamentali dell'abañeênga, ma ha subito fortemente l'influsso spagnolo, sì da assumere in certi casi persino l'articolo castigliano.
Bibl.: P. Lozano, Descripción del Gran Chaco ecc., Cordoba 1733; M. Dobrizhoffer, Historia de Abiponibas ecc., Vienna 1784; J. Sánchez Labrador, El Paraguay católico, Buenos Aires 1910, voll. 2; P. Hernández, Organización social de las Doctrinas guaranies de la Compañia de Jesus, Barcellona 1913, voll. 2; M. S. Bertoni, Civilisatión Guarani - Etnología y protohistoria, Puerto Bertoni 1922; A. Métraux, La civilisation matérielle des tribus tupi-guarani, Parigi 1928; id., Migrations historiques des Tupi-Guarani, in Journal de la Soc. des Américanistes de Paris, XIX, Parigi 1927; id., La rel. des Tupinamba, in Bibl. de l'École des Hautes Études, XLV, Parigi 1928.
Per la lingua, v. A. Ruiz de Montoya, S. I., Arte y vocabulario de la Lengua Guaraní, Madrid 1640; Velázquez S. I., Tesoro de la lengua guaraní, Madrid 1639; Abañeême, Guia practica para aprender el idioma guaraní, s. l. 1890; P. Rivet, Les langues Guaraní, in Journ. Soc. Américanistes de Paris, n. s., VII (1910), pp. 149-178; M. de Olear, Ensayo gramatical del dialecto de los Indios Guaraunos, Buenos Aires 1928.