Guanzi («Libro del maestro Guan»)
(«Libro del maestro Guan») Opera cinese considerata, per ricchezza e varietà di contenuto, in un primo tempo come appartenente alla tradizione taoista, e successivamente come espressione della scuola della Legge (Fajia). Sebbene il titolo porti il nome di un virtuoso primo ministro dello Stato di Qi, Guan Zhong (m. 645 a.C.), il raccoglitore fu l’erudito Liu Xiang (77-6 a.C.), che mise insieme, intorno al 26 a.C., testi di differente provenienza. Tutte le edizioni a noi giunte constano di 86 capitoli (pian), divisi in 24 libri (juan). Il testo è però anche diviso in 8 sezioni, recanti ognuna un titolo proprio. Tradizionalmente l’opera è attribuita a Guan Zhong, ma elementi linguistici, di stile e non pochi anacronismi storici inducono, per contro e con certezza, a credere che nel suo insieme non possa provenire da quell’epoca e che nessuno dei capitoli esistenti sia databile a un periodo precedente alla fine del 5° sec. a.C. Ciononostante, l’ipotesi più accreditata sulla sua origine tende a evidenziare che il nucleo principale dell’opera si formò intorno al 250 a.C. e che già si presentava come un insieme di brevi saggi composti da eruditi dell’Accademia Jixia, attiva in Linzi, capitale dello Stato di Qi e uno dei più floridi e vivaci centri culturali della Cina preimperiale. Molti dei capitoli del G. sono dedicati a questioni di economia politica e all’arte del buon governo, accentuando il primato della legge e soprattutto di quella naturale, le tecniche della guerra e i tempi dell’agricoltura, come momenti naturali e visibili del divenire cosmico.