Gualdo
Città dell'Umbria nominata da D. in Pd XI 48: essa viene rappresentata piangente per grave giogo: secondo alcuni, questo giogo sarebbe il Subasio che produrrebbe l'infelice condizione climatica della città; secondo altri, il giogo sarebbe la dura tirannia dei Perugini.
Infatti, nel secolo XIII, la città, che era ghibellina, venne spesso in lotta con la guelfa Perugia, la quale, più grande e potente, la soggiogò nel luglio del 1208. Ma G. non si adattò facilmente alla sconfitta e aspettò il momento propizio per ribellarsi. Di nuovo vinta, nel febbraio del 1251 fece atto di completa sottomissione. Le condizioni della resa furono umilianti: gli abitanti di G. dovettero giurare fedeltà e cedere ai Perugini il castello e ogni bene presente e futuro: Perugia gravava di un pesante giogo i nemici sconfitti.
Anche s. Francesco, all'inizio del secolo, aveva rivolto parole di condanna contro il duro dominio da essa esercitato sulle vicine città: " Multa mala fecerunt homines Perusini vicinis suis et elevatum est cor eorum ad ignominiam sibi ". Nonostante queste testimonianze, l'interpretazione geografica sembra la più attendibile, poiché quella storica introdurrebbe una nota estranea nel contesto della descrizione, essenzialmente topografica.
Bibl. - Tommaso da Celano, Vita secunda, Roma 1880, 60-62; A. Bassermann, Orme 255; Revelli, Italia 163; M. Morici, Il greve giogo di Nocera Umbra e Gualdo Tadino, in " Giorn. d. " VII (1899) 353 ss.; A. Bertoldi, Nostra maggior musa, Firenze 1921, 158-159.