Figlio (m. 901) di Guaiferio, associato al trono (877), esercitò effettivamente il potere solo dopo l'880, alla morte del padre. Molestato dai Saraceni rifugiatisi ad Agropoli e preoccupato della ostilità dei Napoletani e dei Bizantini, si recò a Costantinopoli dagli imperatori Leone VI e Alessandro (887). Ne tornò col titolo di patrizio imperiale e con riconoscimenti di possesso del tutto teorici, perché dovette accogliere in Salerno un presidio bizantino e riconoscere la suprema autorità dell'imperatore d'Oriente. Nell'895, mentre marciava su Benevento, fu catturato e accecato in un agguato ad Avellino. Morì pochi anni dopo.