GUADALQUIVIR (A. T., 39-40, 43)
Il più meridionale e il più corto (680 km.), ma anche il più ricco d'acqua e il più importante antropogeograficamente fra i maggiori fiumi della penisola iberica. Non a torto perciò gli Arabi lo dissero per antonomasia al-Wàdê al-Katrr, ossia "il gran fiume"; i Romani lo conoscevano col nome, probabilmente iberico, di Baetis (in gr. βαῖτις). Sgorga dalla Sierra de Cazorla, e, dopo un breve corso montano, entra nella pianura andalusa, ne rasenta il margine settentrionale, accumulando le sue alluvioni sui depositi preterziarî che ne formano l'imbasamento, e disegnando larghi meandri nella valle, cui confluisce il tributo di acqua delle due alte spalle montuose che la delimitano. A Siviglia il letto del Guadalquivir è appena a 10 m. s. m. e risente dell'influenza della marea; la navigazione fluviale, attiva in ogni tempo, è stata di recente facilitata da notevoli opere idrauliche. Poco a S. della città il Guadalquivir si divide in tre rami, ma si torna a riunire in un'unica corrente prima di metter foce nell'Atlantico e circonda così due isole (Mayor e Menor), in un territorio pantanoso (las Marismas) e fino a poco tempo fa quasi disabitato. La foce, a S. Lucar de Barrameda, ha richiesto notevoli lavori per permettere l'ingresso alle navi; col carico alluvionale del fiume è in rapporto la formazione della zona dunosa delle Arenas gordas, che hanno colmato l'insenatura marina a N. di Chipiona.
Il bacino del Guadalquivir abbraccia circa 56 mila kmq.; sulle sue rive sorgono numerosi centri abitati, fra cui Cordova e Siviglia. Degli affluenti, i più notevoli sono quelli di sinistra, che scendono dalla Sierra Nevada (sul Genil è Granata).