GROSSI, Giovanni Francesco, detto Siface
Nacque il 12 febbr. 1653 a Chiesina Uzzanese, nel Pistoiese. Il soprannome di questo famoso cantante evirato deriva dall'omonimo personaggio dell'opera Scipione africano di Francesco Cavalli (P.F. Caletti), andato in scena a Roma nel 1671, nel quale il G. fu acclamato interprete. Sulla sua formazione musicale non abbiamo alcuna notizia; l'ipotesi che egli abbia studiato a Loreto con T. Redi è da escludere, in quanto quest'ultimo nacque nel 1675 e fu a Loreto soltanto dopo il 1730. Nel 1673 il G. si esibì al teatro Tordinona di Roma nell'Eliogabalo di G.A. Boretti. L'anno seguente aderì all'Arciconfraternita delle Ss. Stimmate di s. Francesco; a quell'epoca era già al servizio della regina Cristina di Svezia, dato che in questa occasione viene indicato come "musico della regina". Nel corso del 1675 fu presente alle esecuzioni oratoriali alla chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini; tra il 1674 e il 1678 partecipò a numerose esecuzioni all'oratorio del Crocefisso, eseguendo musiche di A. Masini, G.A. Bernabei, P. Lorenzani, A. Melani e F. Foggia.
Al 10 apr. 1675 risale il suo ingresso nella Cappella pontificia in qualità di soprano "soprannumerario". Ricoprì tale incarico fino al 5 sett. 1677, quando si dimise per poter intraprendere con maggiore libertà la carriera di cantante d'opera. Tra l'aprile e il maggio 1676 fu assente dal servizio in cappella per recarsi fuori Roma; tra il 1672 e il 1680 partecipò, insieme con altri cantori pontifici, a esecuzioni solenni nelle chiese romane di S. Luigi dei Francesi e S. Maria Maggiore. Nella primavera del 1677 iniziarono i suoi contatti col cardinale Benedetto Pamphilj; egli cantò infatti in una "comedia" nella "vigna di porta Pia". Per la corte del cardinale partecipò nel dicembre 1684 all'esecuzione di La vita è un sogno di notte (musica di B. Pasquini su libretto di J. Cicognini) e l'anno successivo cantò nell'oratorio S. Maria Maddalena di A. Scarlatti.
Il 27 dic. 1677 è documentata la presenza di un "Grossi soprano" nella cappella musicale del duomo di Urbino, ma non sappiamo con certezza se si tratti di lui o di un omonimo. La sua presenza a Venezia è documentata, invece, con certezza nel 1679 e poi nel 1680, quando si esibì nel Ratto delle Sabine di P.S. Agostini. A partire dal 1679 il G. iniziò il servizio di virtuoso nella corte di Francesco II d'Este duca di Modena. La sua presenza a Roma è segnalata nuovamente tra il 1680 e il 1681, ancora presso la regina Cristina di Svezia e al teatro Tordinona; la sua adesione alla Congregazione dei musici di S. Cecilia è documentata dalla sua sottoscrizione degli statuti del 1684. Tra il 1684 e il 1685 fu a Napoli, dove cantò in opere di A. Scarlatti e F. Provenzale; nel 1686 fu a Firenze, ove prese parte a un'accademia organizzata dal cardinale de' Medici. In seguito intraprese un viaggio che lo portò a Parigi e poi a Londra, dove si esibì con grande successo alla corte di Giacomo II. Tornato in Italia, cantò a Napoli tra il dicembre 1687 e il marzo 1688. Nello stesso anno cantò nuovamente a Firenze, mentre l'anno successivo fu a Modena, ove interpretò Il Mauritio di D. Gabrielli. Gli ultimi anni della sua carriera lo videro attivo in teatri dell'Italia settentrionale: Modena, Reggio Emilia, Milano, Parma, Piacenza, Bologna. La sua ultima esibizione a Roma risale al 1695, quando, secondo Ademollo, partecipò a una esecuzione di musica sacra in S. Pietro. Nel 1697 si trovava a Ferrara per le celebrazioni musicali della pentecoste nella chiesa di S. Spirito.
Il 29 maggio 1697, mentre si recava a Bologna per le prove di un'opera, il G. fu assassinato poco fuori Ferrara.
I mandanti erano i fratelli di una vedova, appartenente alla famiglia Marsili Duglioli, rinchiusa in un convento, con la quale il G. intratteneva una relazione. Il G. fu sepolto nella chiesa di S. Paolo a Ferrara.
Nel corso della sua carriera il G. si guadagnò la stima e l'ammirazione del mondo musicale, tanto che le sue dimissioni dalla Cappella Sistina furono accolte con estremo rammarico dagli altri cantori. Fu tra i cantanti prediletti dalla regina Cristina di Svezia, che a Roma lo volle più volte ospite della sua corte. La fama del suo talento e del suo virtuosismo vocale superò i confini dell'Italia, e fu amato soprattutto in Inghilterra, tanto che persino Henry Purcell compose un brano in suo onore dal titolo Sefauchi's farewell (L'addio di Siface), in occasione della partenza del G. per l'Italia.
Fonti e Bibl: Biblioteca apostolica Vaticana, Cappella Sistina, Diari, 93 (1675), c. 26; 95 (1676), cc. 11v, 15v; 96 (1677), c. 39r; 606 (1749): M. Fornari, Narrazione istorica dell'origine, progressi e privilegi della Cappella pontificia, p. 36; G. Baruffaldi, Dell'istoria di Ferrara, Ferrara 1700, pp. 483 s.; P.F. Tosi, Opinioni de' cantori antichi, e moderni o sieno Osservazioni sopra il canto figurato, Bologna 1723, p. 65; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII, Bologna 1881, p. 129; A. Ademollo, I teatri di Roma nel secolo decimosettimo, Roma 1888, pp. 141-144; R. Casimiri, L'antica Congregazione di S. Cecilia fra i musici di Roma nel sec. XVII, in Note d'archivio per la storia musicale, I (1924), p. 128; B. Luigi, La cappella musicale del duomo d'Urbino, ibid., II (1925), p. 120; A. Cametti, Il teatro di Tordinona poi di Apollo, Tivoli 1938, I, p. 13; II, p. 337; R. Casimiri, Oratorij del Masini, Bernabei, Melani, Di Pio, Pasquini e Stradella in Roma nell'anno santo 1675, in Note d'archivioper la storia musicale, XIII (1936), pp. 162-166; J.A. Westrup, Purcell, London 1937, pp. 58, 65, 97, 217; A. Liess, Materialen zur römischen Musikgeschichte des Seicento. Musikerlisten des oratorio S. Marcello 1664-1725, in Acta musicologica, XXIX (1957), pp. 149-151, 153-158; R. Pagano - L. Bianchi, A. Scarlatti, Torino 1972, pp. 69 s., 84; D.M. Bridges, The social setting of musica da camera in Rome: 1667-1700, Ann Arbor, MI, 1983, pp. 5, 13; H.J. Marx, Die Giustificazioni di casa Pamphili als musikgeschichtliche Quellen, in Studi musicali, XII (1983), p. 149; J. Lionnet, La musique a St-Louis-des-Français de Rome au XVIIe siècle, in Note d'archivio per la storia musicale, n.s., IV (1986), suppl., pp. 136-138, 140-143, 145; G. Rostirolla, La musica nelle istituzioni religiose romane al tempo di Stradella, in Chigiana, n.s., XXXIX (1982 [ma 1989]), 19, pp. 744-750; L. Della Libera, La musica nella basilica di S. Maria Maggiore a Roma, 1676-1712: nuovi documenti su Corelli e sugli organici vocali e strumentali, in Recercare, VII (1995), pp. 108, 110, 114; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IX, p. 167 (s.v.Siface); C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, II, p. 339; The New Grove Dictionary of music and musicians (ed. 2001), XXIII, p. 370 (s.v.Siface).