GRONINGA
(olandese Groningen)
Città dei Paesi Bassi, che dà nome alla prov. di cui è capoluogo, situata all'estremità nordorientale del paese, bagnata a settentrione dal mare del Nord e confinante a O con la Frisia, a S con la prov. di Drenthe e a E con la Bassa Sassonia (Germania). Inizialmente appartenente alla Frisia, la città di G. riuscì nel sec. 15° ad annettersi l'area settentrionale (Ommelanden) e ad acquistare territori a E. La parte nord della provincia ha un terreno pianeggiante e argilloso, mentre a E si estende un'area acquitrinosa e sabbiosa che costrinse la popolazione a innalzare piattaforme di terra (wierden) lungo la costa.La storia più antica di G. è intrecciata con quella della Frisia (v.) e della provincia di Drenthe. Sul sito di G. - menzionato per la prima volta intorno al Mille come località provvista di chiesa - nel 1040 il vescovo Bernolfo di Utrecht acquistò dall'imperatore Enrico III una proprietà, la villa Gruoninga (Recueil de textes, 1967). Dopo la decadenza del potere del vescovo, che dal 1225 aveva dovuto cedere i propri diritti alla città, nel sec. 13° G. riuscì, mediante trattati, ad acquisire un'importante posizione nel territorio. Il potere di G., l'unica città nell'area tra il canale di Eems e Lauwerszee, si consolidò soprattutto dopo che nel 1327 era cessata l'alleanza delle regioni marittime della Frisia (Upstalboom). I villaggi a N di G., in lotta contro la città per l'indipendenza politica ed economica, costituirono nel 1338 gli Ommelanden, con un'amministrazione indipendente.La giurisdizione ecclesiastica della provincia fu divisa fino al 1559 fra tre diocesi (Utrecht, Münster, Osnabrück), dopo che la popolazione frisone di questa regione venne convertita, a partire dal 690, da Willibrord, che scelse Utrecht come propria sede e, cento anni dopo, da Ludgero di Münster (m. nell'809). La città di G. apparteneva alla diocesi di Utrecht, mentre gli Ommelanden a quella di Münster, in Bassa Sassonia. L'area sudorientale della provincia, il Westerwolde e il Winschoten, faceva invece parte della diocesi di Osnabrück (Bassa Sassonia), forse a seguito di una donazione, costituita da cinque chiese di questa zona, offerta da Ludovico II il Germanico (m. nell'876) al monastero di Corvey; dopo il 1252 la giurisdizione secolare passò al vescovo di Münster.G., l'unica città della provincia di origine medievale, fu fondata su una larga striscia di terra tra canali. L'antico complesso episcopale si costituì intorno alla chiesa dedicata a s. Valburga del 1025 ca.; all'angolo sudorientale di essa si trova la chiesa di S. Martino (Martinikerk), edificata, insieme alla c.d. chiesa A, all'inizio del sec. 13° come parrocchiale e ben presto divenuta chiesa principale di Groninga. L'ampia piazza a O di S. Martino, a metà tra area per il mercato e porto interrato, ospita tutti i monumenti civici; al centro si trovava il municipio, costruito nel 1310, ampliato nel sec. 15° e demolito nel 1774. Come di consueto l'edificio era destinato sia a funzioni amministrative, espletate al primo piano, sia alla pesatura delle merci, che avveniva al piano terreno.Le case-fortezza, dette castra, sono note soltanto dalle fonti scritte. Sebbene già prima del 1400 la città dovesse avere numerose case in pietra, se ne conserva una sola di età gotica in Brugstraat (nr. 24), con un alto primo piano; lungo la piazza del mercato (Gelkingehuis) e a Boteringestraat si sono conservate tracce di altri edifici.I villaggi costruiti sui wierden della regione presentano un impianto radiale con la chiesa al centro e le case intorno, con la facciata rivolta a essa. Nelle regioni sabbiose anche le chiese vennero spesso costruite su piattaforme artificiali, già in precedenza ritenute luoghi di culto. Un'importante struttura propria dei villaggi antichi edificati su fertili terreni sabbiosi è il brink, un campo per il bestiame posto al limitare del villaggio. Furono proprio i brinks che, in seguito all'ampliamento degli insediamenti, divennero il centro di tali villaggi e ospitarono la chiesa e gli edifici pubblici.L'elemento più importante per delineare una storia dell'architettura nella città di G. è costituito dalle fondazioni della chiesa dedicata a s. Valburga, ritrovate presso S. Martino. L'edificio, che venne costruito in tufo nel 1025 ca. e fu demolito nel 1627, si ispirava alla Cappella Palatina di Aquisgrana: a pianta decagonale con ambulacro, aveva a E un coro rettangolare e a O una torre a sezione quadrata con torrette scalari.Nella regione si conserva il corpo longitudinale in tufo di alcuni edifici del sec. 11° (Leermens, Zuidwolde, Holwierde, Leens), mentre risalgono al sec. 12° e alla prima metà del 13° semplici edifici in laterizio del tipo a navata unica e coro, diffusi soprattutto nell'area a O di G., che sono il risultato di una fusione di caratteri artistici degli Ommelanden e della Frisia. Il coro può essere semicircolare (Marssum, Oosterwijtwerd, Oldenzijl), poligonale (Ezinge, Niehove) o rettangolare (Hoogkerk); in quest'ultimo caso esso è separato dalla navata tramite una parete trasversale con uno stretto passaggio al centro. Alcune chiese, come quella di Marssum, hanno conservato una buona parte della loro originaria copertura lignea. Tra il 1150 e il 1250 furono erette numerose torri occidentali: a Bedum, Doezum e Zuidwolde restano torri tardoromaniche in tufo con decorazione ad archetti ciechi e lesene e a Uitwierde e Godlinze torri in laterizio. Bedum, Bierum e Doezum presentano una tipologia a parte, il c.d. Westwerk ridotto, che consiste in una torre e piccole ali laterali. Nel sec. 13° vennero edificate ottantasei chiese, mentre quelle già esistenti furono in parte ricostruite. Si tratta di un'attività edilizia eccezionale, specie se confrontata con quella del sec. 14°, che vide la costruzione soltanto di dodici edifici ecclesiastici.Tra il 1225 e il 1350 la regione di G. sviluppò un suo proprio stile romanico-gotico: gli edifici presentano un corpo longitudinale a tre o quattro campate, delle quali quella orientale, con funzione di coro, ha una terminazione rettilinea; alcuni di essi possono essere conclusi da un coro semicircolare o da un transetto. All'esterno, la decorazione, ritmata da lesene, è articolata in nicchie e finestre, talvolta in file sovrapposte; le nicchie sono ornate da motivi realizzati con mattoni profilati. All'interno, le volte costolonate hanno un andamento cupoliforme forse per influsso della vicina Vestfalia, alla cui provincia ecclesiastica la regione di G. in larga misura apparteneva. Testimonianze dello stile di transizione del secondo quarto del sec. 13° sono Bierum, Oosternieland e Den Andel (volte e articolazione 'romanica' della parete) e il gruppo di Noordwolde (Oostum, Noorddijk, Oldehove e Leegkerk) con decorazione in laterizio. Esempi maturi della metà e del terzo quarto del sec. 13° sono 't Zandt, Opwierde, il coro di Leermens, il gruppo di Garmerwolde (con Stedum, Appingedam e Loppersum) e Termunten. Solo nell'ultimo quarto del secolo apparvero gli archi acuti e gli edifici acquistarono slancio verticale (Zuidbroek, Winschoten, Tenboer). Uno stile di transizione verso il Gotico si ritrova in chiese del sec. 14° come quelle di Noordbroek e Zeerijp.A partire dall'epoca della Riforma sono andate distrutte ca. trenta chiese di età medievale e ben poco si è conservato dei trentasette monasteri sparsi nel territorio della provincia, dove, dalla metà del sec. 12°, accanto agli insediamenti benedettini, erano sorte fondazioni cistercensi e premostratensi. Tra queste le più importanti erano Aduard, la più antica abbazia cistercense della provincia, fondata nel 1192 da quella di Klaarkamp, in Frisia, e l'altrettanto ricco monastero premostratense di Bloemhof a Wittewierum. Gli ambienti del refettorio romanico-gotico di Aduard svolgono attualmente la funzione di chiesa protestante, mentre quanto resta dell'antico monastero dei Crociferi a Ter Apel - una cappella tardogotica e tre lati di chiostro - è stato trasformato in museo.Rimangono solo alcune delle grandi residenze rurali appartenenti alle famiglie della nobiltà terriera (Memkemaborg, Freylemaborg), che tuttavia, a eccezione delle cantine e degli spessi muri, risalgono a epoca non medievale. Costituisce un unicum la casa-torre in pietra del sec. 14° a 't Pad te Niebert.Mentre l'atteggiamento iconoclastico della Riforma e il successivo uso delle chiese da parte dei protestanti sono responsabili della scarsità degli oggetti conservati, si devono proprio all'imbiancatura delle pareti la protezione e la conservazione dei numerosi frammenti di pittura murale scoperti negli ultimi cento anni.Le chiese romaniche in tufo e le più antiche costruzioni in mattoni avevano le pareti interne imbiancate. Dal 1250 al 1350 esse vennero invece dipinte di rosso, peculiarità stilistica della regione; i mattoni, sia quelli che costituivano le volte sia quelli delle pareti, erano colorati in rosso, mentre le commessure venivano accentuate con il bianco oppure realizzate fittiziamente; anche l'anello intorno alla chiave di volta presentava un motivo decorativo (Zeerijp, Krewerd). Nella chiesa di Westerwijtwerd le estremità inferiori dei costoloni sono modellate come teste grottesche e dipinte. Lo schema decorativo del periodo successivo - pareti bianche con colonne e pilastri rossi e, intorno alle finestre, profilature rosse realizzate in mattoni dipinti - venne utilizzato per la prima volta nella ricostruzione del coro della chiesa di S. Martino e di quello della chiesa A di G., completato nel 1425 ca., e si diffuse quindi in tutta la provincia fino al 1525 (Loppersum, 't Zandt).Le pitture murali a carattere figurativo che si conservano in ca. trenta chiese della provincia, databili a partire dal 1350, sono eseguite a secco o a mezzo fresco. I motivi iconografici rappresentati sono quelli tradizionali: la Maiestas Domini al di sopra dell'altare (Bierum), il Giudizio universale (se ne conservano otto, per es. a Noordbroek), S. Cristoforo e altri santi e inoltre cicli dell'Antico e del Nuovo Testamento, talvolta paralleli, come a Noordbroek.L'unico esempio notevole di scultura architettonica è quello di Oldenzijl: capitelli romanici con classica ornamentazione fitomorfa all'interno e piccoli capitelli e mensole in laterizio all'esterno dell'abside. Dal Basso Reno erano importati sarcofagi con coperchio in arenaria; l'unico coperchio scolpito rappresenta una coppia la cui anima viene portata in cielo da due angeli (Holwierde). Si conservano esempi di fonti battesimali dal sec. 11° al 13°, per lo più in pietra di Bentheimer: a Eenrum se ne trova uno realizzato secondo una tipologia massiccia, mentre quello di Bierum è più articolato e mostra un fregio con viticci, grappoli e decorazioni a ventaglio.Gli scavi sul sito della chiesa dedicata a s. Valburga hanno portato alla luce frammenti di scultura (apostoli, profeti), probabilmente parte del jubé (Groninger Mus.). Realizzate in pietra di Baumberg, queste opere in stile internazionale del 1400 ca. mostrano un'influenza vestfalica.Dell'antico tesoro delle chiese di G. rimangono solo centocinquanta rilievi in ottone, forse parte della copertura di uno scrigno-reliquiario in legno (Groninger Mus.); scoperto nel 1911, esso sembra consistere di due distinte parti, realizzate intorno al 1130 e nel terzo quarto del sec. 12° in Bassa Sassonia.
Bibl.: Fonti. - Recueil de textes d'histoire urbaine Néerlandaise des origines au milieu du XIIIe siècle, a cura di C. van de Kieft, in Elenchus fontium historiae urbanae, I, Leiden 1967, pp. 425-426; Oorkondenboek van Groningen en Drenthe [I cartulari di G. a Drenthe], a cura di P.J. Blok, J.A. Feith, I-II, Groningen 1896-1899; Quedam narracio de Groninghe, de Thrente, de Covordia et de diversis aliis sub diversis episcopis Trajectensibus, a cura di C. Pijnacker Hordijk, Utrecht 1888; H.P.H. Jansen, A. Janse, Kroniek van het klooster Bloemhof te Wittewierum [Cronaca dell'antico monastero di Bloemhof a Wittewierum], Hilversum 1991; J. Harmenszn van Lemego, Kroniek van Friesland (en Groningen) [Cronaca della Frisia (e G.)], a cura di J.A. Feith, Utrecht 1887; U. Emmius, Rerum Frisicarum historia, Lyon 1616; H.F. van Heussen, Oudheden en gestichten van Groningen en Groningerland [Antichità e istituzioni di G. e della sua provincia], a cura di H. van Rijn, Leiden 1724; De kaarten van de Nederlandsche provincien in de zestiende eeuw door Jacob van Deventer [Le piante del sec. 16° di Jacob van Deventer delle province olandesi], a cura di B. van't Hoff, den Haag 1941; Christiaan 'sGrooten 'skaarten van de Nederlanden [Le piante dei Paesi Bassi di Christian Grooten], a cura di S.J. Fockema Andreae, B. van't Hoff, Leiden 1961, nrr. 2-3; J. van Deventer, Nederlandse steden in de 16° eeuw [Le città dei Paesi Bassi nel sec. 16°], a cura di H. Fruin, den Haag 1916-1923, nr. 43; G. Braun, F. Hogenberg, Civitates Orbis Terrarum liber primus, Köln 1572, nr. 21.Letteratura critica. - C.H. Peters, Oud-Groningen. Stad & Lande [L'antica Groninga. Città e territorio], Groningen 1921; M.D. Ozinga, Geïllustreerde beschrijving van de Nederlandse monumenten van geschiedenis en kunst. Oost-Groningen [Descrizione illustrata dei monumenti olandesi di storia e arte], den Haag 1940; R. Meischke, Het kleurenschema van de middeleeuwse kerkinterieurs van Groningen [Antichi schemi policromi degli interni delle chiese medievali nella provincia di G.], Bulletin van de Koninklijke Nederlandse Oudheidkundige 65, 1966, pp. 57-91; Kunstreisboek voor Nederland [Guida artistica dell'Olanda], Amsterdam 1969; A.E. van Giffen, H. Praamstra, De Groninger St. Walburg en haar ondergrond [La chiesa di S. Valburga a G. e le sue fondazioni], Amsterdam 1973; H.M. van den Berg, R. Steensma, Nederlandse monumenten in beeld. Groningen, Friesland, Drenthe [Monumenti olandesi illustrati. G., Frisia, Drenthe], Baarn 1974; Historie van Groningen, Stad en Land [Storia di G., città e territorio], a cura di W.J. Formsma, Groningen 1976; J.M.M. Hermans, Glimpses from the North: Selwerd and Thesinge, Two Important Workshops in Groningen (ca. 1470-1530), in Masters and Miniatures, "Proceedings of the Congress on Medieval Manuscript Illumination in the Northern Netherlands, Utrecht 1989", Doornspijk 1991, pp. 347-357; J. Schoneveld, Groninger kerken en hun schilderingen [Le chiese di G. e i loro dipinti], Utrecht 1991; Kriezels, aubergines en takkenbossen. Randversiering in Noordnederlandse handschriften uit de vijftiende eeuw [Nastri, melanzane e rami secchi. Bordi decorati nei manoscritti miniati del sec. 15° nell'Olanda del Nord], a cura di A.S. Korteweg, cat., den Haag 1992, pp. 140-153; A. van Deijk, Romaans vademecum [Vademecum romanico], Bedum 1993; R. Steensma, Langs de oude Groninger kerken [Itinerario delle antiche chiese della provincia di G.], Baarn s.d.; Muur- en gewelfschilderingen in middeleeuwse Groninger kerken [Pareti e volte dipinte nelle chiese medievali della provincia di G.], a cura di P. Leblanc, J. Schoneveld, V. Schmidt (in corso di stampa).Z. van Ruyven-Zeman