GROLIER, Jean, visconte d'Aiguisy
Bibliofilo, di famiglia appartenente all'alta borghesia di Lione, nato nel 1479. Prima del 1510 il G. sostituì il padre, Étienne, nella carica di tesoriere di Milano, e a Milano, tranne che dal 1512 al '15 (anni in cui i Francesi furono cacciati dalla città), rimase sino al 1521, quando cioè i Francesi vennero definitivamente espulsi. Non pare che il G. sia più stato, dopo di allora, in Italia. Già bibliofilo, egli aveva messo insieme una bella raccolta di testi letterarî latini e italiani (qualcuno anche greco) che aveva fatto legare a Milano; essendo inoltre numismatico, fece ornare le sue legature con calchi dipinti secondo le belle placchette (e medaglie) che venivano prodotte in gran numero, a quell'epoca, nell'Italia settentrionale; talvolta fece dipingere il suo stemma sul dorso o sui margini dei libri; quasi sempre vi scrisse di persona, sopra un foglio di custodia, il proprio nome e il proprio motto: Jo. Grolierii et Amicorum - Portio mea, Domine, sit in terra viventium. A Milano conobbe Aldo Manuzio e parecchi studiosi italiani, come F. Gaffuri e L. Ricchieri, i quali gli dedicarono dei libri. Ritornato in Francia, fu dapprima uno dei tesorieri di guerra, e le incombenze di questa carica gli fecero trascurare un poco la sua biblioteca. Conservò tuttavia le sue relazioni con uomini come Geoffroy Tory, Erasmo e Guillaume Budé (del quale fece stampare a sue spese il libro De Asse, per i tipi dei Bede, nel 1522). Con B. Cellini i suoi rapporti non furono felici, ma egli fu più tardi "molto amico e servitore" del cardinale Ippolito d'Este. Grazie forse alla protezione di Anne de Montmorency, connestabile di Francia, il G. fu nominato tesoriere per l'Île-de-France (1537), più tardi (1545) tesoriere di Francia, e nel 1547 tesoriere generale delle Finanze: carica che coprì sino alla morte (22 ottobre 1565).
La fama di bibliofilo del Grolier si fonda sulle legature, recanti il suo nome e la sua insegna in oro sui piatti (non più vergati sopra un foglio di custodia, come durante la sua permanenza a Milano), ch'egli fece eseguire a Parigi negli ultimi trent'anni della sua esistenza. Il fregio consta generalmente d'intrecci, dapprima semplici e rettilinei (losanghe e rettangoli intrecciati) con piccoli e solidi ferri, a imitazione dei fregi tipografici adoperati da Simon de Colines. Poi, verso il 1547, si cominciano a vedere ferri azzurrini o vuoti; gl'intrecci, pur rimanendo rettilinei, acquistano una straordinaria complessità: così, p. es. la legatura del Serlio, Venezia 1540. Verso il 1550 si trovano filetti incurvati, spesso dipinti a diversi colori, che talvolta si staccano su un fondo punteggiato d'oro: son queste le più belle legature di G.; i colori degl'intrecci sono sobrî e ricchi a un tempo, i disegni d'un'ingegnosità straordinaria e talora di una maestosa bellezza. Proprio verso la fine della sua vita G. possedette legature i cui fregi sono raccolti nel mezzo e agli angoli, invece di coprire interamente i piatti: alcune hanno gli angoli ornati con grandi placche, anziché lavorati a piccoli ferri. G. possedeva, infine, una sola legatura nello stile detto fanfaré, oggi conservata alla Staatsbibliothek di Vienna: è certo la sua ultima legatura, benché il libro che essa protegge sia del 1558 (7 anni prima della morte).
Ci restano oggi circa 600 volumi, dei tremila che Grolier dovette possedere. La sua biblioteca fu messa in vendita nel 1675. La sua raccolta di medaglie, acquistata dal re Carlo IX, fu saccheggiata durante le guerre della Lega.
Il nome del G. fu dato a una società americana di bibliofili (Grolier Club), fondata a New York nel 1884 per promuovere gli studî relativi al libro.
Bibl.: A. Le Roux de Lincy, Recherches sur J. G., Parigi 1866; W. Loring Andrews, J. G. de Servières, some account of his Life and of his famous Library, New York 1892 (con 15 tavole); E. De Grouchy, Á propos d'un livre de J. G., Parigi 1894; R. Portalis e C. Shipman, Researches concerning J. G., his Life and his Library. With a partial Catalogue of his books by Le Roux de Lincy, New York 1907 (molte tavole a colori); Th. Gottlieb, K. K. Hofbibliothek-Bucheinbände, Vienna 1910; J. Rudbeck, Über die Herkunft d. Groelier Enibände, in Festschrift Loubier, Lipsia 1923; G. D. Hobson, Maioli, Canevari and others, Londra 1926; Grolier-Studien, in Jahrb. d. Einbandkunst, II, Lipsia 1928; T. Weiland, Gottlieb u. seine Grolierstudien, ibid., III-IV, Lipsia 1931.