ALEXANDRESCU, Grigore
Poeta romeno nato (1814?) a TârgoviŞte, l'antica capitale del principato di Valacchia, alle cui rovine s'ispirarono molti poeti romeni, alle origini della letteratura moderna. Compì gli studî (che aveva incominciati nella città nativa) a Bucarest, sotto la direzione del francese Vaillant, che gli rese familiare la letteratura classica francese. Alla scuola del Vaillant strinse amicizia con un giovane che doveva poi diventare, come lui, una delle figure più eminenti di quella generazione: Ion Ghica, nipote del principe regnante, che lo introdusse nei salotti bucarestini e lo presentò a Ion Câmpineanu, capo del partito nazionalista, e ai poeti contemporanei Iancu Văcărescu ed Eliade Rădulescu. Entrò a far parte dell'esercito nazionale ripristinato dai nuovi sovrani nazionali, prese parte ai moti nazionalisti capitanati dal Câmpineanu, e fu perciò arrestato, ma ben presto rimesso in libertà.
La sua personalità venne così a formarsi sotto due influenze contrarie, che tuttavia poterono, nel suo temperamento entusiasta a un tempo e riflessivo, fondersi in un tutto armonico: da una parte il romanticismo francese, specialmente del Lamartine, dall'altra il classicismo, pure francese, del Boileau e del Lafontaine. Sotto l'influenza del romanticismo francese l'A. scrisse tutta una serie di poesie d'amore, di "meditazioni" piene di dolce malinconia, di "odi eroiche" ispirate dagli antichi monasteri romeni, ricchi di ricordi storici. Fra di esse merita menzione quella intitolata Anul 1840, in cui una commovente rassegnazione si unisce mirabilmente alle speranze confortatrici del patriota e al concetto largamente umanitario del pensatore che invoca dall'anno nuovo la felicità per tutti gli uomini di qualsiasi razza o religione; e soprattutto eccelle il poemetto: Umbra lui Mircea la Cozia (L'Ombra di Mircea a Cozia) in cui, sopra uno sfondo grandioso di scena notturna, è evocata l'ombra del grande voivoda valacco che combatté a Nicopoli contro i Turchi all'epoca delle crociate.
Nelle epistole e nelle satire scritte sotto l'influsso del Boileau l'A. sferzò con molta arguzia e fine ironia i vizî dei salotti dell'epoca che fu sua; e nelle favole seppe trasportare nel mondo degli animali situazioni e tipi caratteristici del suo tempo, e combatté, con fine umorismo e caustica ironia, i difetti che scalzavano le fondamenta della società romena del suo tempo.
Bibl.: E. Lovinescu, Grigore Alexandrescu: viaţa Şi opera lui, 2ª ed., Bucarest 1925.