GREVILLE, Sir Fulke, primo barone Brooke
Poeta e uomo di stato inglese, nato nel 1554 a Beauchamp Court (Warwickshire), morto nel 1628 ucciso da un servo durante un litigio. Venne educato a Shrewsbury e a Cambridge. La sua biografia si può quasi riassumere tutta nelle parole ch'egli stesso dettò per la propria epigrafe sulla tomba della chiesa di Warwick: "Servo della regina Elisabetta, consigliere di re Giacomo, amico di sir Philip Sidney". Il G. fu infatti uno dei personaggi che più godettero il costante favore di Elisabetta e di Giacomo I. Entrò in parlamento nel 1598, fu poi tesoriere della marina e nel 1614 cancelliere. Ebbe in dono dal re il castello di Warwick, ch'egli restaurò; e fu fattti pari, col titolo di barone, nel 1621.
Le opere letterarie di C. (ed. a cura di A. B. Grosart, Londra 1870) vennero quasi tutte pubblicate postume. Col Sidney e il Florio appartenne al gruppo d'intellettuali che si strinsero attorno a Giordano Bruno durante la sua permanenza londinese (1583-1585). Le discussioni cosmologiche contenute nella Cena delle Ceneri ebbero per l'appunto luogo nella casa di G. L. a sua opera letteraria consta di due tragedie, di una rdccolta di sonetti, di versi di carattere sentenzioso, e della vita di sir Philip Sidney. L'interesse dello studioso si rivolge soprattutto alle tragedie di G.; che sono mediocri opere d'arte, ma notevoli documenti per la storia della cultura. Esse sono Alaham e Mustapha; ambedue tratte dalla storia turca, secondo una voga frequente nel teatro italiano e francese della seconda metà del sec. XVI. La cronologia di queste tragedie di G. è incerta, anche perché pare che Mustapha sia stata riscritta in epoca più tarda. Ma una data approssimativa si può considerare quella del 1600 per Alaham e del 1606 per Mustapha. Queste tragedie di G. sono un cospicuo esempio dell'influenza senechiana sul teatro inglese; sia attraverso gl'Italiani (Trissino, Dolce, Giraldi Cinzio), sia dal francese (Jodelle, Grévin, Garnier). La tragedia senechiana del Garnier sembra aver soprattutto influenzato C.; il quale inoltre inserì nelle sue opere un largo elemento politico e sentenzioso di origine tacitiana e machiavellica; tanto che Charles Lamb poté ben dire essere le tragedie di G. trattati politici piuttosto che opere drammatiche. G. appartenne con Dyer e Sidney all'Aeropagus, quell'accademia poetica classicheggiante che, fra l'altro, favoriva l'introduzione dei metri classici.
Bibl.: M. W. Croll, The Works of F. G., Univ. of Pennsylvania, 1903. Per l'influsso di Seneca nella lett. elisabettiana, cfr. L. E. Kastner e H. B. Charlton nell'intr. ai Poetical Works of Sir William Alexander, Manchester 1921.