GRESSONEY (A. T., 24-25-26)
Comune della provincia di Aosta, nell'alta valle omonima (Alpi Pennine; bacino idrografico della Dora Baltea). La valle è lunga 40 km., da m. 2200 ciria (fronte del ghiacciaio del Lys) a m. 345 (Pont Saint Martin), con direzione prevalente nord-sud; è caratterizzata da un lungo solco glaciale, dal fondo generalmente piatto, a pendenza quasi costante. Le cime della testata superano i 4000 m.: pochi ma estesi ghiacciai hanno permesso un magnifico sviluppo dell'industria idroelettrica. La sezione centro-settentrionale della valle forma il territorio del comune, formato dalla fusione dei due comuni Gressoney la Trinité e Gressoney Saint Jean (20 maggio 1928), con una superficie di 135,33 kmq., di cui 84,05 di superficie produttiva. Oltre i due principali (Gressoney Saint Jean, 143 ab. nel 1921, e Gressoney la Trinité, 347 ab.), altri piccoli centri sono disseminati fra i 1291 m. e i 1850 m. L'economia dell'ex comune di Gressoney Saint Jean si basa sulle industrie turistiche (ottima l'organizzazione alberghiera e turistica), mentre Gressoney la Trinité ha economia essenzialmente montana. La testata della valle possiede le alpi più elevate (in media m. 2300, la più alta è l'alpe Indren, a m. 2515). La popolazione è in regresso (940 individui nel 1871, 930 nel 1931), e si avverte una discesa dei limiti altimetrici permanenti (l'aggregato di Montery a m. 2307 divenuto maggengo); una diminuzione effettiva per i centri dell'ex comune di Gressoney la Trinité. I centri di fondovalle sono attraversati da rotabile.
Bibl.: F. Sacco, Il glacialismo antico e moderno nelle alte valli di Ayas (Evançon) e di Gressoney (Lys), in Boll. Comit. Geol., Roma 1920; U. Monterin, La valle di Gressoney e la sua geomorfologia, in Bull. Sc. Flore Valdôtaine, 1924; L. G. Nangeroni, Lo spopolamento montano nelle valli Gran S. Bernardo, Valpelline, Valtournanche, Val Gressoney, Val Chiusella, in Studi e monografie dell'Istituto nazionale di economia agraria, n. 16. Inoltre Lo spopolamento montano in Italia, I: Alpi Liguri e Piemontesi, Roma 1932.