Grenada
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'America Centrale. Nel 2004 la popolazione era stimata a 104.490 ab.; il leggero aumento rispetto al censimento del 2001 (100.895 ab.) è riconducibile al saldo naturale fortemente attivo, anche se contrastato dal saldo migratorio che è costantemente passivo. Nel 2001-02 l'economia, basata su agricoltura, turismo e attività finanziarie, ha conosciuto un certo rallentamento, provocato dalle conseguenze sul turismo degli attentati dell'11 settembre 2001. La ripresa degli anni 2003 e 2004, dovuta soprattutto al settore delle costruzioni, è stata interrotta dal passaggio di una tempesta tropicale (sett. 2004) che ha causato danni alle colture e alle infrastrutture per oltre 900 milioni di dollari, pari a più del doppio del PIL del Paese. G. è uno dei maggiori produttori mondiali di noce moscata e di macis (membrana rossa che ricopre la noce), che coprono una parte consistente delle esportazioni del Paese (oltre il 34% nel 2004). Un'altra importante voce delle esportazioni è rappresentata dalle banane, la cui produzione tuttavia ha registrato una notevole contrazione, dopo che l'Unione Europea ha abolito i vantaggi riservati alle importazioni provenienti dai Paesi ACP (African and Caribbean and Pacific Group of States).
Storia
di Paola Salvatori
La vita politica di G. si mantenne nei primi anni del Duemila sostanzialmente stabile, nonostante si verificasse una lenta e progressiva erosione dei consensi del governo conservatore guidato da K. Mitchell, leader del New National Party, al potere dal 1995, soprattutto a causa di un generale peggioramento delle condizioni economiche. La crescita della disoccupazione, la liberalizzazione del mercato del lavoro nonché i tagli alla spesa sociale avevano infatti alimentato un diffuso stato di malessere, acuito dalla politica autoritaria dell'esecutivo, che si esprimeva in numerosi attentati alla libertà di stampa. Il malcontento della popolazione si tradusse nel netto calo del New National Party nelle elezioni politiche anticipate svoltesi nel novembre 2003, nelle quali il partito del primo ministro ottenne il 46,6% dei voti e 8 seggi (contro il 62,2% dei voti e i 15 seggi delle elezioni precedenti), mentre il principale partito dell'opposizione, il National Democratic Congress, crebbe notevolmente, conquistando il 44,1% dei voti e 7 seggi (nel 1999 aveva ottenuto il 24,9% dei voti e nessun seggio). Affermatosi comunque come partito di maggioranza, il New National Party formò un nuovo esecutivo e Mitchell fu confermato per la terza volta capo del governo. Negli anni seguenti si registrarono diversi rimpasti ministeriali, ma la situazione interna rimase pressoché immutata. In politica estera il Paese incrementò i rapporti con Cuba e riprese nel corso del 2001 le relazioni diplomatiche con la Libia (interrotte dal 1983), con la quale vennero stretti anche accordi finanziari e commerciali. Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 alle Twin Towers di New York e al Pentagono, le pressioni del governo statunitense indussero l'esecutivo ad abbandonare il programma teso a incrementare le risorse economiche del Paese attraverso la vendita di passaporti agli stranieri (dic. 2002) e ad adottare misure più restrittive e maggiori controlli sugli ingressi degli stranieri.