SELLERI (Sellari), Gregorio
SELLERI (Sellari), Gregorio. – Nacque a Panicale, piccolo borgo del Perugino, il 12 luglio 1654, da Bernardino e da Eugenia Manichini. Persi i genitori in giovane età, crebbe a Perugia, insieme al fratello maggiore Giovanni Niccolò, sotto la tutela dello zio Michelangelo Manichini, mercante di lana. A quindici anni, il 20 luglio 1669, prese l’abito dei domenicani nel convento di S. Domenico di Perugia, seguendo l’esempio del fratello, entrato nell’Ordine due anni prima, nel marzo 1667. Il 25 luglio 1670, pronunciò la sua professione solenne.
Le sue doti intellettuali indussero i superiori a fargli proseguire gli studi nel collegio teologico di S. Tommaso, presso la casa madre dei domenicani di S. Maria sopra Minerva, a Roma. Nel corso del capitolo generale dei domenicani del 1677 sostenne una pubblica tesi e fu notato dal maestro generale dell’Ordine, Antoine de Monroy, che lo nominò professore nello stesso collegio di Roma. Da qui passò al collegio di S. Tommaso a Napoli, dove insegnò teologia per circa dieci anni, assumendo la carica di reggente degli studi. Tra i suoi allievi di questo periodo si ricorda in particolare Giulio Nicolò Torno, che divenne uno dei principali esponenti della cultura religiosa napoletana dell’epoca.
Nel corso del periodo napoletano stabilì un rapporto di collaborazione con l’arcivescovo Antonio Pignatelli. Quando Pignatelli fu eletto papa con il nome di Innocenzo XII, nel luglio 1691, decise di chiamare a Roma Selleri. Nel 1692 quest'ultimo fu dunque nominato predicatore pontificio e assistente del maestro del Sacro Palazzo, l’anziano Paolino Bernardini. Anche il successore di Innocenzo XII, Clemente XI, manifestò analoga fiducia per Selleri e, dal 1712, lo prese come suo personale confessore.
Tra il 1700 e il 1707 Selleri fu professore di teologia tomistica presso il collegium della Biblioteca Casanatense di Roma, recentemente fondata dal cardinal Girolamo Casanate e affidata ai domenicani. Tenne anche numerose lezioni pubbliche che lo resero piuttosto noto nel mondo culturale romano.
Nel 1707 succedette al confratello Giulio Maria Bianchi nella carica di segretario della congregazione dell’Indice dei libri proibiti, senza abbandonare la funzione di predicatore apostolico. Quattro anni dopo, nel 1711, fu nominato maestro del Sacro Palazzo, ufficio, riservato ai domenicani, che comprendeva la funzione di teologo pontificio e di responsabile della censura sui libri stampati a Roma. Ricoprì la funzione per oltre diciassette anni, operando con particolare rigore contro i fermenti libertini e anticuriali che si stavano affermando in diversi Stati italiani.
Nel corso dei primi due decenni del Settecento Selleri fu interessato a tutte le principali questioni teologico-religiose, e in particolare alla elaborazione della costituzione Unigenitus (1713), che condannò 101 proposizioni estratte dall’opera Réflexions morales di Pasquier Quesnel, uno dei principali esponenti del giansenismo contemporaneo. Pur ispirandosi a un tomismo genericamente inteso, Selleri prese risolutamente posizione contro l’opera di Quesnel, esprimendo notevole severità nella qualificazione delle singole proposizioni. Tornò poi sull’opera di Quesnel pubblicando, a partire dal 1718, le Propositiones a Sanctissimo Domino nostro Clemente papa XI damnatae in Bulla Unigenitus Dei FIlius (Romae, 1718-28).
Si trattava di un’operazione editoriale imponente, parallela a quella, più nota, del gesuita belga Jacques de La Fontaine, che Selleri portò avanti per molti anni ma che rimase incompleta a causa della morte dell’autore. L’ottavo tomo, l’ultimo edito, arrivava infatti solo fino alla proposizione 59. In questo vero e proprio trattato Selleri cercò di dimostrare, con ampi riferimenti alla teologia agostiniana e tomistica, che le proposizioni di Quesnel meritavano di essere condannate nel senso inteso dall’autore.
L’elezione al papato, nel maggio 1724, del domenicano Vincenzo Maria Orsini, che assunse il nome di Benedetto XIII, rafforzò il ruolo di Selleri che divenne uno dei principali punti di riferimento teologici del pontefice, pur rimanendo complessivamente defilato dai centri di potere della Curia romana. Nel 1725 fu nominato membro di una commissione particolare formata per trattare i rapporti con l’arcivescovo di Parigi, Louis-Antoine de Noailles, che aveva rifiutato di aderire alle condanne del giansenismo.
Quando poi, nel 1725, Benedetto XIII convocò il concilio provinciale romano, Selleri vi ebbe un ruolo di spicco. Oltre a fornire numerosi pareri specifici, redasse una breve dissertazione, intitolata Quaesitum quamnam auctoritatem habeat prouinciale concilium legitimè conuocatum, et adunatum? Et utrum ad componendas controuersias extendatur? Dissertatio (Romae 1725).
Nel testo Selleri delineava le caratteristiche del concilio provinciale, sottolineando, con ampi riferimenti alla letteratura teologica seicentesca, il carattere particolare e la limitata giurisdizione del concilio romano. Le posizioni teologiche di Selleri sono state giudicate tipiche di «elementi fermamente ancorati a concezioni ecclesiologiche statiche e antiquate» (Fiorani, 1977, p. 74). In realtà, pur non caratterizzandosi per una cultura teologica particolarmente innovativa, Selleri si collocava all’interno di una aggiornata corrente tomista che ebbe notevole fortuna a Roma tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento.
Il 9 dicembre 1726 fu nominato cardinale in pectore, ma continuò a esercitare la carica di maestro del Sacro Palazzo fino all’aprile 1728, quando la nomina cardinalizia fu resa pubblica. Anche in seguito condusse vita frugale. Secondo il diarista Francesco Valesio dovette vendere la sua carrozza per pagare i servitori e non lasciò, alla sua morte, alcun bene significativo.
Ormai anziano, Selleri rimase una personalità autorevole sul piano religioso, ma fu progressivamente emarginato a seguito dell’ascesa di un gruppo di discussi collaboratori del pontefice, i cosiddetti beneventani, capeggiati dal cardinale Niccolò Coscia. Partecipò ancora ad alcune controverse iniziative diplomatiche di Benedetto XIII, come il concordato con il Regno di Sardegna, firmato nel 1727, ma non vi svolse alcun ruolo significativo.
Dopo la morte, nel 1729, dell’arcivescovo Bernardino Guinigi, il governo della Repubblica di Lucca fece qualche passo per avere Selleri come nuovo arcivescovo, ma l’iniziativa non ebbe esito, anche per la sua improvvisa morte, che avvenne a Roma il 30 maggio 1729.
Fonti e Bibl.: F. Valesio, Diario di Roma, V-VI, a cura di G. Scano, Milano 1979, ad indicem.
A. Touron, Histoire des hommes illustres de l’ordre de Saint Dominique, VI, Paris 1749, pp. 582-586; J. Catalano, De magistro Sacri Palatii libri duo, Romae 1751, pp. 192-195; Id., De Secretario Sacrae Congregationis indicis libri duo, Romae 1751, pp. 120-124; M. Guarnacci, Vitae et res gestae pontificum romanorum et S. R. E. cardinalium a Clemente X usque ad Clementem XII, II, Romae 1751, coll. 507-510; G.B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini e notizia delle opere loro, II, Perugia 1829, pp. 283 s.; A. Guglielmotti, Catalogo dei bibliotecari, cattedratici e teologi del Collegio casanatense, Roma 1860, pp. 19-23; P.T. Masetti, Monumenta et antiquitates veteris disciplinae Ordinis Praedicatorum ab anno 1216 ad 1348 praesertim in Romana provincia, II, Roma 1864, pp. 156, 184, 210 s., 214, 225, 317, 332; D.A. Mortier, Histoire des maîtres généraux de l'Ordre des frères prêcheurs, VII, Paris 1914, pp. 229, 253, 305; A.C. Jemolo, Il giansenismo in Italia prima della rivoluzione, Bari 1928, pp. 70, 156; L. von Pastor, Storia dei papi dalla fine del Medio Evo, XV, Roma 1933, ad ind.; A. Walz, I cardinali domenicani. Note-bio-bibliografiche, Firenze 1940, pp. 44 s.; L. Fiorani, Il Concilio romano del 1725, Roma 1977, ad ind.; L. Ceyssens - A. Tans, Autour de l'Unigenitus: recherches sur la genèse de la constitution, Louvain 1987, ad ind.; J.J. Schmid, S. G., in Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon, IX, Hezberg 1995, coll. 1368-1370; Inquisizione e indice nei secoli XVI-XVIII. Testi e immagini nelle raccolte casanatensi, a cura di A.A. Cavarra, Roma 1998, ad ind.; P. Stella, Il giansenismo in Italia, I, Roma 2006, ad ind.; P. Delpiano, Il governo della lettura. Chiesa e libri nell'Italia del Settecento, Bologna 2007, pp. 130, 231; Systematisches Repertorium zur Buchzensur, 1701-1813, a cura di H. Wolf, I, Padeborn 2009, ad ind.; M.T. Fattori, Monarchischer Papat und die Debatte über die Kirchenleitung im 18. Jahrhundert. Liturgie und Ekklesiologie im römischen Provinzialkonzil von 1725, in Ekklesiologische Alternativen? Monarchischer Papat und Formen kollegialer Kirchenleitung (15.-20. Jahrhundert), a cura di B. Schmidt - H. Wolf, Münster 2012, pp. 152, 160, 171; D. Edigati, Principio Nullus invitis detur episcopus, politiche giurisdizionaliste e diritto di resistenza nei confronti della Santa Sede. Il caso della nomina dell’arcivescovo Tommaso Cervioni a Lucca (1729-1731), in Diritto e religioni, XIII (2018), 1, p. 280.